Le spese dei ricchi

Le spese dei ricchi

Vezzi o soldi buttati?

Che il divario tra poveri e ricchi sia aumentato da quando è iniziata la pandemia del Covid-19, è risaputo. Meno evidente, invece, l’aumento di nuovi ricchi – “super ricchi” – direttamente proporzionale all’aumento di popolazione più povera. Di conseguenza, anche il mercato del lusso, con le sue aziende, è cresciuto in proporzione, mentre, in controtendenza, non è avvenuto per aziende di prodotti più dedicati al vasto consumo.

Il focus

Quando le molte industrie per il consumo di massa sono state costrette a chiudere a causa della pandemia, molte aziende del lusso si erano attrezzate (grazie ad una maggiore facilità di spesa) e avevano già protocolli sanitari interni che gli consentivano di continuare la produzione. Non solo, per evitare di fermare le attività, avevano aiutato anche le aziende, della rispettiva filiera di fornitori, ad adottare gli stessi protocolli. Altre aziende del lusso invece si sono fatte trovare impreparate ma, incredibilmente, quando i loro prodotti sono spariti dai mercati, sono diventati ancora più ricercati e costosi. Tutto questo non sarebbe stato possibile se la domanda di beni – estremamente voluttuari – non fosse stata molto alta. Nel frattempo, mentre gli acquisti di un consumatore medio erano limitati all’essenziale – perché subivano l’incertezza del momento – il consumatore di lusso, non avendo problemi economici e non potendo viaggiare (è risaputo che il mercato dei viaggi – anche quelli più esclusivi – ha subito più danni da questa pandemia), ha focalizzato le sue attenzioni su compra-vendita di oggetti ricercati e molto costosi, anche i più impensabili. In certi casi, si è talmente tanto alimentato il mercato dell’usato di lusso, che i beni compra-venduti hanno raggiunto i livelli di prezzo di un buon antiquariato. Pandemia a parte, il mercato del lusso non si ferma mai, per ogni super ricco che cade in disgrazia un altro ne prende il posto e mantiene in equilibrio quel mondo: durante la crisi economica del 2008, che colpì tutti i mercati finanziari – ad esempio – ci fu un boom dei viaggi di lusso con le richieste più impensate: dal giro del mondo in mongolfiera, al bagno nell’antartico a temperature glaciali. I “super-ricchi” hanno sempre qualcosa da desiderare e, con la giusta “cifra”, il mercato gliela mette a disposizione.

Acquisti da sogno

Tre ragazze americane, Ariana, Dresden and Dakota Peters, sono diventate famose per la loro collezione, circa 6000 paia di sneakers. Già prima della pandemia ne avevano fatto un fiorente commercio ma in questi ultimi due anni le loro vendite sono triplicate. Se si pensa che nel 2021 sono state vendute due paia di sneakers ad un’asta di Sothesby’s: uno di Nike Air Yeezy Grammy, prototipo della Nike del 2008, usate dal musicista Kanye West, durante lo show per l’assegnazione dei Grammy Awards, per la modica cifra di $1.800.000. L’altro paio di scarpe, le Nike Air Ship, appartenute ed usate nelle competizioni dal cestista Michael Jordan e da questo autografate nel 1984, sono state vendute a $ 1.472.000. Elon Musk, primo nell’attuale famosa lista dei più ricchi del mondo stilata da Forbes, nel 2013 acquistò per la modica cifra di quasi un milione di dollari, la “macchina sottomarina” usata nel film di James Bond, “La Spia che mi amava”. La coppia, che gliel’aveva venduta, aveva acquistato l’auto per soli $100 in un “garage sales” – di quelli che si vedono in televisione – e mai avrebbe pensato di poter aver in mano la gallina dalle uova d’oro. Quando misero all’asta la macchina, dissero al curatore di venderla al prezzo più alto possibile in modo da consentirgli una vecchiaia serena: $989.000. La cosa che più colpisce in questa storia è che quando Elon Musk ha scoperto che la macchina si poteva usare solo sott’acqua, ha chiesto ai suoi ingegneri di creare un motore elettrico hi-tech e vari accessori che avrebbero permesso di usare l’auto anche su strada, così l’auto è diventata davvero come quella del film. Le “celebrities” danno il meglio di loro stesse nelle spese pazze, secondo i rumors dei bene informati, pare che Lady Gaga abbia paura dei fantasmi. Avrebbe così ingaggiato un “Ghost Busters”, ovvero un esperto di paranormale e comprato anche un apparecchio elettromagnetico del valore di $50.000 per rintracciare ed eliminare i fantasmi. Non si hanno notizie circa i risultati. Bono Vox, frontman degli U2, avrebbe dimenticato il suo cappello a Londra ed invece di farselo magari spedire con un corriere mentre era in Italia, lo avrebbe fatto trasportare in Taxi e poi nel Cockpit di un aereo della British Airways al costo di $1500 (assicurazione compresa). La cuccia dei cani di Paris Hilton è la replica esatta della villa della bionda ereditiera di Beverly Hills. Costo $350.000. Non mancano nella cuccia l’aria condizionata, mobili, letti e i lampadari, con piscina riservata. Sono impiegati in questa villa in miniatura anche veri camerieri e uno e chef per i pasti.

