Big Beautiful Woman

Big Beautiful Woman

di Maria Teresa Lofari

Bellezza e società

Il rapporto tra modelli di bellezza femminile e società è mutevole e da sempre le donne hanno cercato di essere belle.
Il mito della bellezza è sempre stato perseguito in ogni epoca. Ognuna delle quali con i propri canoni, come anche nella nostra società odierna dove però la bellezza esteriore sembra essere diventata molto più importante delle qualità intellettive e morali, un’epoca in cui tutto deve essere rapido e non c’è tempo di soffermarsi su qualcosa o qualcuno che non attiri la nostra attenzione per la sua bellezza, oltre ad essere considerata un obiettivo da raggiungere ad ogni costo anche attraverso sacrifici e chirurgia estetica ed estrema di vario tipo.
L’ideale estetico, e i parametri che lo rappresentano, è il risultato di costruzioni socioculturali e proprio per questo motivo è soggetto a mutare in base al variare delle mode e delle epoche.
Ogni periodo, infatti, vede dei modelli estetici propri e altrettante torture per uniformarsi ad essi, dai busti con le stecche di balena che regalavano il vitino da vespa ai più attuali tacchi vertiginosi che slanciano la gamba, fino ai digiuni forsennati per entrare in una taglia trentotto.
Tra il busto e le diete però c’è anche un periodo in cui le forme femminili morbide e abbondanti erano, non solo un modello di bellezza, ma, anche un indicatore di appartenenza sociale, infatti, le forme prosperose erano sinonimo di ricchezza e ozio prerogativa delle classi agiate così come il fisico snello e muscoloso lo era della classe operaia che mangiava poco e lavorava tanto.
È nel ‘900 che assistiamo a un periodo in cui i canoni di bellezza subiscono i cambiamenti più repentini e in cui certi parametri di bellezza non sono più una caratteristica sociale ma un vero e proprio modello di fascino e di riferimento. Negli anni 40 lo stereotipo femminile è rappresentato da una donna in carne, sulle riviste americane compaiono le prime Pin-Up, ragazze generalmente procaci e ammiccanti con curve provocanti, seducenti e sensuali che fanno impazzire gli uomini.
In questo periodo la donna ideale ha i fianchi tondi, un seno esplosivo e gambe ben tornite, una donna insomma che non si preoccupa delle diete.

Bellezza e ruolo sociale

Basta però fare un salto in avanti di soli 20/30 anni per vedere questi parametri completamente in controtendenza che considerano la magrezza come canone assoluto di bellezza.
È un cambiamento dello stereotipo femminile che si muove contemporaneamente al cambiamento del ruolo della donna all’interno del suo ambiente, che la vede adesso quale protagonista attiva al suo interno e non solo come moglie e madre.
Alla magrezza è inconsciamente attribuita oltre che una valenza estetica anche una valenza morale, dove il fisico filiforme e scattante è anche sinonimo di ambizione, potere, autosufficienza e impegno sociale.
Il concetto di bellezza quindi continua a essere modellato dal contesto sociale e che si tratti di uno stereotipo che prediliga la donna pin up o la donna filiforme utilizza vari mezzi per manifestare la sua volontà: attraverso il consenso sociale, l’approvazione generale, la moda e non ultimo il bombardamento mediatico che più di tutti si presta a diffondere i ben noti modelli di riferimento.
Stereotipi che, non dobbiamo dimenticare, hanno un’influenza non sottovalutabile sull’autostima e sull’ansia.
I modelli sociali, infatti, ci forniscono in continuazione indicazioni su cosa è appropriato, piacevole, bello e non rientrare o avvicinarsi a questi standard può influire sul proprio livello d’insoddisfazione generando un senso d’inadeguatezza del proprio corpo. La percezione di ciò che siamo, a discapito di ciò che vorremmo essere, può dare origine a uno stato di ansia e insoddisfazione che si estende anche ad altri aspetti della nostra vita fino a minare, in soggetti con fragilità psicologica, l’autostima e cronicizzare i tipici disturbi dell’alimentazione.

