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Del seguente articolo:

maggio-settembre/2013 -
Altrettanto forte la posizione dei Vescovi italiani
Lavoro, famiglia e riforme nella Chiesa italiana: Bagnasco al Consiglio CEI
Paola Gregory

L’ora che stiamo vivendo “esige una sempre più intensa e stabile concentrazione di energie, di collaborazioni, di sforzi congiunti senza distrazioni”. È il Presidente della Conferenza Episcopale Italiana, Angelo Bagnasco, che parla.
“Ogni atto irresponsabile, da qualunque parte provenga - dice il Cardinal Bagnasco - passerà al
giudizio della storia”.
Serve dunque “concentrazione che porti risultati sensibili per chi vive l’ansia del lavoro. Insieme si può! E si deve!”


Il forte e deciso richiamo del Cardinale rivolto alla società, alla politica che stiamo vivendo non salva nessuno:“I proclamati segnali di ripresa non sembrano dare, finora, frutti concreti sul piano dell’occupazione che è il primo, urgentissimo obiettivo”. Il cardinale Angelo Bagnasco, aprendo i lavori del Consiglio permanente della Conferenza episcopale italiana, di cui è presidente, riprende e rilancia a livello nazionale i contenuti e i toni del dramma emerso in tutta la sua evidenza a Cagliari durante la visita di Papa Francesco domenica.
Il Cardinale punta l’indice contro i dissidi e le contrapposizioni politiche e torna rivendicare il ruolo della famiglia come unione tra uomo e donna da non equiparare ad altre forme, famiglia biblica come forza traente, “cuore e motore” dell’economia e quindi da sostenere perché lo Stato l’ha riconosciuta nella Costituzione.
“L’ora – ha ammonito il presidente dei Vescovi italiani all’indirizzo dei responsabili e di coloro che detengono le leve del potere - esige una sempre più intensa e stabile concentrazione di energie, di collaborazioni, di sforzi congiunti senza distrazioni”.
Non c’è appello, né alibi. “Ogni atto irresponsabile, da qualunque parte provenga, passerà al giudizio della storia”. Serve dunque “concentrazione che porti risultati sensibili per chi vive l’ansia del lavoro. Insieme si può! E si deve!”.
L’arcivescovo di Genova ha ricordato le crude cifre: la disoccupazione giovanile al 37,3%, “I giovani sono costretti a farsi emigranti, impoverendo giocoforza il Paese di giovinezza e di competenze”. Riprende le parole del Papa a Cagliari: “una sofferenza – la mancanza di lavoro – che ti porta – scusatemi se sono un po’ forte, ma dico la verità – a sentirti senza dignità! Dove non c’è lavoro, manca la dignità”. Aggiunge Bagnasco: “da Pastori, non abbiamo ricette di ordine tecnico: ma sappiamo che la macchina del Paese ha un cuore e un motore, la famiglia che non nasce dal “laboratorio” – ricorda il Papa nell’intervista alla Civiltà Cattolica – ma nasce dal nostro stare in “frontiera” e dal nostro dialogare “con la frontiera tutti i giorni”.
Quale famiglia? Non ha dubbi Bagnasco: “la famiglia fondata sul matrimonio di un uomo e una donna, grembo della vita, cellula sorgiva di relazioni, primordiale scuola di umanità”. Figura al primo posto tra le priorità dei cittadini europei, “un capitale umano che genera ricchezza per la società intera”. Pertanto realizzare il “fattore familiare” non è “una elargizione, ma un riconoscimento, una restituzione di quanto la famiglia “produce” in termini di benessere generale”.
Chiede chiarezza il cardinale, fatti e non annunci. “La gente spera ancora che appaia qualche spiraglio realistico che faccia intravvedere il nuovo giorno; ma questo deve essere visto da tutti, non
annunciato da pochi”. La famiglia naturale deve essere “politicamente sostenuto”. Col matrimonio “nasce un nuovo soggetto, stabilmente costituito, con doveri e diritti che lo Stato riconosce e per i quali si impegna con normative specifiche”. Pertanto “non è necessitato a impegnarsi con ogni desiderio individuale o relazione, ma solo con quelle realtà che hanno rilevanza per il “corpo sociale” nel suo presente e nel suo futuro.
Su queste posizioni il presidente dei vescovi si richiama alle parole di Papa Francesco pronunciate tra l’altro alla Giornata“Mondiale della Gioventù in Brasile a fine luglio. “Il matrimonio (costituito da un maschio e una femmina) non è la stessa cosa dell’unione di due persone dello stesso sesso. Distinguere non vuol dire discriminare
(…). In un’epoca in cui si sottolinea la ricchezza del pluralismo e della diversità culturale e sociale, sarebbe una contraddizione minimizzare le differenze umane fondamentali”.
Il cardinal Bagnasco ha anche stigmatizzato “il virus dell’individualismo” che è “una radice avvelenata che non sempre è presa nella debita considerazione”. Davanti all’Episcopato italiano ci sono i programmi dei prossimi anni: “dialogo con le istituzioni culturali, sociali e politiche”, come ha indicato il Papa, e poi “come “rendere forti le Conferenze Episcopali Regionali perché siano voci delle diverse realtà”; e infine del numero delle Diocesi italiane, sul quale ha lavorato un’apposita Commissione episcopale.

