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Del seguente articolo:

/2007 -
Il Lupo dell'Appennino
Troppe le morti misteriose
Fabrizio Di Nola

Probabilmente debbono essere tante le persone che amano gli animali e sono ancora in tanti a ricordare le polemiche nate anche livello europeo per la morte dell’orso bruno, che dall’Alto Adige emigrò all’estero, dove scomparve.
La fauna italiana, gran parte della quale è in via di estinzione, oltre l’orso bruno, annovera anche il lupo. Sì, proprio quello che parlò con San Francesco. Questo splendido animale vive nella Marsica ed è famoso per il coraggio, l’intelligenza e per l’astuzia. Il presidente del Senato Franco Marini, di origine abruzzese (è nato a San Pio delle Camere in provincia dell’Aquila), per intraprendere la carriera politica organizzò una potente e affiatata ‘macchina elettorale’. Proprio per il suo forte e indomito carattere, nel corso del dispiegamento delle ‘macchine’, bonariamente è stato assimilato nel carattere a un lupo marsicano e lui non se ne è mai adontato, anzi pare ne vada giustamente fiero.
Il mitico lupo marsicano, però, sembra che stia lentamente scomparendo. In poco meno di due mesi, purtroppo, in diverse località della Marsica, ne sono stati trovati una decina di esemplari morti. Il che è un fatto ancora più grave, ove si tenga conto che da un censimento del 2006 risulta che i lupi nel parco del Velino erano non più di una cinquantina di esemplari divisi in pochi piccoli branchi. Quindi il problema delle loro misteriose morti apre il discorso del rischio di assistere alla ennesima estinzione in diretta di una specie leggendaria.
Proprio nei mesi scorsi è circolata la voce a Sulmona che un bellissimo esemplare di femmina di lupo di due anni e mezzo era tata trovata morta con le gambe spezzate e contusioni varie, sul percorso della ferrovia che da Roma va a Pescara e che passa proprio per Sulmona. Nonostante i sospetti, sembra però che questa volta la natura dell’evento potrebbe essere del tutto accidentale. La lupa, infatti, potrebbe essere stata travolta da un treno.
Anche il Wwf ha lanciato un grido d’allarme in proposito accennando effettivamente a una strana concomitanza, proprio in coincidenza con l’inasprimento delle norme sulla caccia. L’organizzazione di tutela delle specie protette ipotizza anche un collegamento tra le recenti morti dei lupi e alcuni casi di esemplari di grifoni che, negli ultimi mesi, sono stati trovati morti probabilmente per avvelenamento.
In totale, sembra che fra lupi e grifoni, negli ultimi mesi ne sarebbero scomparsi almeno una trentina di esemplari. E per di più entrambe queste specie fanno parte di quelle cosiddette ‘protette’. E’ ben singolare, infatti, constatare il fenomeno della morte di un così gran numero di esemplari di specie protette, senza pensare che possa esistere con esse un sinistro collegamento forse dettato dall’inasprimento delle norme sulla caccia. Un collegamento questo che, se dovesse realmente esistere, sarebbe ancora molto labile nella sostanza ma potrebbe costituire un chiaro messaggio trasversale alla politica di protezione delle specie animali a rischio di estinzione.
Forse si tratta solo di acuminate fantasie ed è bene non farsi prendere dalla malattia nazionale della dietrologia. Occorre quindi non drammatizzare, dicono gli esperti, ma è chiaro che occorre attentamente vigilare per capire se questi inspiegabili fenomeni possono essere collegati – sia pure alla lontana – con il complesso delle norme che sono in trasformazione riguardo all’arte venatoria.
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La scheda del Lupo grigio italiano

Nel Lupo appenninico le forme sono slanciate, medio grandi le dimensioni (lunghezza testa/corpo 110-148 cm, altezza alla spalla 50-70 cm, coda di 20-35 cm), testa massiccia con muso allungato, orecchie relativamente grandi ed erette. Ha colorazione del mantello variabile, dal grigio pallido al marrone grigiastro. Il peso è molto variabile (fino a 70 kg), ma in Italia in media è compreso tra i 25 e i 35 kg con maschi più pesanti e massicci. Il suo habitat in Italia sono le aree con densa copertura forestale, collinari e montane.
La sua specie ha abitudini prevalentemente notturne, vive in branchi composti da un numero variabile di individui (2-7 in Italia) dediti alle attività di cacia, di allevamento prole e di difesa del territorio (in Italia in media esteso 150-250 kmq). Si riproduce tra gennaio e febbraio; all’interno di un branco generalmente si accoppiano il maschio e la femmina dominanti. La gestazione dura circa 63 giorni e le femmine partoriscono da 1 a 5 cuccioli che pesano 400-450 grammi. Lo svezzamento avviene dopo 8 settimane e i giovani rimangono con i genitori almeno un anno. La maturità sessuale è raggiunta intorno al 22° mese.
La specie ha alimentazione piuttosto varia che comprende prevalentemente ungulati selvatici (in prevalenza cinghiale e capriolo, ma anche cervo e muflone) e secondariamente domestici (in particolare ovini) con presenza di piccoli mammiferi, lepre, frutta, con proporzioni molto variabili secondo la disponibilità e la stagione.
Il sistema di Aree protette abruzzesi ha favorito la conservazione e lo sviluppo di diverse specie faunistiche. Su tutte quelle del lupo e dell’orso bruno marsicano.


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