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Del seguente articolo:

Ottobre - Febbraio/2015 -
Le risorse della fotografia applicate all'Arte
Claudio Proietti di Artribù: nelle nuove frontiere della foto-arte si può essere artisti
Marco Serri

Rinasce oggi l’antica applicazione della fotografia nella ricerca artistica

Il talento dell’artista-fotografo, messo sulla bilancia dell’arte, può ottenere oggi riconoscimenti al pari di chi usa per la propria ricerca i mezzi classici delle arti figurative. Facendo onore a chi disse che spesso “fa arte chi non sa di farne”, le opere dei grandi fotografi del passato, genuinamente impegnati a loro tempo nel racconto iconografico del proprio contesto d’interesse, sono oggi talvolta battute all’asta a cifre notevoli.
Ne parla Claudio Proietti, direttore e animatore della Galleria “Artibù” spiegando come una certa fotografia è oggi catalogata a pieno titolo tra le arti visive, sia essa utilizzata quale mezzo intermedio tra sentimento e altre forme finite, sia quale mediazione espressiva primaria di ricerca.

“La “fotoarte” è oggi diventata specializzazione fotografica professionale al pari di reportage, still life, foto industriale e quanto altro. I fotografi che fanno dell’arte il proprio mestiere, traggono profitto ovviamente dalla vendita delle opere e, come per le altre specializzazioni, le produzioni trovano spazi d’interesse nell’editoria e nelle realizzazioni pubblicitarie.
La valenza mediatica delle mostre poi, è oggi ampiamente riconosciuta tanto che diversi professionisti si sono specializzati in questo campo, proponendo su progetto il proprio trend in forma espositiva, traendone non pochi utili”.

Claudio Proietti, della galleria Artribù di Roma, in veste di critico d’arte e gallerista ci conduce in un breve excursus nel mondo della fotoarte, facendo cenno al valore che essa riveste nell’attuale mercato d’arte in Italia e all’estero.
Le produzioni degli artisti fotografi sono presenti sul mercato dell’arte relativamente da poco tempo e, a nostro avviso, con non poche difficoltà. Vorremmo da lei un quadro generale attuale della foto arte in Italia e all’estero. Inizialmente certo, come tutte le tecniche che permettono molteplicità, molto si è discusso se la fotografia potesse riconoscersi come arte.

Vorremmo conoscere se l’iter che si prospetta all’artista-fotografo per raggiungere i consensi della critica e buone quotazioni di mercato è identico a quello degli altri artisti

“Nella mia galleria, Artribù, ad esempio la scelta è artistica, qualitativa ed emotiva, e si dispiega a 360 gradi: non m’interessa molto se le opere sono dipinti, sculture, fotografie, installazioni o altro. L'importante è che siano valide.
“Oggi un fotografo che sceglie di fare fotografia artistica segue esattamente lo stesso percorso di un pittore o di uno scultore, quindi nella quotazione di un’opera deve tenersi conto della fama e riconoscibilità dell’artista, del domandato quanto la fotografia potesse essere gestita come tale, perché in realtà, la qualità dei grandi fotografi del passato non è stata mai messa in discussione. I cambiamenti sono spesso lenti e complessi. In Italia poi è stato tutto più difficile e non solo per la fotografia. In effetti anche le opere dell'arte moderna e contemporanea in generale hanno alle spalle iter molto simili. Sono però convinto che ciò sia per noi italiani giustificabile anche per il raffronto con lo straordinario patrimonio artistico del passato, difficilmente ripercorribile: è qualcosa che respiriamo ogni giorno, semplicemente facendo una passeggiata nelle nostre città, paesi e borghi. Negli ultimi anni però, stiamo recuperando il gap che avevamo nei confronti di quei Paesi come gli Stati Uniti, l’Inghilterra, la Francia e la Germania che, da molto prima di noi, hanno avuto entusiasmo (e mercato) nei confronti dei “modi diversi”di fare arte, come è il caso della fotografia. Dal momento in cui, anchesulla fotografia si è lavorato con serietà, responsabilizzando artisti e mercanti in un controllo ferreo delle tirature, tutto è cambiato. Oggi le esposizioni fotografiche museali, fieristiche e galleristiche, ritengo abbiano pari dignità rispetto alle altre arti e che vi sia una massiccia presenza e richiesta da parte dell’originalità tematica e tecnica, della qualità fotografica e di stampa. Chiaramente anche della tiratura degli esemplari.

