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Del seguente articolo:

settembre-dicembre/2007 -
Perugia, la dolce città del cioccolato
Veronica Rodorigo

Nel capoluogo della regione l'ambiente è, non inquinato,
ma avvelenato da droghe e malevoli
pettegolezzi. Un fatto è però certo: una ragazza
è morta accoltellata



Sembra che anche in Italia sia sbarcato ilo 'scoop', la droga per lo stupro, e avrebbe già fatto una sua prima vittima. A dare la notizia è stato un grande quotidiano che ha riportato la storia di una ragazza di Perugia che si è risvegliata nel parcheggio di una discoteca umbra con le braccia piene di lividi e senza ricordare nulla di quanto le era accaduto nelle ore precedenti. Andata al pronto soccorso per farsi medicare e sottoposta a visita ginecologica, si scoprì che la giovane era stata violentata da più uomini, anche se non ricordava più nulla, se non di aver bevuto un cocktail che le aveva offerto un ragazzo che aveva conosciuto nel locale. Secondo gli inquirenti in quel bicchiere c'era una droga, il cui nome chimico è gamma-idrossi-butirrico ma che nel gergo giovanile sarebbe stata ribattezzata 'scoop'. Si tratta di una sostanza senza odore né sapore che si vende clandestinamente nei sexy-shop o su internet e provoca in chi la ingerisce una grande euforia ma ne cancella completamente i ricordi. Lo 'scoop' sarebbe una droga sintetica, una sorta di extasy liquido e, dopo il caso della ragazza di Perugia, gli inquirenti sospettano che questo tipo di sostanza chimica stia diventando 'ospite fisso' delle serate nelle discoteche umbre.
Questo un antefatto, anche se tutto da dimostrare, ma reale nelle chiacchiere della gente di Perugia. Oggi non si tratta più di chiacchiere o insinuazioni. Una ragazza è stata uccisa a coltellate. In casa sua, di notte. Un oscuro delitto del quale non si conoscono ancora i colpevoli ma certa è la partecipazione in quella notte di balordi di diverse persone di nazionalità diversa. Qualcuno parla di delitto multietnico a sfondo sessuale; Amanda, un'americana, un italiano, e un congolese che erano più o meno presenti all'uccisione di Meredith, la ragazza inglese, forse in un festino finito accidentalmente male: queste finora le ipotesi degli investigatori. Tanti indizi ma nessuna certezza, tranne che su due cose: Meredith è stata uccisa, e gli indagati erano suoi amici, universitari a Perugia. Una città universitaria di provincia come tante, che non è però l'inferno. Vissuta da ragazzi come tanti, normali, stranieri che studiano in Italia ma tra loro oggi c’è forse anche un assassino. Le vistose contraddizioni negli interrogatori degli indagati non consentono giudizi ma la gente di Perugia è inquieta. Uno degli indagati ammette di fare uso di cannabis tutti i giorni di festa, oppure anche quando ne sente il bisogno. Si scusa dicendo di essere un ansioso.Uno dei ragazzi coinvolti aveva conosciuto Amanda, l’americana di vent’anni due settimane prima, e lei era andata a vivere da lui fin dal primo giorno. Una ragazza tranquilla e romantica, studiosa, dicono stupefatti i suoi concittadini. La notte del delitto dice di aver sentito gridare Meredith, e dice di essersi tappata le orecchie. Poi si è addormentata e non ricorda nulla. Questa sembra sia stata una prima versione, poi un’altra, diversa, che ha aumentato la confusione. Un altro dei ragazzi era un coinquilino di Meredith e ci stava insieme da qualche settimana, non è indagato perché nei giorni del delitto era fuori Perugia, a casa dei suoi: insieme ai miei amici faccio spesso uso di hashish e marijuana, avrebbe ammesso, ma non di altre droghe. Anche Meredith faceva forse uso di hashish e spesso la si prendeva insieme, o noi due da soli o insieme ai ragazzi del condominio. In genere la droga veniva comprata in centro. Proprio quando serviva, e si andava perciò in piazza. Solo droghe leggere, spigano tutti però, e poi tanto alcool: pare che accadesse spesso che Meredith e le sue amiche tornassero a casa ubriache.