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Chi è il Cardinale Angelo Bagnasco

Il cardinale Angelo Bagnasco è uno degli uomini più importanti e più illuminati all'interno della Chiesa Cattolica. È il presidente della Conferenza Episcopale Italiana.
Occorre subito ricordare dire che il Cardinale Angelo Bagnasco, che ogni tanto interviene anche nelle faccende “politiche” italiane è il Presidente della Conferenza Episcopale italiana, e vice presidente di quella europea. Dunque un uomo importante all’interno dell’organizzazione della Santa Sede. Ha 70 anni ed è nato a Brescia da genitori genovesi, sfollati a causa della guerra.
Entrato nel seminario di Genova ai tempi del ginnasio, è stato ordinato sacerdote nel 1966 dal cardinale Giuseppe Siri, uno di quegli alti prelati che nel 1978 erano candidati al soglio papale. Laureato in filosofia, ha insegnato italiano al liceo classico e «Metafisica e ateismo contemporaneo» alla Facoltà teologica di Genova. Nel frattempo è diventato assistente della Federazione degli universitari cattolici (Fuci) e degli scout.
Il tema dell’educazione è stato il nodo centrale della sua attività di sacerdote e di vescovo: è stato direttore dell’ufficio diocesano per l’educazione, e dopo essere stato ordinato vescovo, è stato segretario della Commissione episcopale per la scuola della Cei.
Nel 1998 è stato nominato vescovo di Pesaro e nel 2001 è diventato presidente del consiglio d’amministrazione del quotidiano «Avvenire».
Ordinario militare dal 2003, ha girato il mondo per stare vicino ai militari italiani nelle missioni di pace. Nel 2006 è stato chiamato a succedere al cardinale Bertone alla guida della Diocesi di Genova.
E’ anche vice-presidente del Consiglio delle Conferenze Episcopali d’Europa.
Dal cardinale Siri, Bagnasco ha ereditato soprattutto un grande rispetto per la tradizione e una costante attenzione al magistero della Chiesa. Ha una grande sensibilità per i temi sociali e per l’educazione. Bagnasco condivide con Benedetto XVI la linea della «tolleranza zero» nei confronti dei preti che si macchiano di offese verso i bambini. Fra i suoi ultimi ultimo interventi nella vita “politica” italiana mette in risalto che questa è l’ora “di una solidarietà lungimirante, dell’assoluta concentrazione sui problemi prioritari dell’economia e del lavoro, della rifondazione della politica e
della partecipazione, della riforma dello Stato: problemi che hanno al centro la persona e ne sono il necessario sviluppo”.


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