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Del seguente articolo:

Gennaio-Marzo/2009 -
Speciale Abruzzo
Erano 205 le vittime allineate in Piazza d’armi alla GdF
Paola Gregory

Una chiesa all’aperto dove, tra fiori discreti
sul legno massiccio dei feretri, diversi ne spiccavano
nel loro bianco vivido


La cerimonia funebre si è svolta in in silenzio di dolore e di rispetto nel piazzale antistante la Scuola Ispettori della Guardia di Finanza a Coppito dell’Aquila. Il Piazzale delle Armi, questo il suo nome, era stato trasformato per l'occasione in una grande chiesa a cielo aperto, affollata fin dalle prime ore del mattino dai congiunti delle vittime che hanno a lungo vagato tra le bare, accarezzandole, abbracciandole, coprendole di fiori. Numerosissime le autorità civili e religiose convenute nel piccolo centro vicino all'Aquila per un Venerdì santo di dolore disperato, ma anche dignitoso e composto.
Alla funzione religiosa, le persone assiepate sui tre lati del piazzale erano almeno cinquemila tra parenti e amici delle vittime.
Sul palco le massime cariche dello Stato a partire dal Presidente Giorgio Napolitano, il Capo del governo Silvio Berlusconi, i Presidenti di Camera e Senato, Gianfranco Fini e Renato Schifani, i rappresentanti del Vaticano con il Cardinal Tarcisio Bertone per la parte ufficiale e Monsignor Georg Gaenswein, segretario particolare di Papa Ratzinger, il capo della Polizia, quelli dell'Arma, delle Fiamme gialle, il Consiglio Comunale.
A celebrare la funzione il segretario di Stato vaticano Tarcisio Bertone davanti allo sterminato tappeto delle bare con un'orchidea appoggiata sopra ciascuna e il nome stampato su un semplice foglio bianco. Duecentocinque le bare ordinatamente allineate su quattro file nell'ampio piazzale, alcune sormontate dalle piccole e bianche dei bambini morti assieme a uno dei genitori. Il più piccolo di tutti era Antonio, appena cinque mesi, deposto in una una cassa lunga na cinquantina di centimetri, appoggiata su quella della madre Darinca. Sulle casse dei piccoli, un giocattolo, un numero di identificazione, il nome, un'orchidea, un fiore giallo.
“L'Italia intera è oggi raccolta attorno alle vittime del terremoto - ha detto il Cardinal Bertone nell’omelia - e mostra di credere nei valori della solidarietà e fraternità. Questi sono valori saldi nel popolo italiano”. Bertone ha quindi invitato i fedeli “all'omaggio per le vittime, al compianto e alla preghiera, tutti idealmente stretti attorno a quelle bare, assieme alle autorità civili e militari che testimoniano la solidale presenza dell'intero popolo italiano”. Così il segretario di Stato vaticano ha esortato alla vicinanza con quanti stanno facendo “l'esperienza di essere spogliati di tutto. In questa vostra città e nei paesi vicini, che hanno conosciuto altri momenti difficili nella loro storia, si raccoglie oggi idealmente l'Italia intera, che ha dimostrato, anche in questa difficile prova, quanto siano saldi quei valori che la connotano in profondità”.
Pur nella tristezza di quei momenti, e con le parole bibliche sulla Gerusalemme celeste, il Cardinale ha affermato di sentir nascere “la speranza del cuore perché s'avverte già nell'aria che sotto le macerie c'è la voglia di ripartire, di ricostruire, di tornare a sognare”.
In apertura delle esequie il segretario personale del Papa, monsignor Georg Gaenswein, aveva letto un messaggio del Pontefice, che si è detto “spiritualmente vicino in queste ore drammatiche alle persone colpite dalla immane tragedia”. Il Papa ha implorato Dio per “il riposo eterno per le vittime, la pronta ripresa dei feriti, per tutti il coraggio di continuare a sperare senza cedere allo sconforto. Sono certo - ha assicurato il Papa nella lettera - che con l'impegno di tutti si può far fronte alle necessità più impellenti. La violenza del sisma ha creato situazioni di singolare difficoltà. Ho seguito gli sviluppi del devastante fenomeno tellurico sin da quella prima scossa di terremoto che si è avvertita anche in Vaticano, e ho notato con favore il manifestarsi di una crescente onda di solidarietà, grazie alla quale sono stati organizzati i primi soccorsi, in vista di una azione sempre più incisiva sia dello Stato che delle istituzioni ecclesiali, come anche dei privati”.
Benedetto XVI ha infine assicurato che “la Santa Sede intende fare la sua parte, unitamente alle parrocchie, agli istituti religiosi e alle aggregazioni laicali. Questo è il momento dell'impegno, in sintonia con gli organismi dello Stato, che già stanno tanto lodevolmente operando...”.


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