Che fine hanno fatto i Black Live Matters?

Che fine hanno fatto i Black Live Matters?

Chi sono i buoni?

Il movimento Black Lives Matter, quello piu’ conosciuto da noi europei, è stato fondato nel 2013 in risposta all’uccisione di Trayvon Martin, un giovane afroamericano, durante una lotta, da George Zimmerman, un peruviano che abitava nella zona in cui è avvenuto lo scontro. Zimmerman svolgeva il compito di servizio di sorveglianza di quartiere su mandato del comitato di quartiere. In tribunale fu provato che Zimmerman si era difeso, sparando Martin (con una pistola legalmente detenuta) che l’aveva attaccato procurandogli rottura del naso e altri danni alla testa.

Le fondatrici

Tutto partì da un commento facebook di Alicia Garza sulla sentenza “Zimmerman vs Martin”: I continue to be surprised at how little Black lives matter.”( “Io continuo a sorprendermi quanto poco vale la vita dei Neri”).

Alicia Garza è un attivista afro americana che vive a Los Angeles. Proveniente da famiglia agiata, con solide radici liberali, laureata in antropologia e sociologia. Lei stessa si definisce Queer (ovvero persone che non sentono il bisogno di rientrare in alcuna categoria sessuale o politica e che per questo fanno parte del gruppo Lgbtq). Ha sposato un uomo transgender, con cui condivide le sue politiche e lotte liberali.

A quel commento Facebook di Garza, rispose Patrisse Cullors, altra attivista, anche lei queer, con l’ashtag #BLACK LIVES MATTER. Patrisse Cullors non ha avuto una famiglia agiata e ha vissuto in un quartiere a basso reddito. Il padre e il fratello sono stati in prigione molto spesso durante la sua vita e questo, a suo dire, le ha fatto capire cosa significava, per un afroamericano, vivere in una citta’ come Los Angeles.

La Cullors ha comiciato il suo attivismo entrando a far parte dei BRU (Bus Riders Union), un gruppo estremista di sinistra che si occupa dei diritti civili degli immigrati e della popolazione con basso reddito. Come mentore ha avuto Eric Mann, un progressista estremista appartenente a movimenti politici estremisti e violenti fine anni ‘60

La terza fondatrice del movimento è Opal Tometi. I genitori di Tometi sono nigeriani, arrivati illegalmente negli Stati uniti dai quali hanno rischiato la deportazione più volte, ma grazie alla nascita dei loro figli sul suolo americano, hanno potuto chiedere la residenza. Per cui tutta la sua infanzia e la sua adolescenza è stata segnata dai problemi sull’immigrazione clandestina che l’hanno portata a frequentare associazioni che supportavano gli immigrati e i loro problemi. I suoi studi in Arizona, gli hanno fatto ottenere una laurea in Comunicazione, con specializzazione in Pubbliche relazioni. Proprio per queste sue esperienze è stata invitata ad unirsi con le altre due attiviste, Garza e Cullors a creare la piattaforma del movimento Black Live Matters nel 2013.

I Principi

Nato come “Movimento Black Lives Matter”, si basa su tre pilastri fondamentali: la denuncia della brutalità della polizia; la promozione della giustizia sociale; la lotta per i diritti degli afroamericani e delle persone di qualsiasi colore (che in realtà tende sempre al  nero). Non sono affatto un movimento basato sull’attivismo pacifico ma sul wokismo (scetticismo radicale quanto alla possibilità di ottenere un’informazione o una verità obiettiva n.d.r.) e una certa difesa della “razza”: quella nera.

Il loro approccio iniziale è stato di quello piu’ estremo, incitando a marce che spesso si risolvevano in veri e propri attacchi alla democrazia e alla tranquillità della città che ospitava la manifestazione; occupandola e molto spesso devastandola, con atti incendiari e vandalici, con distruzioni vetrine e negozi, oltre che con furti nei negozi e catene commerciali. Ne sa qualcosa la prima città “visitata”: Ferguson nel Missouri. Messa a ferro e fuoco dai manifestanti di Black Lives Matter, per giorni. La causa che provocò tutta questa devastazione, fu l’uccisione, durante un arresto, di un ragazzo afroamericano, Michael Brown, da parte di un poliziotto.

