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Del seguente articolo:

Luglio-Agosto/2007 -
Lo sciopero della pastasciutta
Andrea Nemiz



Sembrerebbe incredibile ma questa frase è apparsa nei titoli di tutta la stampa quando le organizzazioni dei consumatori hanno deciso di indire questo sciopero per protestare contro l’aumento del costo della vita. Un giorno senza comprare nè consumare qualsiasi tipo di pasta e pane. Per colpire simbolicamente chi specula sui prezzi dei prodotti di largo consumo, contro chi è responsabile della stangata di circa settecento euro che, secondo le previsioni, dovrebbe abbattersi sulle famiglie italiane. Ma anche per chiedere l'intervento del Governo, per calmierare prezzi e tariffe.
Per la prima volta, le associazioni dei consumatori e una parte degli agricoltori scendono in campo fianco a fianco contro il caro-vita. Allo sciopero della pasta, proclamato infatti da Adoc, Adusbef, Codacons e Federconsumatori, hanno aderito anche Coldiretti e Cia. E non sono mancate le adesioni da parte di esponenti del Governo, come il ministro della Giustizia e il ministro della Salute, quelle di alcuni partiti, Rifondazione comunista è stata tra i primi, di organizzazioni sindacali: Marigia Maulucci, segretaria confederale della Cgil, ha sottolineato che “rinnovi e accordi contrattuali non sono sufficienti se non si agisce sul controllo dei prezzi, soprattutto di quelli dei beni di prima necessità”.
Le associazioni dei consumatori Adoc, Adusbef, Codacons e Federconsumatori hanno anche avuto un incontro a Palazzo Chigi e sembra che siano riuscite a spuntare una sorta di impegno secondo cui la grande distribuzione dovrebbe contenere, almeno fino a fine anno, entro l'inflazione (stimata all'1,7%) gli aumenti dei prezzi degli alimentari ed è stato anche annunciato che controlli mirati della Guardia di Finanza saranno indirizzati sulle speculazioni in particolare su prodotti ‘sensibili’ come pane, pasta, latte.
“Vogliamo dare un segno molto forte di impegno a contenere i prezzi entro i tassi di inflazione ma soprattutto di monitorare i mercati per evitare fenomeni speculativi” ha detto il Ministro delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali De Castro dopo l’incontro con le organizzazioni dei consumatori”. Si chiede anche a tutti un'assunzione di responsabilità perchè tenere l’inflazione sotto controllo “è una risorsa del paese che deve stare a cuore a tutti” ha aggiunto il Ministro dello Sviluppo Economico Bersani.
Controllo sui prezzi sul mercato interno, moral suasion sui grandi operatori della catena della distribuzione, pressing su Bruxelles per aumentare le produzioni europee di cereali e latte. Queste sono le vie scelte dal Governo per rispondere all'aumento dei prezzi sulla linea agroalimentare dovuto all'infiammata dei cereali sui mercati internazionali.
Intanto aumenti per il pacco di pasta compresi fra 12 -14 centesimi sono gia' previsti dall'Unpi (unione industriale pastai italiani). Un aumento confermato anche dal presidente della Coop Vincenzo Tassinari che pur bloccando fino a fine anno i prezzi dei prodotti a marchio Coop, ha ammesso che a ottobre la pasta, come gli altri alimenti condizionati dai prezzi dei cereali (uova, latte, pane), aumenteranno in una misura che potrebbe toccare anche il 10-15%.
Su questa linea anche l'accordo siglato tra la Auchan e le associazioni dei consumatori Adiconsum e la Cisl per bloccare i prezzi di 50 prodotti ‘sensibili’ distribuiti dalla catena francese (dal pane comune alla passata di pomodoro, dal tonno alla birra). Divise sullo sciopero della pasta si sono invece trovate le organizzazioni agricole: Coldiretti aderisce, ma Confagricoltura non altrettanto. Fra le adesioni allo sciopero quella della Cgil.

direttore@dossiersicurezza.com


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