La bellezza nell’intimità dal punto di vista maschile

Oggi la bellezza che ci viene proposta è sempre più spesso associata alla magrezza e questo sembra diventato l’obiettivo della maggior parte delle donne contemporanee, eppure rimarremmo davvero sorprese scoprendo quanto divario esiste tra quello che noi donne percepiamo come attraente rispetto a quello che i nostri uomini preferiscono nell’intimità.
Ebbene, dopo anni di diete e ore e ore passate in palestra, i gusti maschili sembrano orientati verso una bellezza più rotonda e morbida, giudicando più solari, affascinanti e sensuali le donne con qualche chilo in più.
Le donne burrose, quelle con un lato b abbondante, con un seno grande e generoso, con i fianchi torniti, perché suscitano l’idea di complicità e seduzione e… si “acchiappano” bene. Il ritorno della Super Pin Up sembra essere la speranza di molti uomini.
Il ritorno cioè di quelle donne che ondeggiano camminando, quelle con i fianchi e i seni abbondanti che eccitano, al loro passaggio, la mente e non solo. Le rotondità sono considerate rassicuranti, rimandano l’immagine di una donna che sa prendersi cura di loro e inconsciamente riconducibile alla figura materna e, quale miglior posto per immergersi se non tra i seni prosperosi e avvolgenti, dove affondare il viso e abbandonarsi. Gli uomini hanno a proposito grandi fantasie e più il seno è grande e più la fantasia decolla. Non solo, il seno in quanto zona erogena permette all’uomo di avere nei momenti di intimità un pieno controllo partendo proprio da lì, quindi più grande sarà il seno maggiore sarà l’autorità esercitata atta ad un reciproco piacere ovviamente. Basterebbe riflettere su come un uomo tendenzialmente descrive la donna che gli piace, tra le prime caratteristiche vengono quasi sempre citate le sue forme, quelle curve che tanto più sono piene e generose tanto più stimolano tutta una serie di fantasie. I seni generosi di cui sopra, i fianchi tondi con quei rotolini tanto odiati dalle donne che, in realtà, diventano un appiglio in momenti topici. Quei fianchi da stringere, afferrare e muovere a ritmo del piacere. La pancia un po’ pronunciata insieme alle curve over-size, ma armoniose, hanno proprietà afrodisiache, sono una tentazione per la bocca e per le mani, tentazioni all’interno delle quali anche i giochi golosi trovano spazio, per poi arrivare al lato B che, inutile sottolinearlo si colloca tra le maggiori passioni degli uomini per le “curve pericolose”.
Lato B e sesso diventano subito un binomio, volendone trovare una spiegazione antropologica potremmo dire che, prima che l’uomo raggiungesse la posizione eretta, tutti i rapporti si consumavano da dietro e quindi siamo soggetti a questo retaggio ma, volendo rimanere ai giorni nostri possiamo dire che il lato b è una zona erogena carica di tabù, spesso associata ad un sesso trasgressivo che aumenta la complicità tra i partner, inoltre un sedere abbondante permette, durante l’atto sessuale, di affondare le mani nella morbidezza. Il piacere dei sensi a prevalere su tutto. L’uomo è epicureo e la donna morbida è automaticamente associata al piacere.
La sensualità nell’immaginario maschile è associata alla donna cicciottella e va a braccetto con il piacere, motivo per il quale, meno ossessionate dal loro aspetto fisico, le donne formose riconducono ad una sensualità e sessualità più allegra, allegria che è tanto maggiore quanto maggiore è lo spasso tra le lenzuola con una donna ironica e intelligente che non è aggressiva. Il connubio di queste percezioni fa impazzire l’uomo che si sente così completamente a suo agio, sentire la morbidezza di una donna in carne, vederla nella sua interezza piace all’uomo che appaga così il senso della vista ma soprattutto quello del tatto. Le donne morbide inoltre non sono ossessionate dalla linea e agli uomini piacciono le donne che, senza strafare, si concedono qualche peccato di gola o si lasciano andare a tavola perché fa pensare che si lascino andare anche in altre situazioni. A livello psicologico l’abbondanza è spesso associata a un senso di felicità e benessere che spesso una donna magra non riesce a comunicare. Il maschio sogna una donna complice, che sappia sedurlo sia con la mente sia con il corpo, che sia ironica, provocante ma accessibile. Le donne in carne hanno imparato ad accettarsi e, come tutte le persone sicure di se stesse, a porsi in modo positivo nei confronti degli altri emanando un fascino e un sex appeal che all’uomo non passa davvero inosservato. Indubbio e fondamentale sottolineare però, sia nel caso di una donna magra che di una pin-up: se il primo impatto che si ha di una persona è legato al suo aspetto fisico, le caratteristiche che poi si aggiungono a quella prima impressione talvolta possono anche capovolgerla.
La bellezza di una donna quindi, così come quella di un uomo, è composta di tante cose ma sicuramente quella che rende entrambi più belli è la consapevolezza dell’importanza di stare prima bene con se stessi a prescindere da quello che gli altri gradiscono o no di noi e ricordare che omologarsi spesso significa perdere la propria identità personale, la stessa che ci permette di essere assolutamente unici e irripetibili.

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