Alle manifestazioni susseguirono, nei vari Stati, veri e propri attentati e uccisioni a sangue freddo di poliziotti. Tutto questo sotto il governo del Presidente Obama che invitava i manifestati a protestare pacificamente, con lo stesso tono di un padre che sgrida il figlio per una marachella. Clamorosa la sua assenza ai funerali di Stato di alcuni poliziotti, contrapoosta alla sua presenza, con una folta delegazione della Casa Bianca a quelli di Michael Brown. Questo portò al rifiuto della polizia di fare il proprio dovere per mesi.

Cosi ai tre principi fondamentali della Fondazione, si aggiunge anche quello di togliere i fondi per la polizia o – addirittura – dismetterla .

Odio verso Trump

Finita l’avventura alla Casa Bianca di Obama, il nuovo inquilino Trump, non troverà pace durante tutto il suo mandato. Le tre attiviste gli dichiararono una vera e propria guerra. Fin dal giorno uno del suo insediamento al governo, culminando nel 2020, in piena pandemia,  con le manifestazioni per l’uccisione di George Floyd, che suscitarono indignazione e manifestazioni di protesta in tutto il mondo. Contro il Presidente Trump, la più agguerrita è la Tometi, che già non contenta della politica sull’immigrazione dell’amministrazione Obama , criticava violentemente quella zero-tolleranza di Trump, opposta al suo concetto di “open borders”. Le manifestazioni contro Trump avevano lo scopo di costringerlo a dimettersi, accusandolo di razzismo e di essere compiacente con i White supremacists, Nel 2020 hanno organizzato in tutta la nazione un azione capillare di proteste al grido di “I can’t breath”, ma che avevano a che fare poco con George Floyd e la polizia. Città completamente occupate o devastate. Morti di civili inermi (alcuni bambini) e polizia che impotente, si trovavano a sorvegliare le città in rivolta controllate completamente da veri e propri deliquenti. Poche le manifestazioni veramente pacifiche. In pochi anni i Black Lives Matter sono cresciuti di importanza ottendendo finanziamenti importanti dai cosidetti “dispensatori di liberta’ e creatori di Caos”, primo tra tutti George Soros, che con un finanziamento di circa 220 milioni di dollari ha dato una boccata di ossigeno da consentire l’espandersi in sezioni, coprendo tutto il territorio statunitense in modo unforme.

 La trasformazione

Con le manifestazioni per George Floyd, quello che era un semplice Movimento creato da tre attiviste, nel corso degli anni è diventata una vera e propria organizzazione finaziaria, che la trasformata in una reale fondazione no-profit. Il nome completo della fondazione ora è Black Lives Matter Global Network Foundation, ampliando il loro campo di azione anche al di fuori dei confini statunitensi. Con la visibilita mondiale avuta nei passati due anni, ha attirato l’attenzione internazionale portando alla ribalta la questione della discriminazione raziale in tutto il mondo. In molti paesi, la questione del razzismo e’ diventata un tema di discussione pubblica e politica, portando alla promozione di iniziative di inclusione e uguaglianza.

Inoltre, sono anche promotori della cosidetta “Reparations” a supporto di un indennizzo monetario ad ogni afroamericano per i danni subiti dai sui predecessori dalle azioni razziste, in particolare ai danni della popolazione afroamericana della citta’ di Tulsa che fu massacrata nel 1921 dalla popolazione bianca a seguito false accuse di stupro.

La divisione

I Black Lives Matter, con le loro azioni e provocazioni, non creano alcuno spiraglio di dialogo. Molti intellettuali afroamericani si dissociano dal loro modo di operare, considerandoli violenti ed estremisti, non propensi all’unione, anzi, le loro azioni stanno portando sempre più ad isolare gli afroamericani dal resto della popolazione statunitense, creando un mondo proprio. Durante una intervista Patrisse Cullors fece capire chiaramente che “Black Lives Matter” non è un messaggio di pace razziale, ma una formazione politica con obiettivo ideologico eversivo.  Dalle Banche solo per correntisti “Black”, a istituzioni come camera di commercio o eventi solo per black business, film solo con attori afro americani, in contrapposizione all’imposizione di attori afroamericani in ogni produzione televisiva  commerciale. Hanno persino spinto per creare il mese del Black History, Febbraio, oltre che un giorno festivo nazionale preciso per festeggiare la liberazione dalla schiavitù nello Stato del Texas: lo Juneteenth National Freedom Day. Senza contare l’ultima novità, l’imposizione alla NFL di suonare il  “Black national anthem” in contrapposizione all’ Inno nazionale degli Stati Uniti prima di ogni partita, con la scusa che essendo la maggior parte dei giocatori afroamericani, gli è dovuto. Tutto questo sta portando sempre ad una più netta divisione tra bianchi e neri, senza alcun messaggio di unione, come a dire : ‘Mo ce ripigliamm’ tutt’ chell che è ‘o nuost!.” E se qualcuno si oppone, viene schedato come razzista. Poco importa che il paese è composto dal 87.7% di non afroamericani.