Le case dei super-ricchi

Ci sono case per super ricchi che contengono tutto quello che si vuole e oltre. Messe in soffitta le “cafonate” anni ’80 dei rubinetti d’oro, si parte da una cantina privata di circa 10.000 bottiglie, con temperature secondo il vino, fino a una pista da bowling privata. Non può mancare un garage per cinquanta auto, l’eliporto con elicottero annesso per i trasferimenti in ufficio senza traffico (a Los Angeles è un “must”), tutti i tipi di sauna, piscina esterna con acqua salina e piscina interna da usare in inverno, Jacuzzi di tutte le forme e grandezze; campi da tennis, da calcio, basket, golf e, a quegli sparuti amanti, anche un campo di boccette. Sala Cinema privata, salone di bellezza personale con sala per lui e per lei, molto utile in pandemia quando non si poteva andare né al cinema né dal parrucchiere o dall’estetista. E poi, docce e vasche di tutti i tipi: super-tecnologiche, con luci e suoni, acque e vapori rilassanti. Ma il trend che va di più è il water con sedile riscaldato, con bidet incorporato, auto pulente che, ad ogni uso, si richiude da solo, con luce e musica soft che aiutano al rilassarsi per una migliore “evacuazione”. Molti hanno messo in casa anche un orinatoio a muro con cuscino personalizzato in pelle, per quando (soprattutto da ubriachi) si vuole appoggiare la testa al muro, mentre si fa “plin plin”. Tecnologia, domotica e “servitù” fanno da contorno ad ogni eccesso che i soldi possono comprare. Se il re Mida poteva trasformare tutto in oro, con una simbolica cifra di $425 a confezione c’è chi può fare la pipì o pupù dorata. Ogni confezione ha una o più pillole (nel caso il prezzo aumenta), i cui ingredienti sono minuscole foglie di oro 24 carati che donano ai “bisogni fisiologici” una lucentezza e brillantezza particolare.

Al ristorante

Ci sono persone che volano fino a Londra, nel quartiere di Stoke Newington, per assaggiare un filetto di Salmone affumicato, spendendo circa 130 euro per una tartina. La particolarità di questo salmone è che l’affumicatura è particolarmente curata e laboriosa, segue la tradizione familiare che risale al 1923. Secondo i bene informati sembra che il “guru” della cucina – OleHansen – suoni musica jazz dal vivo, pare che le onde sonore di questo particolare genere, rendano la carne del salmone più gustosa e profumata. Rimanendo nel campo culinario, un famoso chef londinese, Justin Horne, i cui menù possono superare i 10.000 euro (a volte vini esclusi), è sempre alla ricerca di specialità uniche per la sua “dorata” clientela. Uno dei piatti che serve sono composte di frutti di mare che crescono solo sulle coste della Galizia e dell’Asturia, la cui raccolta sulle rocce, battute dalle onde violente del mare, viene effettuata dai “percebeiros” (pescatori di lepadi) ed è molto pericolosa, tanto da causare almeno cinque morti l’anno. Un costo davvero alto.

Tra tanti soldi “buttati” arriva una buona idea

Gli Chefs nostrani non sono economicissimi: da Osteria Francescana, di Massimo Bottura, il “tasting menù” di dodici assaggi costa circa 300 Euro a persona, bevande escluse. C’è da dire, però, che, in contrapposizione con la sua attività per l’élite, Massimo Bottura ha aderito a un progetto – nato all’Expo di Milano – che ha lo scopo di “nutrire la terra” e combattere lo spreco alimentare. Creando così, dei refettori in varie città del mondo (al momento in Italia ne abbiamo a Milano, Bologna, Modena e all’estero Londra, Rio de Janeiro e Parigi), che possono sfamare i senzatetto, utilizzando tutto il cibo che la grande distribuzione non vende o deve buttare, cucinato da chef locali, così da permettere anche a un homeless di gustare piatti stellati. Come Massimo Bottura anche altri Chef stanno seguendo questo progetto e potrebbe essere un buon inizio per nuovi progetti di questo tipo.

di Francesca De Biase

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