Direttore Responsabile Leandro Abeille


 
home
sommario
noi
pubblicità
abbonamenti
mailinglist
archivio
utilità
lavora con noi
contatti
ARCHIVIO

Del seguente articolo:

Gennaio-Marzo/2009 -
Speciale Abruzzo
“Lo Stato c’è” Ma arriva solo il giorno dopo
Fabrizio Di Nola

Da mesi in città si percepiva il pericolo, scosse continue, paura, ma prevenzione poco e niente

Dopo il 6 aprile la terra continua a tremare in Abruzzo, tre nuove scosse in poche ore prima di Pasqua e un’altra abbastanza elevata alle 20,15 il lunedì dell’Angelo. è salito a 295 nomi il bilancio delle vittime. 65.000 gli sfollati


Una Pasqua in tenda per le migliaia di sfollati vittime del terremoto. Molte le tende al freddo, con un allarme maltempo sempre incombente mentre Volontari del Soccorso, Protezione civile e Vigili del fuoco danno tutto se stessi per fare apparire il più possibile "normale" la permanenza nelle tende. In tempi da record Croce Rossa Italiana, Corpo Militare Cri, Esercito, Forze dell’ordine e personale sanitario con un pesantissimo impegno ne hanno allestite a centinaia nei diversi campi dell'Aquila e paesi limitrofi. Il Presidente del Senato Renato Schifani, visitando la zona, ha sottolineato che “lo Stato c’è”, e ha pure assicurato che “L’'Aquila tornerà a vivere dov'è".
Certo, lo Stato ha perfettamente dimostrato di esserci ma, come già detto nel nostro Editoriale, ciò è avvenuto - e bene - ma solo dopo la micidiale scossa del sesto grado Richter. Ma tutti gli allarmi che il mondo scientifico aveva dato per quelle zone (a seguito del ripetersi di non indifferenti scosse nel terreno o per la precaria stabilità di tanti edifici, Prefettura in testa, o per il ridicolizzato allarme del tecnico Giuliani (magari anche correttamente...), non potevano fare innescare un qualsiasi meccanismo di autoprotezione? Non diciamo davvero di fare evacuare sic et simpliciter una città, ma almeno prepararsi al peggio - lo diciamo a caso, in parole povere e con termini non da tecnici - organizzare vie di fuga verso piazzali adeguatamente preorganizzati, tende preallestite e immediate sul posto, squadre di Vigili del fuoco ben allertati, mezzi di soccorso di prontissimo impiego, oppure allarmi o sgomberi simulati, o quanto altro... Ma è mai possibile che la tragica assuefazione alle ripetute scosse abbia creato un ineluttabile fatalismo generale che, puntualmente, è stato squassato alle 3,32 di quella notte di dolore?
Il bilancio in quello che è stato il più pesante disastro di questi ultimi anni, continua inesorabilmente a salire. Le persone che hanno perso la vita, da un’ultima verifica effettuata immediatamente dopo Pasqua, indica che sono esse sono state 295, una quindicina i bambini. L'ultima vittima accertata è stato un ragazzo di 17 anni, ritrovato sotto le macerie di un edificio davanti alla Casa dello studente, in via XX Settembre. Nella stessa mattinata erano stati ritrovati il corpo della madre di 44 anni e di un'altra donna di 70. Tanti di quelli che piangono questi morti, lo fanno da dentro le tendopoli.
Con la Pasqua è pure arrivata la comunicazione dei Vigili del Fuoco che ormai non si scava più per trovare eventuali superstiti. Con la chiusura delle ricerche al centro dell’Aquila, la ricerca finisce in quanto, tutti i dispersi segnalati, sono state ritrovati. Vivi o morti.
I Vigili del fuoco continuano comunque nella rimozione delle macerie e nelle perizie tecniche, d’intesa con le commissioni d’inchiesta nominate dalla magistratura, o con quelle tecniche, per le rilevazioni su danni e agibilità degli edifici.
Diversi i sopralluoghi di Silvio Berlusconi sui luoghi della tragedia. In uno degli ultimi, il Presidente del Consiglio ha detto agli sfollati: “nessuno sarà lasciato solo e il Governo si assume la responsabilità di aiutare chi è stato colpito da questo evento”. Ha aggiunto che a tutti sarà ridata una casa e, se necessario, potrà mettere a disposizione anche le sue case; “sin da ora - ha concluso - tutti gli sforzi si stanno concentrando in uno studio per ricostruire i centri danneggiati.
Nel corso di una delle diverse conferenze stampa all'Aquila, il premier ha esplicitamente chiarito che considera un preciso dovere, suo e della maggioranza di Governo, procedere nella ricostruzione in tempi non paragonabili a quelli di passate esperienze, decisamente negative. Saranno quindi adottati tempi brevi per limitare al massimo la sofferenza e i disagi di chi è stato colpito dall'evento negli affetti più cari.

Derivazione dalla normativa internazionale
La Croce Rossa Italiana, in derivazioni delle Convenzioni e Risoluzioni internazionali, cui fin dalla nascita l’Italia ha aderito, nonché per effetto delle leggi esistenti nel nostro paese, è stata sempre interessata agli interventi in situazioni di emergenza sia per eventi bellici che nei casi di calamità pubbliche.
L’attribuzione di tali compiti di emergenza in pace ed in guerra, allo stato attuale, deriva dal disposto dell’articolo 2 del D.P.R. 31 luglio 1980, n. 613, relativo al riordinamento della C.R.I. nonché dall’articolo 2, lettera a) del D.C.P.S. 13 novembre 1947 n. 1256, che detta le norme per i compiti della C.R.I. in tempo di pace.
La Croce Rossa Italiana dispone tra le sue componenti, con facoltà di impiegarlo per l’assolvimento dei compiti di emergenza del tempo di pace e del tempo di guerra, di un proprio Corpo Militare, composto di elementi arruolativi volontariamente nelle diverse categorie dei suoi ruoli.
L’organizzazione dei servizi cui è destinato il Corpo Militare C.R.I. nonché il conseguente impiego, sono determinati dai competenti organi del Ministereo della Difesa, essendo il Corpo ausiliario delle Forze Armate dello Stato.



<<precedente sommario successivo>>
 
<< indietro
ricerca articoli
accesso utente
login

password

LOGIN>>

Se vuoi
accedere a tutti
gli articoli completi
REGISTRATI

Scrivi il tuo libro: Noi ti pubblichiamo!

Le parole di una vita

Cittadino Lex

gg