Un altro ragazzo dei ragazzi chiamati in causa, ma poi scagionato, Patrick vive e lavora a Perugia da circa vent'anni, lo conoscono tutti. Una sua amica è sconvolta, sostiene la sua estraneità totale, trascorre qualche Natale con lui e spiega che è una persona buona e mite, ha un figlio piccolo che adora, non può assolutamente essere coinvolto in questa storia. Tanti altri amici lo difendono apertamente: non si faceva di roba pesante, solo qualche ‘canna’, ogni tanto, come tanti. Forse beveva un po’ troppo forse a volte esagerava
Tutti ragazzi normali, quindi, dediti solo a qualche droga leggera, all’alcool e al sesso disinvolto, rapporti facili anche solo occasionali, come accade spesso quando si hanno vent'anni. Una vita per loro abbastanza normale nella sua quotidianità. Uno di essi, due ore prima del delitto aveva trascorso un paio d’ore al centro, o giù di lì. I ricordi sono confusi ma poi c’è il ritorno a casa, forse una canna, o forse no. sicura è invece la cena, una telefonata al padre, un ‘giro’ su internet, e poi arriva la compagna. Forse una nottata a letto, o forse no. Nessuno ricorda con precisione. Oppure. non c’è proprio niente da ricordare. Un sonno violento e soporifero.
Lo ‘sballo’ non è quindi una novità. Non ci si ‘sballa’ però solo a Perugia. Le città sono tante, e i giovani sono tanti. Chi può ergersi in un’accusa specifica? Niente roba pesante a Perugia, si dice, e niente spaccio, niente reati: la droga si compra regolarmente nelle stradine del centro, ma anche in piazza, nei pressi del duomo, quasi ci fosse una mesticheria vecchia maniera che mette in vendita spezie un po’ ‘strane’. Un’immagine ormai persa, offuscata dal passato perché oggi con i supermercati questo ‘spaccio’ di spezie da cucina è ormai impossibile. La gente si aggira sconsolata fra i banchi, occorrono occhiali appropriati per leggere le microscopiche etichette e il più delle volte si abbandona la ricerca. E la cucina rimane senza spezie. Ultimamente, però, a Perugia di droga ce n'è proprio tanta (ma vogliamo vedere, leggere, capire, cosa avviene anche nelle grandi metropoli. Da alcuni istituti di scuole superiori sembra sia stato inviato pure un avviso a casa e in città arriverà a sorpresa la Guardia di Finanza con i cani antidroga. La sera, comunque, nel centro di Perugia, almeno in certe zone, sebbene sarebbe meglio non andarci, in certe strade vedi spacciare anche alla luce del sole, ma non è una novità. E altrettanto certo è che queste stesse cose succedono anche in altre città. Oggi qui se ne parla, si sottolinea, perché una ragazza vi ha lasciato la pelle. E in tanti che erano in casa con lei in quella notte lorda di sangue, molti sembrano come le tre scimmiette: uno non ha visto, uno non ha sentito e uno non parla. Cosa è che li blocca, che li tiene uniti nella menzogna o - ammettiamolo pure - nella non capacità di ricordare alcunché? La droga di quella notte?
Tutto il ‘luna park’ della droga non succede però solo a Perugia, e poi, in fondo in fondo, in tanti quartieri di quella città, ancora si vive tranquilli e i bambini possono ancora giocare in strada e nessuno sostiene che la città sia impraticabile: se lo fosse, non sarebbe più una città ma un carcere per coatti.
Ma perché sarebbero normali le canne, gli spinelli, l'alcol, o il sesso che si dimentica? O forse sarebbe meglio chiedersi: perché no? Per quale motivo non dovrebbero essere normali una canna e uno spinello, un pomeriggio intero di cui nulla rimane nella mente su ciò che è stato fatto...


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