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Del seguente articolo:

Novembre-Dicembre/2004 -
Una giusta sicurezza alimentare - Decalogo con qualche semplice norma per limitare rischi
Carlo Rodorigo

Un semplice e veloce decalogo da tenere a mente per una buona sicurezza alimentare viene proposto dal “Movimento Consumatori”. Ne pubblichiamo un estratto. Il cittadino, negli ultimi tempi, è sempre più disorientato: da un lato sente parlare di qualità, di sicurezza, di garanzie, di controlli e dall’altro scopre, sovente, sofisticazioni, frodi alimentari, utilizzo di estrogeni e mangimi vietati, residui di diossina nei polli, ecc... ecc... Occorre quindi ristabilire la fiducia del consumatore, e poi cercare di mantenerla. Occorre perciò garantire sicurezza e qualità negli alimenti. ‘Sicurezza’ significa che un alimento non deve provocare danni e non avere in se il rischio di produrre inconvenienti alla salute. Ma per "sicurezza" non significa solamente limitarsi alla sola sicurezza igienica, fisica, chimica, o biologica, si deve anche fare in modo di assicurare quella nutrizionale, cioè assicurare l’assunzione di sostanze nutritive essenziali e nel contempo evitare effetti nocivi per la salute, tra cui anche effetti anti-nutritivi.
Vediamo quali sono i fattori della sicurezza, che sono anche fattori di qualità.
Le condizioni igienico-sanitarie
Esse devono essere garantite in tutte le fasi: produzione, trasformazione, conservazione, distribuzione, ristorazione. Vi è certamente più sicurezza nelle grandi e medie aziende, che applicano scrupolosamente le norme di autocontrollo e delegano ad altri, alcuni controlli esterni; meno nelle piccole, nella ristorazione pubblica, nelle mense, in casa. Il pericolo maggiore viene proprio dalla nostra cucina. Spesso avvengono interruzioni della catena del freddo, uso improprio di alcuni alimenti, uso di contenitori inadatti, contaminazioni da contatto, ecc... ecc...
I metodi di produzione
Occorrerebbe arrivare ad avere solo allevamenti estensivi, utilizzo di mangimi controllati, coltivazioni con metodi di lotta integrata o biologica, procedimenti artigianali di trasformazione, prodotti Doc, Docg, Dop, Igp e Prodotti Tradizionali o prodotti con precisi disciplinari. Occorrono produzioni che rispettino sempre l’ambiente, il benessere animale e le condizioni di lavoro.
I contaminanti e i residui indesiderati
Si intende assenza completa di: medicinali veterinari, pesticidi, fitofarmaci, p.c.b., o.g.m., metalli pesanti, contaminazione ambientale, ecc... ecc... e di tutti gli additivi chimici.
Le caratteristiche nutrizionali
Qui esiste una netta separazione tra produzione industriale e artigianale. Questo è il punto dolente della sicurezza nutrizionale. Talvolta nella grande industria, la qualità degli elementi utilizzati, l’utilizzo di grassi ed oli di basso costo, di scarti di lavorazioni o sottoprodotti, l’utilizzo sempre più massiccio di additivi chimici, aromatizzanti, coloranti, addensanti, coadiuvanti tecnologici, rendono la sicurezza nutrizionale molto precaria.
Le etichette sui prodotti
Occorre un’etichettatura completa di tutta la filiera in modo da far conoscere e riconoscere i prodotti, e poter permettere scelte consapevoli. Occorre conoscere pertanto la composizione completa di tutti gli ingredienti, i metodi di lavorazione, di conservazione e l’uso più idoneo. Occorrerebbero, in mancanza di normative, etichettature volontarie.
Analisi e controlli
I controlli eseguiti dalle aziende e gli autocontrolli sono senza dubbio efficaci e sufficienti. I controlli della Sanità pubblica non sono invece al meglio: se ne fanno troppo pochi specie in alcuni settori. Il numero di laboratori è troppo limitato. Vi sono in uso pesticidi ancora non del tutto valutati o addirittura sconosciuti dalla Sanità pubblica. Occorrerebbe anche poter valutare il rischio dell’assunzione per lungo tempo e da sommatoria di pesticidi e di additivi. Anche per quanto riguarda l’uso di estrogeni, ne conosciamo solo una parte; consideriamo inoltre che alcuni allevatori utilizzano cocktail di più sostanze, tutte al minimo consentito.
Le informazioni per gli acquirenti
Occorrono informazioni più dettagliate sulla dieta equilibrata, sulla qualità dei prodotti e sugli ingredienti. Occorrerebbe anche conoscere sempre gli esiti di tutti i controlli effettuati.
Occorrerebbe anche più informazione su quella parte di popolazione più a rischio come donne in gravidanza, bambini in tenera età, anziani, persone con intolleranze alimentari, allergie, o sensibilità a qualche ingrediente.
Le caratteristiche organolettiche
L’aspetto del prodotto, il gusto, l’odore, il colore, la consistenza, la palatabilità, sono elementi determinanti per la qualità di un prodotto. Queste qualità sono spesso presenti anche in prodotti industriali, molto appetibili, ma con poche qualità nutrizionali, rendendone difficile la distinzione.
Le proposte dell’Unione Consumatori
Oltre a proporre a tutti i cittadini il suoi ‘decalogo’, l’Unione chiede anche che gli scienziati siano messi in condizione di diffondere al meglio i loro pareri che dovrebbero sempre essere validi, aggiornati, indipendenti e trasparenti. Inoltre bisognerebbe sempre tenere in considerazione il principio di precauzione: un prodotto non va immesso sul mercato se non è provato che non produce danni; attualmente, invece, lo si toglie dal commercio quando si è rilevato un danno.
Oggi è ancora molto carente o troppo permissiva. Vi sono infinite leggi, alcune neanche applicate, ma ne mancano alcune indispensabili. Il Movimento Consumatori chiede ai legislatori innanzitutto una legge che imponga in etichetta, l’elenco e l’origine di tutti gli ingredienti o, in alternativa, una legge che obblighi i produttori di prodotti ortofrutticoli a dichiarare la provenienza ed il metodo di coltivazione.




Per ulteriori informazioni sul Decalogo completo, il Movimento Consumatori ha sede legale via Piemonte 39/A, 00187 Roma, tel. 06 4880053 - fax. 06 4820227 - www.movimento consumatori.it


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