Se la scienza non è verità, la verità non esiste

Se la scienza non è verità, la verità non esiste

Uno degli argomenti che più viene tirato fuori per contrastare gli scienziati è che la scienza ha sbagliato e sbaglia tuttora. E’ vero, ovviamente. Tuttavia, se sbaglia la scienza, l’ignoranza sbaglia esponenzialmente di più. Gli antiscientisti (spesso coi sorrisi inebetiti di chi vorrebbe insegnarti una lezione che lui stesso non conosce) fanno sempre l’esempio del calabrone, pare che “secondo la fisica non possa volare, ma questo l’insetto non lo sa e vola ugualmente”. Ovviamente questo assunto è falso, colui che aveva studiato le capacità del calabrone aveva solo sbagliato i calcoli. Però il punto rimane: la scienza sbaglia quando è ignorante. Sbagliava nel passato e sbaglia – anche se molto meno – nel presente, nel futuro sbaglierà pochissimo. Per questo è particolarmente idiota considerare gli sbagli o le credenze “scientifiche” del passato per associarli alla scienza odierna.

Nel futuro – tranne che i Talebani non conquistino il mondo – sarà possibile sostituire organi umani danneggiati con parti bio-cibernetiche, gli uomini del 3000 rideranno di noi che ancora aspettiamo la morte di qualcuno per fare un trapianto. Ci sarà anche qualcuno che si lamenterà perché “era meglio mille anni fa quando i cuori erano umani e non organico/meccanici”. Ovviamente ci sarà sempre qualche “scienziato”, il quale, senza prove, affermerà qualcosa che andrà controcorrente. La gente gli crederà. La gente crede perché ha paura ed è ignorante, perciò va ad abbracciare qualsiasi cosa verso la direzione auspicata. Gli “scienziati controcorrente” affermeranno l’impossibile perché in questo modo avranno eco e conquisteranno un seguito. I politici sfrutteranno la situazione, perché anche gli idioti votano. Sta tutta qui la diatriba tra Pro Vax e No vax per quanto riguarda i vaccini contro il Covid 19.

Quello che dobbiamo capire è che la scienza migliora sé stessa e aspira alla perfezione, non si deve adeguare agli umori del momento (lo fa qualche “scienza” umana) ma limitarsi a capire, con certezza, quello che succede e in base a questo, la migliore modalità d’intervento. La scienza può accettare opinioni controcorrente solo se basate su evidenze scientifiche inoppugnabili e non attraverso “pareri”, espressi grazie a convinzioni proprie dello scienziato di turno.

A proposito di pareri c’è da ricordare quelli dei difensori della “pace”, vent’anni fa contrarissimi all’invasione dell’Afghanistan da parte degli USA e delle truppe NATO, oggi disperati dal ritiro USA. Venti anni di protettorato occidentale in Afghanistan hanno portato al “nulla di fatto”: l’Occidente ha imposto con la forza delle armi un modo di vivere che non è mai appartenuto agli afghani. Senza cambiare la cultura di un popolo non si cambia il suo modo di vivere. La cultura Afghana è tribale e Islamica, rappresentata al meglio (rispetto agli altri) dai talebani. Se gli afghani e le afghane non li avessero voluti, li avrebbero combattuti ed invece, come si sono magicamente smaterializzati dopo l’intervento USA, si sono ri-materializzati con il ritiro. In realtà il loro modo di percepire il mondo è maggioritario in Afghanistan, semplicemente si erano nascosti tra la gente, perché erano la gente.

Leandro Abeille

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