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Del seguente articolo:

Novembre-Dicembre/2004 -
Incendi catastrofici
Torino, il rogo della Biblioteca Nazionale

Cento anni fa il fuoco ha devastato un patrimonio culturale immenso e oggi un’equipe di esperti, di cui fanno parte anche i tecnici dell’ “Istituto Centrale per la patologia del libro” ha allo studio
il recupero dei reperti membranacei dell’antica struttura universitaria.
Le pergamene si presentano rattrappite e solidificate in masse deformi perché colpite dal calore
e dal successivo allagamento per gli idranti usati per domare le fiamme.



E' trascorso un secolo da quando, nella notte fra il 25 e il 26 gennaio 1904, un furioso incendio devastò la Biblioteca Nazionale Universitaria di Torino che allora aveva sede nel palazzo del Rettorato dell’Università in via Po. Danni gravissimi ai fondi manoscritti. Il fuoco, sviluppatosi per cause imprecisate si estese con rapidità grazie anche alle strutture lignee della Biblioteca. I pompieri, accorsi su segnalazione di un passante che aveva notato il bagliore delle fiamme, trovarono l’unica porta d’accesso bloccata dal fuoco.
Quando nelle prime ore del mattino raggiunsero la Sala manoscritti, questa era stata ormai invasa dal fuoco e su scaffali e vetrine con i manoscritti in esposizione permanente, erano precipitati il tetto e il pavimento delle soffitte in fiamme. Le sezioni più danneggiate risultarono quelle dei codici orientali, dei francesi e degli italiani, mentre i danni per i manoscritti greci e latini furono in proporzione meno gravi.
Nei codici membranacei le modificazioni strutturali delle pergamene, provocate dal calore, si aggravarono a causa dei getti di acqua fredda. Per le drastiche riduzioni delle dimensioni e gli agglutinamenti delle pergamene fra di loro, alcuni codici si trasformarono in blocchi compatti.
Immediatamente dopo l’evento iniziarono le operazioni di recupero dei manoscritti, che vennero sistemati alla rinfusa nelle sale superstiti della Biblioteca, in alcune aule dell’Università, nei locali dell’ex fabbrica Tabacchi in Via Po e, successivamente, in locali dell’Accademia Albertina.
L’evento suscitò enorme emozione e da tutto il mondo giunsero attestazioni concrete di solidarietà con l’invio di materiale bibliografico per rimpiazzare almeno in parte quello distrutto o danneggiato. Le operazioni di recupero iniziarono immediatamente grazie al lavoro di un’apposita commissione - composta dal rettore dell’Università, Giampietro Chironi(con Carlo Cipolla, Rodolfo Renier, Ettore Stampini, Gaetano de Sanctis, Ermanno Ferrero, Italo Pizzi, Icilio Guareschi, Michele Fileti, Piero Giacosa, Francesco Carta e Carlo Frati, affiancati da Alessandro Baudi di Vesme e da Vincenzo Armando), che fu incaricata dal Ministero della Pubblica Istruzione di attivare misure per il restauro del materiale danneggiato. In particolare al Guareschi venne affidato l’incarico di studiare presso l’Istituto di chimica farmaceutica il modo di distaccare e distendere le pergamene che costituivano i blocchi compatti.
Cento anni dopo, grazie al sostegno del prof. Francesco Sicilia, Direttore Generale per i Beni Librari e gli Istituti Culturali, che ha considerato opportuno il recupero, in tutti i suoi aspetti, del fondo manoscritto danneggiato nell’incendio del 1904 - e ha perciò assicurato il finanziamento all’iniziativa -, la Biblioteca Nazionale Universitaria, ora appartenente al Ministero per i Beni e le Attività Culturali, situata nell’attuale sede di piazza Carlo Alberto 3, ha in corso un complesso progetto di recupero definitivo di tutto il materiale manoscritto danneggiato nell’incendio.
Nell’ambito del progetto la Biblioteca si è posta come obiettivi sia il recupero e il restauro dei fogli sia cartacei sia membranacei ancora non restaurati sia l’identificazione del materiale in parte ancora non identificato, oltre alla catalogazione dell’intero fondo.
La progettazione è stata eseguita dalla dott.ssa Maria Letizia Sebastiani, responsabile dell’Ufficio manoscritti e rari della Biblioteca; il dott. Angelo Giaccaria, responsabile dell’Ufficio tutela conservazione e restauro, ha la responsabilità del procedimento.
Per l’attuazione del progetto, che prevede di concludere i lavori nella parte principale nel corso del 2004, centenario dell’incendio, lo staff scientifico della Biblioteca è coadiuvato, grazie a un’apposita convenzione, da un’equipe dell’Università degli Studi di Torino (coordinata da Bruno Chiesa per i manoscritti orientali e da Alessandro Vitale Brovarone per i manoscritti in alfabeto latino) e dell’Università degli Studi di Venezia (coordinata da Paolo Eleuteri per i manoscritti in alfabeto greco) che si occupa dell’identificazione e della catalogazione del materiale bibliografico. Un altro gruppo di studio e di ricerca del Dipartimento di Ingegneria Nucleare del Politecnico di Milano, con cui è stata stipulata un’altra convenzione, e dell’Istituto centrale per la patologia del libro di Roma, diretto da Armida Batori, che assiste la Biblioteca nelle attività di analisi del materiale danneggiato e nell’individuazione di tecniche di intervento per il restauro dei supporti pergamenacei la cui struttura fisica è stata modificata dai traumi subiti.
Il gruppo di lavoro della Biblioteca da una parte, si occupa della sperimentazione delle metodologie e delle tecniche di restauro da applicare sia al materiale cartaceo sia al materiale membranaceo e dei problemi legati alla conservazione di tale materiale dopo gli interventi di restauro, dall’altra, affianca il lavoro di riordino, identificazione e catalogazione dei manoscritti e promuove ricerche in merito nell’ambito degli archivi e dei fondi bibliografici della Biblioteca ed esterni.
Le attività svolte hanno permesso di individuare tecniche innovative di restauro per la carta e per la pergamena e stanno riportando alla luce documenti che la comunità degli studiosi riteneva perduti per sempre. Con avanzate tecniche di analisi multispettrale ritornano anche alla luce testi manoscritti palinsesti finora indecifrabili.
Nel quadro degli interventi di recupero sono previsti anche eventi espositivi e di divulgazione sulla storia delle collezioni manoscritte della Biblioteca, sull’incendio, sulle storia delle attività di restauro del materiale danneggiato e sul progetto di recupero nei suoi vari aspetti bilioteconomico, codicologici, filologici, scientifici e organizzativi.


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