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Del seguente articolo:

Gennaio-Febbraio/2013 -
L'Arma dei Carabinieri per il nostro passato
Nel Calendario 2013 dei Carabinieri la Storia d’Italia cavalca il cinquantennio 1914-1968
Jessica Decarolis e Andrea Nemiz

Il Calendario storico dell’Arma dei Carabinieri racconta quest’anno il terzo cinquantennio della Storia d’Italia. Continua così la missione già avviata nelle sue due edizioni precedenti, 2011 e 2012. L’uscita del 2014, completerà la commemorazione dei 200 anni della fondazione dell’Arma, avvenuta il 14 luglio di due secoli fa


Il Calendario 2013 dell’Arma dei Carabinieri è stato presentato dal Comandante Generale Leonardo Gallitelli nell’Aula Magna della Scuola Ufficiali di Roma. In apertura della manifestazione è stato proiettato un filmato focalizzato sull’opera dei carabinieri nel corso delle due guerre mondiali del ‘900, e anche sul loro impegno nel fiancheggiare la resistenza partigiana per la conquista della libertà. Il filmato, commentato dallo storico Gianni Bisiach, è stato la chiara testimonianza dell’eroica e istintiva volontà dei carabinieri di creare un senso collettivo di unione e fiducia rivolto a un popolo che, in realtà, pur nella sofferenza di quelle guerre, non aveva mai smesso di sperare nella libertà. È stata proprio qui la forza del popolo italiano, è stata qui la forza del carabiniere, perennemente rivolto a mantenere l’ordine dove il caos lo aveva sconvolto.
Il comandante dell’Arma ha poi sottolineato quanto i grandi sconvolgimenti e mutamenti degli anni compresi fra il 1914 e 1964, non abbiano mai sminuito o indebolito l'impegno dei Carabinieri. Questi uomini - detto - sono sempre stati vicini al popolo “difendendone la libertà e garantendo, in situazioni di pace o di conflitto, la sicurezza e la legalità". Gallitelli ha concluso affermando che il Calendario si pone sempre come punto di contatto fra la storia, con i suoi eroi e le loro azioni, e il mondo odierno, e ha auspicato che i carabinieri si possano sempre proporre con fierezza “quali fedeli e silenziosi servitori dello Stato".
Il Calendario è arricchito dalle illustrazioni del Maestro Paolo di Paolo che, nella copertina di questa nuova edizione, riporta in rilievo una preziosa riproduzione del “Monumento Nazionale al Carabiniere” che si trova nei giardini del Palazzo Reale a Torino.
Il monumento è stato realizzato per iniziativa di Ildegarde Occella, Presidente dell'Istituto Nazionale per le Biblioteche dei Soldati, sempre stato teso a innalzare le glorie dei carabinieri. Il monumento fu anche dedicato all’affetto e alla vicinanza dell’Arma con il popolo che, spontaneamente, fece delle donazioni per la sua realizzazione e le cui delibere sono conservate presso il Museo Storico dell’Arma a Roma.

