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Del seguente articolo:

Novembre-Dicembre/2004 -
Alimentazione dei neonati
Latte artificiale, quanto mi costi! - Diminuisce il prezzo ma rimane sempre troppo alto
Consuelo Ciabattini

Il ministro della salute Girolamo Sirchia è riuscito a concludere un accordo
con produttori e distributori, nonché con farmacisti e pediatri, grazie al quale il prezzo del latte in polvere
deve diminuire del 30% (da 39 euro a circa 26 euro al kg)


La vittoria delle mamme è certa ma il risultato non è quello sperato: la diminuzione del costo del latte artificiale è ormai un fatto concreto anche se, come ha dichiarato il ministro Sirchia, non è stato possibile accordarsi per una maggiore diminuzione del prezzo a causa dei costi (tra i quali l’Iva ) e della grande pluralità di produttori che operano nel Paese. Il nuovo costo del latte artificiale, rimarrà pertanto ancora distante da quello praticato in altri Paesi della Comunità e per chi potrà converrà quindi rivolgersi ancora al mercato parallelo ( il Movi-mento dei Consumatori, ad esempio compra il latte da un grossista in Austria e lo rivende alle mamme a un prezzo calibrato (www.movimentoconsumatori.it ).
L’idea di acquistare in rete o fare i pendolari in Austria, Germania e Francia (questi i paesi migliori nei quali il prezzo medio è di 10 euro al kg) potrebbe sembrare ‘fascinosa’, ma è senza dubbio difficile da seguire anche a causa delle necessità di approvvigionamento pressoché quotidiane.
L’intesa raggiunta dal Ministero, è dunque per molti ancora insufficiente e si deve anche considerare la possibilità che il costo del latte distribuito gratuitamente negli ospedali possa gravare sulle casse dello Stato.
Il nuovo Decreto Ministeriale sul tema cambierà anche le norme sulla pubblicità dei prodotti per neonati: le aziende dovranno ridurre di circa 1/3 le centinaia di convegni sponsorizzati ogni anno, fatta eccezione per i congressi proposti dalle società scientifiche accreditate e autorizzate dal Ministero della salute;
- sarà vietata ogni forma pubblicitaria degli alimenti in occasione di convegni, congressi ed esposizioni;
- le aziende saranno obbligate a comunicare i listini al ministero;
- sarà vietata la distribuzione di omaggi alle mamme o alle famiglie direttamente o indirettamente, ma di contro viene sancito l’impegno del Ministero della salute nella promozione di campagne informative riguardo la corretta alimentazione del lattante.
A questo proposito va segnalata l’iniziativa della Regione Toscana che ha scelto di sperimentare la distribuzione diretta e gratuita del latte artificiale ai neonati fino ai 6 mesi.
Questa scelta esprime chiaramente la volontà da parte della Regione Toscana di favorire l’allattamento al seno limitando al minimo i casi in cui il ricorso all’integrazione artificiale sia necessaria, attraverso l’individuazione degli stessi da parte di una speciale Commissione "di alto profilo scientifico".
Verrà vietata anche la promozione dei sostituti del latte materno negli ospedali e gli operatori sanitari non riceveranno i crediti formativi se parteciperanno a convegni con il contributo delle industrie farmaceutiche.
Questa delibera nasce da un accordo preso con l’Unicef circa un anno fa seguendo le direttive dell’Organizzazione Mon-diale della Sanità .
L’allattamento al seno rappresenta, infatti, la soluzione più naturale e fisiologica per la corretta alimentazione del neonato. Il latte materno è completo di tutte le sostanze nutrienti adatte al bimbo con le quali si prevengono le allergie e le infezioni, è economico, sempre disponibile e crea un profondo legame affettivo tra la mamma e il bimbo. Il consumatore, negli ultimi tempi, è sempre più disorientato; da un lato sente parlare di qualità, di sicurezza, di garanzie, di controlli; dall’altro scopre, sovente, sofisticazioni, frodi alimentari, utilizzo di estrogeni e mangimi vietati, residui di diossina nei polli, ecc... ecc... Occorre quindi ristabilire la fiducia del consumatore, e poi cercare di mantenerla. Occorre perciò garantire sicurezza e qualità negli alimenti. Ma cosa vogliono dire sicurezza e qualità?
Un termine comune di sicurezza è che un alimento non deve provocare danni e non avere in se il rischio di produrre inconvenienti alla salute. Ma per "sicurezza" non significa solamente limitarsi alla sola sicurezza igienica, fisica, chimica, o biologica, si deve anche fare in modo di assicurare quella nutrizionale, cioè assicurare l’assunzione di sostanze nutritive essenziali e nel contempo evitare effetti nocivi per la salute, tra cui anche effetti anti-nutritivi.


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