Ma dove sono finiti negli ultimi tre anni?

Dal giorno dell’inserimento dell’amministrazione Biden, i Black Lives Matter Global Network Foundation sono in modalità silenziosa. Poche le manifestazioni di protesta, poche apparizioni nei telegiornali. Eppure, Biden non era il loro preferito alle presidenziali. Due delle fondatrici avevano supportato la canditatura di Elisabeth Warren e di Bernie Sanders, molto più liberali ed estremisti del mite Joe. Nonostante le precazioni che si sono prese per evitare che accada un altro evento “George Floyd”, la polizia continua ad arrestare afro americani che si comportano male e qualche volta, durante la collutazione ,  ci scappa il morto. Ma al momento, per i Black Live Matter, l’ordine è di mantenere i toni bassi. Anche nell’ultimo evento-scontro tra polizia e arrestato, l’uomo viene ucciso durante la colluttazione con i tre poliziotti, Nessuno può gridare al razzismo, perché’ i tre poliziotti sono tutti afroamericani. Allora si parla solo di brutalità della polizia e di togliergli i fondi. Le manifestazioni, per quest’ultimo caso, sono state molto poche. Inoltre una delle tre fondatrici, Patrisse Cullors, negli ultimi due anni – secondo i media USA – è stata accusata dai membri delle sezioni di Black Lives Matter, di aver utilizzato i fondi della Fondazione ad uso personale per arricchire lei e suoi familiari. In aggiunta, si è scoperto che ha investito circa 3,2 milioni di dollari in acquisto di varie proprietà ad uso personale, più altre cifre non contabilizzate perché in investimenti esteri. Questo ha suscitato dubbi sulla sua onestà, costringendo i membri delle sezioni di BLM a chiedere spiegazioni per giustificare il suo alto tenore di vita con uno stipendio dichiarato come normale. Tutto questo in contrapposizione con i suoi principi fondamentali marxisti, tanto elogiati all’inizio del suo percorso nel movimento. Patrisse Cullors dal maggio 2021 non fa parte più dell’organizzazione a livello dirigenziale. Anche le altre due fondatrici hanno lasciato la dirigenza dell’associazione lasciandola scoperta. Questo tipo di comportamento ha creato dubbi sulla trasparanza nella gestione dei fondi di Black Lives Matter. Specie di tutte quelle donazioni arrivate in supporto degli eventi del 2020. Amazon smile ha interrotto le erogazioni delle donazioni, create per enti benefici trasparenti. Il dipartimento di Giustizia della California ha chiesto di mostrare il registro delle Fiduciarie di Beneficenza per il 2020.    Anche perché BLV era nato come un Movimento, non come una associazione no-profit che qui negli States è regolata con tutte le norme fiscali e norme di trasparenza nella gestione dei fondi dei donatori. Non risultano ancora investigazioni federali sull’organizzazione che ormai è una Lobby a tutti gli effetti. Anche i  media sono stati sempre molto condiscendenti e poco “curiosi” nei confronti della gestione del Movimento. Solo il Post e l’Examiner hanno posto l’accento sui vertici del movimento e sui milioni di dollari che sembrano mancare, oltre a trasferimento di fondi ad un’associazione in Canada guidata dalla moglie di Patrisse Cullors e all’acquisto di una villa storica che era stata la sede del partito comunista canadese.  Ma le risposte sono sempre poco chiare

Intanto sul sito BLV si sta promovendo un fondo per il saldo dei debiti scolastici per gli afroamericani. Oltre ad appoggiare Biden nel finanziamento a fondo perduto di circa 15.000$ per l’acquisto della prima casa da parte dei soli afroamericani e per 70 milioni di dollari per finanziare le Università e i College storicamente afroamericane.

Dall’evoluzione del sito si può notare che non ci sono comunicazioni frequenti, come ci sono state negli anni passati. Anche le pagine social e facebook, lasciano a desiderare, come i followers che commentano poco e sempre meno presenti sulle piattaforme, segno che si sta perdendo fiducia in questo tipo di Movimento e che valori da loro decantati stanno perdendo assenso nei loro supporter.

A cura di Francesca De Biase

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