La “Vicinanza”.
Questo il tema centrale del terzo cinquantennio, simboleggiato anche da altre illustrazioni storiche fra le quali si nota la consegna della bandiera italiana alle Caserme dei carabinieri. A tale evento Marzio Savini, Sindaco del comune di Castelnuovo di Magra (La Spezia) ha fatto riferimento nel corso della cerimonia, ricordando quando il suo predecessore decise, con l’aiuto dell’entusiasmo del popolo italiano, di far esporre il tricolori nei comandi stazione.
Seguono altre illustrazioni che ricordano immagini di guerra con le annesse difficoltà degli uomini in trincea.
Nel 1916 i carabinieri ebbero grande merito nella stagione dell’irredentismo quando, grazie all’intervento del Maggiore Cosma Manera che riuscì a strappare dai campi di prigionia in Siberia 4.000 italiani e consentì loro di tornare in Patria.
Nel corso degli anni della seconda guerra mondiale il Comandante della Brigata “Pistoia” annotava nel suo diario "I Carabinieri stettero saldi e impavidi sotto la tempesta di piombo e di ferro che imperversava da ogni parte". Sono stati 53.000 gli uomini che vennero spediti dall’Arma su tutti i fronti ed eroicamente riuscirono a salvare le sorti di molti italiani altrimenti destinati alla prigionia, o alla morte. Gli aiuti provenivano anche dai cieli, con l’intervento di 173 carabinieri con i loro aeroplani, fra i quali si distinse il Tenente Ernesto Cabruna il cui biplano da caccia è stato pure esposto come cimelio storico nel salone di rappresentanza della Scuola Carabinieri.
Infiniti sarebbero gli eroi e solo per ricordare qualche esempio, il carabiniere Giuseppe PladoMosca che, accerchiato dalle brigate russe riuscì, con in mano il tricolore, a trascinare i suoi compagni verso la salvezza aprendosi un varco nell’esercito nemico. Il suo gesto fu premiato con la Medaglia d’oro al valor militare, postumo alla sua morte, il corpo dilaniato da una raffica di mitragliatrice.
Altro eroe è stato il maggiore Edoardo Alessi che, a capo di un battaglione di paracadutisti dislocato ad Elnet el Asuel in Libia, nel 1941, organizzò una stoica resistenza contro le truppe inglesi nella guerra in Africa. Al maggiore fu riconosciuta la medaglia d’argento al valor militare, ed ebbe anche l’ammirazione degli avversari che, in occasione di una delle trasmisioni di Radio Londra fu trasmessa la notizia che “i paracadutisti italiani si erano battuti come leoni”, e mai come allora, in Africa, “i soldati inglesi avevano incontrato una così accanita resistenza”.
L’intervento dei carabinieri fu essenziale anche durante l’occupazione nazista. Ne è testimonianza storica la tragica vicenda del 23 settembre 1943 a Palidoro, quando il Vice Brigadiere Salvo D’Acquisto si autodenunciò come autore di un attentato ai danni di un militare tedesco, salvando così 22 civili arrestati per rappre- saglia e falsamente giudicati colpevoli. Nel corso della cerimonia del Calendario è stato l’Arcivescovo Mons. Vincenzo Pelvi a ricordare l’immenso ed estremo sacrificio di un uomo che ha donato la sua vita per amore di 22 cittadini della sua patria.
Nel Calendario è ricordato anche l’intervento di tre giovani carabinieri che, alla vigilia della liberazione di Firenze, sacrificarono la vita per salvare 10 ostaggi della cittadina di Fiesole. Per commemorare questo gesto venne eretto un monumento nella cittadina, dove Papa Giovanni Paolo II, nel novembre 1986, espresse queste parole “Dobbiamo grande riconoscenza a coloro che, come questi giovani, sanno offrire la propria vita per la libertà, per la pace e per la giustizia”.
Tenacia e coraggio, ma soprattutto amore per il prossimo. Questi sono i valori che in tutti questi anni i carabinieri hanno saputo trasmetterci, rimanendo sempre al nostro fianco, assicurandoci protezione, sicurezza e aiuto, come fecero anche con i partigiani nella fase della resistenza, creando il “fronte clandestino di resistenza dei carabinieri” che contava seimila unità. Capeggiarono numerose formazioni e, lavorando con fermezza, liberarono gran parte della penisola. Furono 2735 i caduti e il loro coraggio venne premiato con un’altra medaglia alla bandiera: “Argento al Valor Militare”.
Importante fu anche l’intervento di 800 carabinieri, al comando del maggiore Giuseppe Artale, a sostegno del prefetto Cesare Mori. La loro collaborazione portò alla denuncia per “associazione per delinquere” di 121 individui, collaboratori della mafia. Fu un importante passo avanti nella lotta della criminalità organizzata.
Negli anni successivi l’Arma si ritrovò ad essere, mai come allora, gestore dell’ordine sociale e portatore di autorità e sicurezza. Importante fu questa fase per il rafforzamento dell’affetto popolare verso questi uomini sempre nella loro e inconfondibile divisa. Forte fu il riconoscimento di ogni singolo cittadino verso ogni singolo carabiniere. Achille Beltrame, famoso illustratore della Domenica del Corriere di quegli anni, arrivò a dire “Una tavola a colori di prima pagina acquista maggiore credibilità se vi è la presenza di un militare dell'Arma”. La figura del carabiniere divenne quindi una sorta di appiglio, un porto sicuro a cui potersi affidare e le numerose illustrazioni che arricchiscono il nuovo Calendario stanno a testimoniare proprio questo, l’incontenibile affetto del popolo italiano.


FOTO DI DAVIDE BARTOLI: Riccardo Pacifici, Presidente della Comunità Ebraica a Roma, nel corso del suo intervento accanto al Comandante dell'Arma Galitelli e al giornalista Massimo Giletti che ha presentato la cerimonia.


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