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Del seguente articolo:

/2007 -
Emergenza siccità: risparmiamo acqua e luce
Andrea Nemiz

“Possiamo tirare al massimo fino a metà luglio. E nel frattempo sperare che piova, perché, se non arriva un po’ di acqua dal cielo la situazione al Nord può diventare drammatica”. Con queste parole, il capo della Protezione Civile Guido Bertolaso, aveva tempo fa esposto il problema siccità nel settentrione d’Italia, dove esiste il pericolo di una crisi idrica. Di qui l’appello ai cittadini di risparmiare l’acqua, fare docce più brevi e imparare a chiudere i rubinetti mentre si lavano i denti. “Ogni goccia è preziosa in un’estate come questa”.
Il capo della Protezione Civile ha anche auspicato maggior controllo da parte delle Regioni, ricordando che “giustamente hanno chiesto pieni poteri sulla materia, ma non possono ora invocare l’intervento centrale”. Bertolaso ha aggiunto che “l’Italia è il Paese europeo dove l’acqua costa meno e si spreca di più. Questo concetto vale anche per l’elettricità: tutti allarmati quando si paventa il rischi di black out ma pochi pensano a non abusare dei condizionatori appena arrivano i primi caldi”. E’ poi fondamentale preservare le riserve di montagna, che sono scese al 60% della loro capienza. Le risorse idriche nei bacini, che sono già basse, rappresenteranno la riserva italiana in caso di emergenza. La siccità e la carenza idrica prolungata potrebbero rendere critica la situazione di chi è a rischio di afa, in particolar modo gli anziani. Il livello delle acque di fiumi e laghi desta preoccupazione anche per gli usi agricoli e industriali.
Paradossalmente, nell’immaginario collettivo occidentale, l’acqua è considerata come un bene libero, priva di valore e accessibile a tutti. Nulla di più sbagliato: l’acqua rappresenta un elemento indispensabile per la vita, troppo spesso la sprechiamo dimenticandoci delle popolazioni africane o asiatiche costrette a convivere in condizioni di perenne siccità e inquinamento.
Oggi il caldo record è diventato un problema anche itlaiano. L’emergenza siccità obbliga tutti a rispondere con responsabilità rivedendo parzialmente i propri consumi d’acqua. Perlomeno per l’estate. Ogni goccia sprecata in più oggi potrebbe essere fatale domani. Il clima estivo e la situazione precaria nei pricipali bacini al nord, alletrano il Paese nell’emergenza. Le temperature volgono su livelli superiori alle medie stagionali.
Le previsioni per i prossimi mesi non consentono di recuperare il deficit idrico accumulato in autunno e in inverno e dunque il problema della siccità è ormai una realtà più che un rischio. Nel programma di risparmio si prevede che potrebbero essere effettuati rilasci controllati d’acqua, sia dai grandi laghi sia dagli invasi alpini, in modo da ripristinare soprattutto il livello del Po. Un ripristino che, in ogni caso, non consentirà di tornare a livelli abituali, visto che, ad oggi, il fiume ha una portata inferiore anche a quella del 2003, quando si intervenne con la dichiarazione dello stato d’emergenza e il varo di una cabina di regia nazionale per la razionalizzazione delle risorse.
A fronte di queste preoccupazioni, comunque, Bertolaso ha chiarito che sono già alcuni mesi che si sta valutando, studiano e monitorando la situazione che è sotto controllo anche per eventuali disagi futuri. “Credo che nessun Paese europeo, perché il problema è europeo, abbia fatto un lavoro così preciso di prevenzione e condivisione come quello che abbiamo portato avanti noi. Abbiamo reato un Comitato che raggruppa i più importanti scienziati ed esperti italiani in materia di meteorologia e clima”. Dunque, aggiunge il capo della Protezione Civile, preoccuparsi è di rigore, a non paventare rischi che ancora sono da delineare. “Stiamo lavorando bene con la comunità scientifica, i Ministeri e le Regioni e abbiamo concordato di seguire un percorso condiviso, monitoreremo ancora la situazione del Po e dei laghi e, in quella sede – conclude – ne faremo un bilancio; se necessario presenteremo al Presidente del Consiglio le misure per fronteggiare la situazione e per ridurre al massimo i disagi che, come è probabile, potrebbero verificarsi”.


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