Ultima Generazione: «l’azione diretta come mezzo di cambiamento»
I media li dipingono come eco attivisti o eco vandali, loro preferiscono definirsi “cittadini”. Uno di loro ha scelto di rispondere alle nostre domande
Generalmente le notizie riguardanti il movimento Ultima Generazione vertono sui loro gesti di disobbedienza civile invece che sulle tematiche che propongono all’opinione pubblica. Con alcune domande, abbiamo cercato di capire i loro ragionamenti e le loro motivazioni. A rispondere alle nostre domande è uno dei tanti ragazzi che hanno compiuti gesti eclatanti per denunciare il “collasso ecoclimatico”.
Quali sono le principali cause o questioni che ogni giorno affronti e analizzi come attivista?
Innanzitutto non mi considero un attivista ma un cittadino. La Costituzione e il senso civico esorta ognuno di noi ad essere partecipe ed attivo politicamente. Il tema centrale è sempre rappresentato dal benessere della comunità. Cosa può e deve concretamente essere fatto perché le persone attorno a me abbiano garantiti diritti, dignità e tutte le condizioni necessarie ad una buona vita? Alla luce di questa domanda, temi di natura ambientale e sociale si intrecciano e rappresentano facce indivisibili della stessa medaglia, a noi come cittadini la responsabilità di agire in prima persona per operare il cambiamento necessario per rispondere a questi bisogni.
Come ti sei ritrovato a diventare un attivista e quale è stato il tuo percorso?
Io sono un operatore socio sanitario, la mia professionalità e la mia esperienza lavorativa mi hanno insegnato il valore e l’importanza del prendersi cura del prossimo. Dieci anni di impiego nella sanità pubblica hanno senza dubbio rafforzato il mio spirito solidale e la mia percezione e capacità di anteporre il benessere collettivo al mio desiderio individuale. Per questo e grazie a questo ho trovato la volontà di attivarmi…
di Lorenzo Baldarelli LEGGI L’ARTICOLO COMPLETO: ABBONATI A DOSSIER SICUREZZA. Per informazioni clicca qui