Medici di famiglia: categoria a rischio estinzione?

Entro il 2031 si prevede che circa 20000 medici di famiglia andranno in pensione e che solo la metà di questi verrà rimpiazzata. Chi continuerà ad esercitare si troverà quindi a gestire anche 2000 pazienti, fra visite lampo, zone disagiate o sguarnite e una popolazione sempre più anziana da assistere e che rischia invece di non ricevere cure adeguate

Ogni cittadino iscritto al Servizio Sanitario Nazionale ha diritto ad un Medico di Medicina Generale attraverso il quale può accedere a tutti i servizi inclusi nei Livelli Essenziali di Assistenza. Il medico di base non è un dipendente del SSN, ma opera in convenzione con la ASL e il suo rapporto di lavoro è regolamentato dall’Accordo Collettivo Nazionale, dagli Accordi Integrativi Regionali e dagli Accordi Attuativi Aziendali nell’ambito della singola ASL.
I MMG, pur in un rapporto da professionisti convenzionati, sono uno dei principali presidi pubblici del nostro sistema sanitario, che, attraverso le convenzioni con le varie Regioni, garantisce l’assistenza di base a tutti i cittadini. Secondo le stime dell’Enpam, al 31 dicembre 2021 più del 50% dei MMG aveva oltre 60 anni di età e, pertanto, considerando un’età pensionabile di 70 anni e senza contare possibili pensionamenti anticipati, entro il 2031 dovrebbero andare in quiescenza circa 20000 medici di base.
Il numero delle borse di studio ministeriali destinate al Corso di Formazione Specifica in Medicina Generale, dopo un lungo periodo di stabilità intorno a 1000 borse annue, è stato recentemente triplicato grazie alle risorse stanziate dal PNRR. Tuttavia, un medico di famiglia non è un prodotto da acquistare “pronta cassa” al supermercato come un etto di prosciutto quando ci accorgiamo che il nostro frigo è desolatamente vuoto. Occorrono dieci anni per formare un MMG e le nuove leve non saranno comunque sufficienti per assicurare il ricambio generazionale. L’Enpam stima che il numero dei giovani formati o avviati alla formazione in medicina generale coprirebbe solo …

di Francesco Moroni