Esistono correnti "alla moda" nella produzione di foto d’arte? Nella sua galleria hanno trovato spazio generi diversi (figurativo, astratto, concettuale, ecc.), al pari delle altre forme artistiche da lei trattate. Può dirci se attualmente vi sia una forma di particolare tendenza anche per la fotografia?
In tutta l’arte esistono correnti che vanno dietro alla moda e la fotografia non ne è esente. Periodicamente ci sono dei generi, delle tematiche o delle tecniche che prevalgono su tutti gli altri. A volte questo fenomeno è dovuto al forte carisma di qualche grande personalità fotografica del momento. Più spesso invece è legato alla pigrizia o all’incapacità di molti artisti di trovare un proprio stile originale. Per quanto mi riguarda, la tendenza più o meno sposata da un artista è la cosa che meno mi attrae e interessa. Anzi nella mia galleria non ci concentriamo su un unico genere, come alcuni colleghi spesso fanno per una maggiore identificazione galleristica. Richieste specifiche dei miei collezionisti a parte, le mie scelte sono spesso il risultato di un’emozione ricevuta a cui poi succede un’analisi più riflessiva, specificamente artistica. Se fosse per me esporrei insieme, e senza alcun timore, anche artisti molto differenti e lontani tra loro, in grado però di saper coinvolgere, con personalità e qualità, lo spettatore. Proviamo a immaginare, per esempio, una mostracon Sherman, Abramovic, Viola, Araki,S audek, Credwson, Masbedo, Costa,“Un'opera di Basilé.... Naturalmente ciò non significa esser sordi a consigli intelligenti, specie se vi è, dietro a questi, una maggiore esperienza nel settore. E’ basilare comunque non permettere mai che venga contaminata l’essenza della propria opera.

Ci sembra che in proporzione siano ancora poche le gallerie che si occupano di fotografia. Lei lo fa da diverso tempo. C’è qualche ragione particolare che ha determinato questasua politica imprenditoriale?

Semplicemente perché come dicevo prima, ritengo che la fotografia sia una tecnica artistica come tutte le altre. Difatti, pensandoci, quando parlo dell’autore di un’opera non mi viene di dire fotografo, ma semplicemente artista o maestro (se lo è!), come faccio per tutti gli altri protagonisti della mia galleria. Oggi non direi però di essere uno dei pochi: vi sono molte gallerie che con la richiesta del mercato e alcuni rilevanti risultati artistici e di quotazioni hanno inserito anche la fotografia nelle proprie proposte. La mia società, Artribù, lavora nella fotografia, come per il resto dell'arte moderna e contemporanea, cioè sul duplice binario delle richieste specifiche dei collezionisti e delle nostre proposte di galleria. Nel primo caso faccio il possibile, in maniera logica, di soddisfare le richieste dei collezionisti desiderosi di aggiungere nomi eccellenti nelle loro gallerie...

Le opere presentate nella sua galleria sono sempre importanti per contenuto nonché raffinate e pregevoli nella forma. Consiglierebbe alcuni aspetti da non sottovalutare, per un artista che sottopone agli altri le opere?

Bellezza ed eleganza sono fattori soggettivi.Uno scultore che amo molto, Aron Demetz, recentemente diceva chea volte si può sacrificare tecnica e bellezzaestetica per far spazio ad un’ideaforte, ad un' emozione. Personalmentecredo che nell’arte la ricerca del bellosia effimero, che un’opera solo “bella”dopo poco tempo possa stancare, annoiare. E’ necessario che abbia delcontenuto, uno studio, che sia il riflesso di una sofferenza (a volte, non sempre,ma secondo me aiuta) un’intuizione, un messaggio… un’originalità ecco! L’unico consiglio che mi sento di dare é questo: studiare, leggere e osservare tutta l’arte, anche quella più distante dal nostro gusto, senza essere critici per partito preso, ma cercando di leggervi il messaggio dell’artista e poi…, poi mettere tutto questo da parte e nell’introspezione di se stessi, trovare il proprio personale messaggio: la tecnica è solo un mezzo per aiutarci a esprimerlo. Fondamentale è comunicare, e farlo, possibilmente, in maniera diversa dagli altri.
A chi si trova a intraprendere un percorso artistico, capita spesso di imbattersi in sedicenti critici e in galleristi poco attendibili. Potrebbe dare qualche consiglio utile in tal senso?

