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Del seguente articolo:

Novembre-Dicembre/2004 -
Spettacolo
Il grande macedone: come lo vede il cinema
Carlo Rodorigo

I giornali e la cinematografia sugli schermi in questo periodo stanno riscoprendo gli eroi del passato e tra questi non poteva passare sotto silenzio un grande dell’antichità: Alessandro Magno re di Macedonia. Sugli schermi “Alexander” un genere di avventura e guerra per la regia di Oliver Stone, protagonisti Colin Farrell, Angelina Jolie, Anthony Hopkins, Val Kilmer, Jared Leto, Rosario Dawson, Jonathan Rhys-Meyers, Raz Degan
Produzione: Moritz Borman, Jon Kilik, Thomas Schühly, Iain Smith, Oliver Stone
Ricordandolo ora, dopo secoli, il grande macedone lo vediamo ardito, cordiale, generoso, ma anche impulsivo e crudele. Indulgeva a gozzoviglie e a rapporti omosessuali, ma c’è da dire che questi erano usi comuni presso i Greci.
Le somme imprese del grande conquistatore dell’Asia, erano già pronte al tempo del padre Filippo, considerando che la Persia era un gigante in decadenza pronta a cadere sotto i colpi di una Grecia unita.
La leggenda di Alessandro ci è stata tramandata da più lingue orientali ed ebbe larga fortuna fino al Medio Evo nella letteratura colta e popolare.
Leggende su Alessandro ce ne sono numerosissime anche tra giudei, cristiani e arabi di Spagna. Fisicamente non ci sono identificazioni certe, siamo quindi liberi di ricordarlo come vogliamo e come ci viene presentato nei film pseudostorici.
Era nato nel 356 a. C. da Filippo di Macedonia e da Olimpia, figlia del re dell’Epiro. Dopo un’infanzia durante la quale fu educato da sua madre, ebbe altri eccelsi educatori: a tredici anni viene affidato ad Aristotele che lo seguì per tre anni. Venne così avviato alla conoscenza del pensiero e della politica greca.
Fu il padre ad iniziarlo alle cure dello Stato. A soli sedici anni, in precaria assenza di Filippo, venne nominato reggente di Macedonia; combatté contro i ribelli Maidi, assoggettandoli. Alla morte per assassinio del padre, a soli venti anni, salì al trono minacciato dai tentativi greci di liberarsi dall’occupazione macedone e da numerose infiltrazioni barbariche.
Appoggiato dai generali di Filippo riuscì a sottomettere Tessali, Tebani e Ateniesi. Riconosciuto capo supremo si apprestò a muoversi contro i Persiani. Inizia così la marcia trionfale del giovane Alessandro che collezionò numerose vittorie fin quando venne diffusa la falsa notizia della sua morte, solleticando la speranza di indipendenza dei popoli da lui assoggettati.
Non fu difficile per lui sedare le rivolte ed iniziare la sua impresa asiatica verso la Persia, fiaccata da una gracile guida e dilaniata da ribellioni e congiure.
Ma la potenza persiana era sostenuta da una temibile flotta e da immense risorse economiche.
Alessandro vinse la sua guerra e psicologicamente venne ammirato dall’intera Asia. Seguitò l’occupazione delle città costiere fino ad arrivare a dare battaglia a Dario. Lo scontro tra i due eserciti si concluse con il trionfo di Alessandro che imprigionò persino la moglie e le due figlie di Dario.
Privò la Persia delle basi navali assicurandosi così il dominio del mare. Si diresse quindi verso l’Egitto, dove la popolazione, stanca del dominio persiano, lo accolse come liberatore. La richiesta di pace avanzata dallo sconfitto Dario non tardò ad arrivare, accompagnata da un riscatto in talenti per la famiglia reale. Le proposte furono respinte e Dario fuggì inseguito da Alessandro, ma quando stava per cadere nelle mani del vincitore venne assassinato.
Era il luglio del 330 a. C. Il re fu seppellito con tutti gli onori, ma l’impero persiano era finito. Le popolazioni sottomesse lo salutarono come figlio di un dio e dio egli stesso. Poi, però, l’esercito stanco e in preda al malcontento si preparò alla rivolta costringendo Alessandro ad abbandonare le sue conquiste, per tornare in patria. Ritrovò il suo impero turbato dai soprusi dei governatori e da rivolte a cui cercò di dare rimedio. Doveva attuare la fusione dei popoli sottomessi come aveva sempre desiderato e, a dale scopo, sfruttando l’uso poligamico, sposò Statira, figlia di Dario, e Parisatide, figlia di Artaserse, mentre i suoi ufficiali si univano a nobili donne persiane. Queste nozze non raggiunsero effetti concreti. Il giovane Alessandro si preparava alla conquista d’Arabia quando una febbre lo uccise il 13 giugno del 323 a. C.
Aveva regnato tredici anni, aveva aperto una nuova era nella storia del mondo conosciuto, aveva portato dal Mediterraneo la civiltà greca fino all’India. Aveva aperto nuove vie agli scambi di ogni genere, favorendo gli studi, era diventato un dio per gli Orientali e una perfezione divina per i Greci.


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