Adozioni Gay

Adozioni Gay

Diversi studi tra i più recenti, per esempio il New Parents Study di Lamb (Cambridge), la “Reserach on New Family Forms” di Golombok e Ehrhard (Cambridge e Columbia University) o , in Italia la ricerca  di Baiocco, R., Santamaria, F., Ioverno, S., Petracca, C., Biondi, P., Laghi, F., Mazzoni, S. (2013), affermano che le coppie omosessuali sono egualmente idonee per l’adozione, ai fini dello sviluppo psicofisico e del benessere in generale del bambino, delle coppie eterosessuali.
Sostanzialmente questa posizione sostiene, cosi come confermano anche alcune ricerche condotte dalla Prof. Lavinia Barone – Docente di Psicologia presso l’Università di Pavia e Responsabile del  Laboratorio di psicologia dell’attaccamento e sostegno alla genitorialità,  che “L’adozione è un’esperienza riservata a una tipologia di genitorialità che richiede maggiori sfide rispetto alla genitorialità biologica e quindi  non ci sono ragioni per pensare, sulla base dei dati scientifici ad oggi disponibili, che le coppie omosessuali debbano avere un trattamento diverso rispetto a quelle eterosessuali. Per tutte va valutato il grado di flessibilità emotiva, capacità di accoglienza e di corretto ruolo educativo che possono offrire al bambino, nonché gli stereotipi o le false aspettative che possono ostacolare il processo di integrazione del bambino nel nucleo familiare.”
E’ fondamentale evidenziare però che, parlando di adozioni da parte di coppie omo genitoriali, non è assolutamente messa in discussione la capacità di cura, di emotività e di amore della coppia, non sarebbe corretto, ma, altrettanto scorretto sarebbe ignorare o addirittura rinnegare oltre cento anni di studi di psicologia dell’età evolutiva quindi, semmai, si tratta di capire quali stimoli vengono a mancare, in questi casi di adozioni, per il corretto sviluppo psico-emotivo del bambino.
Le ricerche fin qui condotte su coppie omosessuali preferiscono parlare di diversità piuttosto che di carenze “una diversità legata al genere e ai ruoli svolti all’interno della coppia genitoriale. Le coppie lesbiche possono avere maggiore propensione per le attività di cura piuttosto che di esplorazione e attività dei propri bambini mentre le coppie gay dimostrano maggiore propensione al gioco e all’esplorazione piuttosto che all’accudimento. Ciononostante, i ruoli – materno e paterno – sono distinti e distribuiti anche nelle coppie omosessuali, e alcune – poche ad oggi – ricerche hanno dimostrato anche i cambiamenti cerebrali neurobiologici che avvengono nei cervelli rispettivamente di genitore con ruolo materno e genitore con ruolo paterno delle coppie omosessuali. Un fattore che può incidere come mancanza è l’effetto stigma; più è presente stigma sull’esperienza adottiva e sulle idee o aspettative che si nutrono sui figli adottati, più le esperienze condivise si riducono e questo incide anche nella lettura “per difetto” che si fa dei propri figli, come ad esempio pensare più facilmente che siano fragili o bisognosi di cure neuropsichiatriche in quanto adottati.
Una eventuale mancanza o carenza di stimoli potrebbe derivare dalla delimitazione della rete sociale che si estende solo alle persone che accettano o comunque condividono questo tipo di genitorialità, facendo sì che la crescita dei bambini avvenga in ambienti meno eterogenei e diversificati.
Nei primi anni di vita di un bambino però l’identificazione e l’imitazione del comportamento del genitore dello stesso sesso sono fondamentali per lo sviluppo di un’identità di genere e di definizione del ruolo sessuale. Tale processo di acquisizione si consolida poi attraverso il ruolo svolto dall’interazione con i coetanei e dalla maturazione dei processi mentali, sinergie che portano il bambino ad acquisire i relativi comportamenti di ruolo, e come prima affermato, tali sinergie potrebbero essere quanto meno limitate.
Quindi per sviluppo psicologico intendiamo tutta una serie di cambiamenti, nelle funzioni e nella condotta, di una persona con l’avanzare dell’età, è uno sviluppo che investe tutta la vita di un individuo, ma le fasi più significative e cruciali avvengono nel periodo dell’infanzia e dell’adolescenza.
Un corretto sviluppo della personalità, che passa anche attraverso lo sviluppo affettivo, dipende sia da un adeguato sviluppo cognitivo, sia dal tipo di rapporto che il bambino instaura con l’ambiente e con le persone di riferimento che ne fanno parte.
Tutta la Psicologia sostiene che è di particolare importanza la relazione madre-figlio, sull’esperienza della quale si fonderanno le successive relazioni interpersonali, e le poche ricerche ad oggi disponibili non ci possono certo garantire che i “cambiamenti cerebrali neurologici che avvengono nei cervelli rispettivamente di genitore con ruolo materno e genitore con ruolo paterno delle coppie omosessuali” siano sufficienti a non riscontrare differenze. Se questo rapporto manca o è alterato si generano nel bambino degli stati carenziali dal punto di vista emozionale. Che si tratti di una coppia con due mamme e con due papà, crescere con genitori omosessuali e quindi senza punti di riferimento dell’altro sesso rappresenta un limite.
Una capacità importante che, per esempio, deve essere acquisita è la capacità di accogliere la differenza e crescere con due figure di sesso opposto, un padre e una madre, permette al bambino di “sperimentare” tale esperienza e quindi, attraverso questa, di consolidare la sua identità maschile o femminile. La scoperta e la concettualizzazione delle differenze avvengono innanzitutto attraverso le differenze fisiche: dopo l’iniziale e fondamentale simbiosi con la madre, la scoperta del padre come figura separata e sessualmente diversa, introduce il bambino nel mondo della diversità che sarà la base del modello su cui costruire l’identità personale che è prima di tutto un’identità sessuale. L’identità ha origine attraverso un processo d’identificazione che coinvolge tanto la psiche quanto il corpo sessuato dei genitori.
