Una vita al fianco delle donne

Una vita al fianco delle donne

Da giovane ostetrica di provincia alla menzione di “Donna che sta cambiando l’Italia”. Intervista a Rosaria Avisani, ambassador degli Stati Generali delle Donne e non solo: una vita dedicata al lavoro, al volontariato e all’insegnamento; una vita spesa a migliorare la situazione delle donne e, di conseguenza, a migliorare la nostra società

Febbraio 1985. Mentre l’Italia è bloccata dalla nevicata del secolo, una giovane ostetrica di provincia, Rosaria Avisani, inizia il suo lavoro agli Spedali Civili di Brescia. La città è un mondo diverso da quello a cui è abituata, un mondo che fin dal primo giorno si impegnerà a migliorare. Da Brescia a New York, Rosaria si dedica al lavoro e al volontariato, con particolare attenzione ai temi della salute e dei diritti umani delle donne. Il suo impegno e la sua concretezza saranno riconosciuti dagli Stati Generali delle Donne con la menzione a “donna che sta cambiando l’Italia” e dal Capo dello Stato con la nomina a Cavaliere al merito della Repubblica. In questa intervista ci racconta le sue sfide, il suo impegno e la sua grande forza di volontà nel cambiare le cose, perché tanto è stato fatto, ma tanto rimane ancora da fare.

Quando e come è iniziato il suo impegno per le donne?

La mia scelta di affiancare le donne è stata implicita nella prima professione che ho fatto e che poi è stata il filo conduttore di tutto il mio percorso: ho iniziato come ostetrica, quindi inserita nel mondo femminile per definizione. Prima di arrivare agli Spedali Civili di Brescia avevo lavorato in un paese di provincia e lì le donne andavano in ospedale per partorire come se fosse casa loro, diciamo che venivano lì, così non dovevano lavare le lenzuola. La struttura era molto vicina a quella di una casa. Quando mi sono trovata al Civile, il modello organizzativo e assistenziale per le gestanti era molto più vicino a quello delle “pazienti” e io ho cominciato a ribellarmi. Impedivo che le donne venissero legate, le facevo partorire nelle posizioni scelte dalle donne in cui stavano meglio e cercavo di aiutarle sotto ogni aspetto. Questo mio atteggiamento venne subito notato e criticato dagli operatori abituati a metodi decennali, ma anche dalle stesse colleghe donne, ormai….

di Vanessa Fieschi

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