Attenti ai controlli vessatori

Cultura della sicurezza

Troppo spesso i responsabili di vari punti vendita, al fine di migliorare la sicurezza del proprio sito, elaborano fantasiosi controlli antitaccheggio nei confronti dei clienti, che poi vengono fatti rispettare da Guardie Giurate o addetti ai servizi di portierato (simili alle guardie giurate solo per la foggia della divisa ma con nessun potere o riconoscimento giuridico). Se il divieto di entrare con zaini e borse (che vanno riposti in armadietti o chiusi in buste di sicurezza), imposto dal responsabile del punto vendita, appare legittimo (il negozio è il suo), fanno eccezione i casi in cui, il contenuto dello zaino sia necessario al cliente e che magari non lo voglia mostrare, come, ad esempio, chi porta contenitori di sostanze nutritive o medicali ad infusione H24. È anche vero che nessuna legge ci obbliga a fare la spesa senza avere a disposizione i nostri zaini o le nostre borse e se qualcuno ci “nasconde” della merce è affar suo, della vigilanza e del responsabile del punto vendita. I controlli di accesso sono il più delle volte legittimi, si basano sul diritto di chi è titolare del diritto di proprietà di far entrare, all’interno della sua proprietà, quelle persone che si attengono alle sue regole, al contrario, i controlli in uscita invece, legittimi, non lo sono quasi mai. Nessuno (tranne le forze di polizia) può controllare la persona o le cose che essa trasporta senza il consenso, dato nei modi di cui all’art. 50 CP, della persona stessa. Vuol dire che, se all’uscita del supermercato, qualcuno vuole controllare la vostra spesa, il vostro scontrino o l’interno della vostra giacca, può farlo solo con il vostro esplicito consenso. Nessuna sanzione o ulteriore azione può essere effettuata se non viene dato il consenso e ad esempio, che il timbro sullo scontrino serva per rendere operativa la garanzia è una bufala. In buona sostanza, se avete fatto, inavvertitamente, suonare l’allarme antitaccheggio e volete far controllare la vostra borsa degli acquisti, fatelo, se invece non volete farlo salutate cordialmente e andatevene tranquillamente. Se, in questo caso, qualcuno vi trattiene contro il vostro volere, potete denunciare il reato (art. 605 CP) commesso su di voi alle forze di polizia. Non è giuridicamente consigliabile diventare violenti, anche se qualcuno vi blocca contro la vostra volontà. Picchiare una guardia giurata è un reato grave (al pari di chi picchia un pubblico ufficiale) e anche picchiare un addetto alla sicurezza, anche se non precedibile d’ufficio, è un reato e (soprattutto) non si fa. meglio aspettare le forze di polizia e lasciare che siano loro a denunciare chi vi ha trattenuto senza motivo, con la specifica che se chi vi ha fermato è un “addetto alla sicurezza” ma non guardia particolare giurata dovrà essere denunciato anche per la violazione degli artt. 133 e 134 TULPS, in quanto – a questa figura professionale – sono demandati compiti di assistenza alla clientela e non di vigilanza e custodia della merce. Attenzione inoltre a non esacerbare gli animi, stando bene attenti a non fare qualcosa di improvviso o stupido facendo innervosire il “tutore della sicurezza”, sebbene le guardie giurate siano ormai esperte nei rapporti con la clientela e nell’uso delle armi, più facilmente tra gli addetti alla sicurezza c’è chi porta indosso armi illegali (manganelli, bastoni estensibili, taser, spray paralizzanti etc), di cui il porto (tranne che per i poliziotti) è sempre vietato, in questi casi meglio chiamare una pattuglia e segnalare il reato (Art. 699 CP). Quanto sopra serve a ricordare i vostri diritti di cittadini, che non possono essere violati – senza il vostro consenso – da nessuno. Se invece avete il “vizietto” di nascondere le cose prese al supermercato e non pagarle, allora quanto spiegato non vi sarà di nessun aiuto e come è giusto sarete presi e denunciati all’Autorità Giudiziaria.

di Leandro Abeille

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