Due genitori dello stesso sesso – invece – negano per forza di cose questa esperienza che è comunque un diritto del bambino poiché la negazione del valore della differenza sessuale può provocare interferenze nella costruzione dell’identità. Questo tipo di apprendimento richiede un flusso d’informazioni/relazioni bidirezionali e il non poter contare su una delle due figure oltre a creargli una situazione di ambiguità lo caricherà sicuramente anche di confusione che agirà a sua volta negativamente sullo sviluppo psicologico.
Per un corretto sviluppo è necessario che il bambino possa confrontarsi sia con l’identico a sé sia con il diverso da sé e di essere amato in quanto identico e in quanto diverso innanzitutto all’interno della famiglia.
La famiglia quindi non è solo un luogo di affetti e di amore ma anche un luogo con un suo ordine strutturale e simbolico con le sue leggi e le sue dinamiche.
Dinamiche che semmai tendono a mutare, più difficilmente stravolte, come le recenti ricerche sulla figura paterna, troppo spesso enfatizzata un solo giorno all’anno, quando – in realtà – oggi a quella figura è stato riconosciuto un ruolo ben più importante di una semplice festività, vista non più come una mera figura di spettatore ma come coprotagonista, con quella della mamma, nello sviluppo del bambino. Il ruolo del padre – infatti- influenza sin dalla nascita il clima familiare e incide sul benessere psicologico della madre che, conseguentemente, si riflette su quello del bambino ma oltre a questo aspetto che può sembrare, pur non essendolo, marginale, questa figura è essenziale, perché costituisce un “punto di riferimento” con cui il bambino si confronta e attraverso cui sviluppa la propria identità. Spezza il legame simbiotico che il bambino ha con la propria mamma sin dalla nascita e permette a tale unione di non diventare un laccio soffocante che ostacola lo sviluppo. Il padre offre al figlio uno sguardo diverso con cui guardare il mondo e gli permette di esplorare ciò che esiste oltre l’abbraccio materno.
Non bisogna inoltre dimenticare che il processo di adozione in sé è un percorso piuttosto lungo e tortuoso, che richiede soprattutto un percorso psicologico perché spesso, il bambino che viene adottato ha già subito dei traumi precoci e i genitori potrebbero trovarsi di fronte a difficoltà molto importanti da affrontare ed è –perciò-  necessario che dispongano di strumenti adeguati per una corretta nascita del nuovo nucleo parentale. Questo per evidenziare che alla base di un’adozione ci sono sempre delle dinamiche e delle problematiche iniziali che vanno elaborate all’interno del nucleo stesso e, nel caso di coppie omosessuali forse qualche problematica in più va considerata.
Uno dei temi cruciali nelle adozioni per esempio è rappresentato dall’oscurità delle origini e gli enigmi genealogici sommati a un’elaborazione più complessa di diversificazione e identificazione potrebbe generare varie patologie.
Sarebbe interessante capire, così come per le coppie eterosessuali, quali sono le motivazioni che generano, oltre alla voglia di donare amore, la richiesta di adozione. E’ importante poter escludere che alla base di una richiesta di adozione da parte di coppie omosessuali sia celata una percezione d’inferiorità, di marginalità, una nostalgia per un bene dal quale per scelta si è esclusi che invece spesso si manifesta attraverso la rivendicazione ossessiva del diritto alla normalità.
Troppo spesso si pone l’accento sui diritti degli adulti e sull’uguaglianza, dimenticando i diritti dei bambini e le responsabilità che le generazioni precedenti hanno su quelle successive e soprattutto la responsabilità che un genitore ha sul normale sviluppo del proprio figlio.
L’amore che un genitore può dare è importantissimo ma non è sufficiente a coprire tutti gli ostacoli e i problemi che una tale situazione comporta. Così come bisogna sempre tenere conto del cambiamento della società, allo stesso modo è importante tener conto dei limiti oltre i quali è possibile o impossibile spingersi.
Il cambiamento sociale, infatti, spesso richiede anche dei cambiamenti di atteggiamento, ma non sempre è possibile “naturalizzare” un atteggiamento/fenomeno discostandosi completamente dalle regole della natura. Alcune regole non esattamente naturali (dettate dalla natura) infatti possono essere giudicare tali non perché realmente lo siano ma solo perché è l’evoluzione sociale a richiederlo e a giudicarle tali.
Per correttezza è però importante anche sottolineare che le ricerche che hanno per oggetto i genitori omosessuali e i loro figli, sono ricerche ancora recenti e piuttosto scarse, forse proprio per queste motivazioni, su queste tematiche il mondo scientifico ed alcuni altri docenti di altri mondi accademici a cui sono stati chiesti dei pareri a tal proposito ancora non prendono posizioni nette.
Per poter quindi affermare che c’è, o non c’è, differenza nello sviluppo psico-emotivo dei bambini cresciuti con coppie omosessuali rispetto ai bambini cresciuti con coppie etero è necessario effettuare studi longitudinali che trasformino le risposte politically correct in risposte basate su studi empirici.

di Maria Teresa Lofari

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