
Ponte di Messina: il “no” degli scienziati
«L’attuale progetto del ponte potrebbe diventare l’ennesima cattedrale nel deserto». È la paura degli esperti, gli scienziati. Perché la Sicilia e la Calabria di costruzioni iniziate e abbandonate ne hanno già viste troppe. Dall’altra parte un progetto, o sogno tutto italiano, che trova la sua culla più di 50 anni fa in un Paese in pieno boom economico. La conclusione degli esperti che hanno studiato il progetto definitivo è lapidaria, «nel suo stato attuale non reggerebbe», e puntano il dito verso l’interesse economico di chi costruisce
di Riccardo Sacchi
21 marzo 1965 – Su La domenica del Corriere campeggiava in prima pagina la scritta «La Sicilia diventa continente. Un ponte di quasi quattro chilometri unirà Punta Pezzo, in Calabria, a Ganzirri. Il progetto della grande opera che costerà circa novanta miliardi (di lire – oggi 46,5 milioni di euro, ndr) ricorda quello del celebre ponte di Nuova York». Sulla destra, l’immagine di una famiglia che attraversa il ponte di Brooklyn sul tipico carretto siciliano. Nel 1970 La Stampa indicava che, nel giro di 10 anni «la Sicilia non sarà più un’isola» puntando sul 1980 come data di fine lavori.
Il sogno di un ponte sullo Stretto di Messina ha attraversato la storia politica italiana trovando grandi sostenitori e, in opposizione, governi che ne hanno sancito l’arresto. Ma, in maniera diversa e ricorrente, il progetto di un ponte sullo Stretto è sempre stato rispolverato. Perché, se nell’ideale pop sembra un sogno intramontabile, nella narrazione politica smuove interessi economici e geopolitici.
“Sogno” cinquantennale, un costo tutto italiano
I primi studi risalgono al secondo dopoguerra. Nel 1968, con la legge 384, il governo incarica Anas, Ferrovie dello Stato e Cnr di valutarne la fattibilità. Nel 1971 autorizza la creazione della Stretto di Messina Spa, costituita poi nel 1981. Sei anni dopo Anas, Ferrovie e Consiglio superiore dei lavori pubblici ricevono il mandato di progettare un ponte sospeso di 3.300 metri sul tracciato Cannitello-Ganzirri, lo stesso discusso ancora oggi. Nel 1992 il progetto viene inserito tra le opere strategiche. Nel 2003 si approvano progetti preliminari e studio ambientale. Nel 2004, con il governo Berlusconi, sembra fatta: il piano finanziario…
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