“Beh... di certo non sta a un gallerista parlar male dei colleghi! Direi semplicemente di diffidare di chi promette risultati facili e immediati. Si deve capire che è difficilissimo poter riuscire economicamente a vivere facendo l’artista: inizialmente mi sentirei di consgliare di concentrarsi sulla propria arte, difenderla quanto più possibile dalle contaminazioni di svariati galleristi e artisti.
“Dovendo valutare la gran mole di materiale che ci arriva, devo ammettere che raramente abbiamo inserito in galleria artisti autopropostisi. Capita invece più spesso che, con i miei collaboratori siamo stimolati, casualmente o a seguito di lunghe ricerche, da ciò che vediamo nelle mostre, biennali, premi o magari semplicemente leggendo una recensione oppure osservando una fotografia pubblicata da una rivista. La selezione, per quanto mi riguarda, può essere casuale o frutto d’ intenso studio. Ricordo ad esempio che il rapporto con Luca Bracali iniziò quando scrissi la critica richiestami in occasione dell’uscita del suo ultimo libro, “I colori del mondo” , e valutando le sue fotografie, m’innamorai del suo occhio di reporter appassionato e intimista. La mostra “Reflections”, di Franco Donaggio invece mi lasciò addosso una dolce malinconia. La mattina successiva mi misi in contatto con lui e successivamente lo raggiunsi a Milano per conoscerlo personalmente. Massimo Attardi poi… fu a Roma che scoprii la fotografia di questo artista anacronistico e divenni subito curioso di scoprire la persona che, nell’era del digitale, fosse capace di chiudersi in studio a elaborare i propri scatti, contemporanei e suggestivi, con la tecnica ormai alchimistica della gamma bicromata.
“L’aspirante artista è bene che affronti i primi approcci col mercato dell’arte con una collezione di cui sia davvero convinto perché il primo impatto conun gallerista o collezionista è fondamentale. Purtroppo si vedono troppo spesso aspiranti non troppo convinti del proprio lavoro, presentarsi con impegni approssimativi o fotocopia di celebri artisti.
“Detto ciò si potrebbero fare alcuni passi non dispendiosi che ritengo possano dar delle carte per esser notati da mercanti e galleristi. Aiuta molto disporre di un sito internet, funzionale, vetrina virtuale delle proprie opere con cui presentarsi alle gallerie. è molto importante poi, tenersi costantemente aggiornati tramite le principali riviste di settore (una per tutte “Il giornale dell'arte”) riguardo a premi nazionali e internazionali cui partecipare con il proprio lavoro. Essi danno molta visibilità offrendo la possibilità di esser notati dalle persone giuste, sia con la propria collezione che con un’opera specifica. Nel secondo è la galleria che propone, con presentazioni e mostre, gli artisti ritenuti validi e interessanti per il mercato.
“La nostra politica culturale è quella di offrire proposte che vanno dai giovani fotografi emergenti, le cui opere si possono acquisire con poche centinaia di euro, come pure garantire, a chi lo desideri, anche opere delle star internazionali della fotografia che hanno raggiunto in questi ultimi anni quotazioni che arrivano anche a centinaia di migliaia di euro. Per soddisfare la curiosità, cito qualche esempio di quote battute nelle aste per opere fotografiche: Cyndy Sherman, oltre 1.700.000 euro; Richard Prince, 500.000; Imogen Cunningham, 210.000; Irving Penn, 270.000; Robert Mapplethorpe,160.000; Gregory Crewdson, quasi 100.000. E potrei elencarne ancora molti altri. Certo non sono molti gli artisti che raggiungono la celebrazione internazionale e quotazioni di questo tipo, ma ritengo che ve ne siano e ve ne saranno sempre di più.

Riceve spesso richieste di artisti-fotografi per essere presenti nella sua casa d’arte? Quali canoni di selezione per i “purosangue” della vostra scuderia? Consigli per chi inizia?

“Sono continue le richieste di contatti e solitamente preghiamo gli interessati d’inviare alcune immagini e la biografia. Impieghiamo a volte intere giornate per l’aspirante artista ma è bene che lui stesso affronti i primi approcci col mercato dell’arte con una collezione di cui sia davvero convinto. è questo il primo e fondamentale impatto con un gallerista o collezionista”.
___________
L’ Artribù è una ‘art’s house’ sita in uno stabile d’epoca al centro di Roma che riceve esclusivamente su appuntamento e le cui vernici riservate, sono molto richieste ed ambite. Una dell e ultime è stata quella di Matteo Pugliese, scultore di fama internazionale . (www.artribu.it . via Agostino Depretis, 8600184 Roma tel/fax 064880285


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