Società in numeri

ENERGIA
Rischio “shock esterni”. «Per dipendenza da petrolio l’Italia è ottava nella classifica europea». È quanto emerge dallo studio “The Multi-dimensional Oil Dependency Index (MODI) for the European Union” effettuato sui 28 Stati membri dell’UE. Secondo la ricerca, che si riferisce all’anno 2019, nel nostro Paese il 35% delle fonti di energia derivano dal petrolio, il 30% dal gas naturale mentre si attestano a un misero 10% per le rinnovabili. Riguardo quest’ultime siamo troppo “pericolosamente” in media con gli standard europei. Come riporta Greenreport.org: «lo studio ha evidenziato tre fondamentali criticità dell’UE: la difficoltà a dissociare il consumo di petrolio dalla crescita del PIL e raggiungere gli obiettivi ambientali fissati dal Green Deal europeo; la disparità dei vari paesi rispetto alla dipendenza dal petrolio; e infine il problema della dipendenza internazionale e geopolitica dal petrolio per la sicurezza energetica». Considerando le tensioni internazionali e il conflitto russo-ucraino alle porte dell’Europa, il rischio di trovarsi improvvisamente di fronte a “shock esterni” è molto elevato. Un motivo in più per puntare seriamente sulle energie rinnovabili e su politiche favorevoli alla transizione ecologica.

SANITÀ
“Avamposto di salute sul territorio”. La pandemia ha messo a dura prova tutto il settore della sanità pubblica per oltre un biennio ma ha favorito la crescita della c.d. “farmacia dei servizi”. A confermarlo è un sondaggio effettuato da Iqvia su un campione di 300 farmacie sparse su tutto il territorio nazionale. Come riporta Fpress.it, il dato che è emerso è il seguente: «per il 78% della popolazione le farmacie sono state un punto di riferimento durante il Covid (…). L’attesa, a medio termine, è che si rafforzi il rapporto di fiducia del cittadino con il proprio farmacista nella prospettiva che questi assuma sempre più un ruolo di consulenza, non solo nella promozione del benessere, ma anche nella prevenzione e monitoraggio delle patologie croniche. L’attesa a lungo termine, invece, è che si sviluppino servizi anche di consulenza in farmacia e strumenti digitali (telemedicina, teleconsulto) per il monitoraggio del paziente a domicilio». Il risvolto della medaglia, che abbiamo approfondito su questo numero, è il progressivo declino dei medici di base, figura già precarizzata nella fase pre-pandemica, ad oggi in piena crisi sia sul piano numerico che sul fronte della formazione professionale.

VIOLENZA GIOVANILE
“Educazione all’affettività”. Dall’indagine “I giovani e la violenza tra pari”, effettuata da Ipsos per conto di ActionAid su un campione di 800 ragazzi di età compresa tra i 14 e i 19 anni, emergono dati allarmanti. Se da un lato 4 ragazzi su 5 pensano che una donna possa sottrarsi a un rapporto sessuale se davvero non lo vuole, 1 su 5 ha risposto che l’abbigliamento o un atteggiamento provocante da parte delle ragazze possa scatenare una violenza sessuale. Solo per il 78% degli intervistati fare foto e video in situazioni intime, e poi diffonderle, è un atto di violenza. La mancata denuncia di tali violenze risponde in primo luogo alla vergogna (62%). Dalla ricerca emerge un quadro al dir poco inquietante. Come sostiene Maria Sole Piccioli, responsabile di ActionAid: «I dati confermano la necessità di occuparsi di violenze, oltre che di bullismo e cyberbullismo, che colpiscono soprattutto gli under 14. La violenza tra adolescenti ha le radici nella società patriarcale che ancora oggi influenza il processo di crescita delle nuove generazioni e non permette di sovvertire dalle fondamenta la cultura dello stupro». Occorre prima di tutto una “educazione all’affettività”, forse l’aspetto più assente tra gli adolescenti; un “buco nero” di cui sono responsabili soprattutto le famiglie e le istituzioni scolastiche.

di Matteo Picconi

 

 

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