Società in numeri

CRISI CLIMATICA

Una società “multi allarmata”? Secondo un’indagine effettuata da AstraRicerche per Greenpeace nello scorso mese di maggio, denominata “Le emergenze ambientali e il rischio di estinzione secondo gli italiani”, la crisi climatica è in cima alle preoccupazioni degli italiani. Secondo tale ricerca, effettuata su un campione di 800 persone, il 20,9 % teme gli effetti del “climate change”; segue il timore degli effetti naturali derivanti dallo stesso (siccità e inondazioni), pari al 17,4 %; a seguire, l’inquinamento dell’aria, che si attesta al 10,8 % degli intervistati. Dal rapporto emerge, tuttavia un dato contradditorio: i più “allarmati” sembrerebbero i più giovani, sicuramente i più attivi a livello mediatico; lo “zoccolo duro” però è sempre rappresentato dalla fascia adulta dei c.d. “baby boomer”, concentrati nell’Italia centro-settentrionale e residenti nelle grandi città. Un allarme, quindi, da prendere con le molle. Come riporta GreenReport: «Dall’indagine di AstraRicerche emerge il quadro di una società “multi allarmata”, ma come queste convinzioni e timori “ambientalisti” si trasformino poi nel voto a forze politiche che minimizzano gli impatti del cambiamento climatico, o addirittura li negano e propongono quasi ogni giorno politiche anti-ambientaliste, è un mistero».

SALUTE

“Obesi, pigri e depressi”. Secondo il XX° Rapporto Osservasalute relativo all’anno 2022, gli italiani della fase post pandemica si starebbero inesorabilmente “lasciando andare”. Secondo i dati riportati, infatti, gli italiani in sovrappeso costituiscono il 12 % della popolazione, quasi 6 milioni di adulti, e sono in costante crescita; il 46 % degli adulti è in eccesso ponderale e, di questi, più di un terzo (il 33,7%) ha dichiarato di non praticare attività fisica. La totale assenza di pratiche ludico-sportive, però, si ravvisa soprattutto tra i “piccoli” italiani: nella fascia d’età tra i 3 e i 17 anni, infatti, si ravvisa un crollo (pari al 15 %) di quest’ultime nel fatidico biennio 2020-2021. Al preoccupante dato “sedentario” della popolazione si aggiunge quello psicologico: nel suddetto biennio si è registrato un notevole aumento del ricorso a farmaci antidepressivi da parte degli italiani, decollati in media a +10,4 % solo negli ultimi 5 anni; un incremento “spaventoso” se solo si prende in considerazione il triennio precedente (2013-2016) dove tale aumento si attestava al +1,8 %. Questi sarebbero i dati dell’Italia uscita dalla pandemia: una società sedentaria, obesa e depressa. La domanda sorge spontanea: dove impiegano il loro tempo libero gli italiani? Social media, serie TV e videogiochi sono i “nemici da abbattere”.

LAVORO

Discriminazioni sessuali. Un recente sondaggio pubblicato da Indeed, tra i portali più consultati al mondo tra chi offre e cerca lavoro, riporta che: «oltre un lavoratore italiano su tre (35%), che si identifica come Lgbtqia+, ha subìto discriminazioni sul posto di lavoro». La ricerca si è basata su un campione di 1000 persone, di cui circa la metà si è dichiarata appartenente alla comunità Lgbtqia+. Le discriminazioni poste maggiormente in evidenza dal sondaggio sono quelle “nascoste” (33 %), ossia delle micro-aggressioni, verbali e fisiche, subìte sul posto di lavoro. Dalla ricerca emerge tuttavia un dato positivo: l’82 % afferma di aver fatto “coming out” sul posto di lavoro (di questi, il 38 % con tutti i colleghi, il 44 % «solo con quelli di cui si fida»). A confermarlo è il manager di Indeed Tom Hanlon: «Una nota positiva è data dall’elevata percentuale di persone che si sentono a proprio agio nel fare coming out con i colleghi. Ciò dimostra che c’è un cambio di mentalità e un atteggiamento positivo nei confronti delle persone che decidono di rivelare i propri orientamenti sul luogo di lavoro, il che è fondamentale per favorire il senso di appartenenza e promuovere un’autentica realizzazione personale».

di Matteo Picconi

 

 

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