Caro carburanti, secondo i gestori
Focus Carburanti
Così si fanno i prezzi
I recenti balzi dei prezzi carburante, che hanno portato il Governo a prendere la drastica decisione di tagliare una parte degli oneri fiscali, ci hanno portato a controllare con maggiore solerzia -non senza qualche piccola apprensione- i prezzi sulle colonnine e a una ricerca donchisciottesca all’ultimo centesimo per accaparrarci il prezzo migliore. Come funziona nel concreto il meccanismo per la determinazione dei prezzi del gestore di una pompa di benzina? Lo abbiamo chiesto ad un addetto ai lavori, Stefano Gagliardini, 63 anni, da 23 gestore di una pompa di benzina “Esso”, nella trafficatissima Via Boccea a Roma.
Come si decide e come si applica l’aumento o il ribasso dei prezzi carburante?
A seconda degli aumenti o delle diminuzioni, tramite sms, la compagnia ci comunica la variazione del prezzo. Logicamente questo avviene al momento dello scarico del nuovo carburante. Quando finiscono le precedenti scorte, allora possiamo cambiare il prezzo.
Ogni quanto avviene il rifornimento dei carburanti nelle cisterne?
Dipende dalla grandezza degli impianti: i più grandi scaricano una volta al giorno, altri una volta a settimana. Nel mio caso, il rifornimento avviene anche due volte a settimana, all’inizio e alla fine. Dipende molto anche da quello che si riesce a vendere, ovviamente. Non si acquista nuovo carburante se poi deve rimanere nei serbatoi, anche perché con la fluttuazione dei prezzi, soprattutto in questo periodo, non si può rischiare di acquistare ad un prezzo alto e poi magari nel corso di qualche giorno i prezzi scendono.
Se il gestore non applicasse il prezzo indicato dalla compagnia va incontro a sanzioni?
Assolutamente non è possibile. Il prezzo deve essere quello fatto dalla compagnia. Il gestore può, di sua volontà, aumentare o diminuire al massimo di un centesimo. Va da sé che lo sconto che il gestore della pompa può fare è praticamente nullo! Inoltre noi gestori siamo obbligati a comunicare, con cadenza settimanale, il prezzo carburante su un portale governativo, anche se il prezzo rimane invariato. Almeno una volta l’anno, poi, ci sono i controlli dell’Agenzia delle Dogane per valutare la correttezza dei registri del distributore e dei documenti Das, il documento di accompagnamento per la circolazione di gasolio e benzina. Se, per esempio, in un anno scaricassi 100mila litri di benzina e ne vendessi 95mila, i restanti 5mila devono essere presenti in cisterna e deve essere tutto documentato.
Qual è il margine di guadagno del gestore?
Anche il margine di guadagno è molto ridotto, si parla di 4,2 centesimi al litro lordo. Si tratta ovviamente di una cifra fissa, non in percentuale. Paradossalmente, preferirei che la benzina costasse un euro piuttosto che due e non solo perché ne venderei di più! Gli aumenti quindi non riguardano anche noi. Potrei aiutarmi con quel piccolo margine di residuo sui prezzi e aumentarla di 1 centesimo, ma ormai, con questa guerra dei prezzi, non lo fa più nessuno.
Il taglio delle accise promosso lo scorso marzo dal Governo che conseguenze ha avuto su di voi?
È stato un bel problema perché in quel momento io avevo in cisterna circa 5mila litri di benzina, moltiplicata per 30,5 centesimi fa una bella cifra! Ho inoltrato una richiesta all’Ufficio Dogane, dichiarando la benzina che avevo in stock in quel momento, ma ancora oggi non so come recuperare quei soldi perché non è ancora molto chiara la procedura. Probabilmente, nel momento in cui rimetteranno le vecchie accise tagliate, allora questi famosi 30,5 centesimi potranno essere stornati, ma ancora non si sa nulla.
E secondo lei lo Stato ricaricherà le vecchie accise?
Penso proprio di sì, anche se spero il contrario. Mi stupisco che le abbia tagliate e che abbia prorogato questa decisione!
Quel è stato il prezzo più alto che ha dovuto applicare?
Io ho avuto il gasolio a 2,14 euro e la benzina a 2,09 euro. Non erano neanche tra i prezzi più alti, infatti in quel periodo ho triplicato l’erogato perché qui in zona i prezzi erano a 2,28-2,30 persino 2,40 euro. Paradossalmente nel periodo in cui le persone tenevano d’occhio i prezzi delle colonnine, sono riuscito a “conquistare” tanti clienti!
Secondo lei in quel periodo di ascesa folle dei prezzi, c’è stato un calo dei consumi di carburante?
A dire il vero il calo dei consumi io lo vedo dal periodo precedente al covid. Il covid ovviamente ha stramazzato il settore, durante il lockdown io erogavo circa 220 litri al giorno, moltiplicati per 4,2 centesimi, sprecavo solo energia elettrica. In molti hanno deciso che girare con l’automobile costa troppo e preferiscono muoversi con i mezzi, o meglio: sono stati costretti a farlo. Molte persone che si trovano in zone non servite dai mezzi pubblici prendono la macchina solo per fare il tragitto che le porti alla fermata della metropolitana più vicina. Se poi consideriamo che a Roma un’altissima percentuale di lavoratori è impiegata nel settore pubblico e molti di loro ancora sono in smart-working, tuttora gira molta meno gente.
Perché le “pompe bianche” riescono ad avere prezzi più competitivi?
Le pompe bianche sono gestite da piccolissimi gruppi che non sono obbligati a comprare il carburante da una compagnia fissa e quindi vanno alla ricerca dei vari depositi che possano mettergli il prezzo più basso. Al contrario, noi dobbiamo rifornirci, come da contratto, alla nostra compagnia.
di Michela di Gaspare