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Del seguente articolo:

Luglio-Ottobre/2015 -
Alimentazione
L'olio di colza fa male?
Giulia Nemiz Gregory



L’olio di colza è un olio vegetale alimentare derivato, per l’appunto, dai semi della colza. Nel 1200 circa quest’olio veniva usato per illuminare le strade in Europa e iniziò il suo percorso in ambito alimentare soltanto a metà del XIX secolo e come carburante “ecologico”, negli anni ’60. I suoi effetti sulla salute sono stati, sin da subito, contestati e, ancora oggi, sono oggetto di discussioni: sono, infatti, diversi gli studi in merito che evidenziano gli effetti collaterali causati dal suo consumo, nonostante ciò, è ritenuto commestibile. Scopriamo di più in merito, incluse le controindicazioni e dove si può trovare questo prodotto controverso.
A essere messi sotto accusa – come per quanto riguarda anche l’olio di palma, dalle molte controindicazioni – sono gli acidi grassi saturi e, in special modo, l’acido erucico: questo lipide tossico pare, infatti, che abbia effetti negativi sulla crescita, oltre a rappresentare un pericoloso fattore di rischio per la salute dell’apparato cardiovascolare e per quella del fegato. Alcuni studiosi sono, ad ogni modo, riusciti a mettere a punto un tipo di olio di colza a basso contenuto di acido erucico: questa nuova varietà prende il nome di “olio di canola” ma – anche in questo caso – si tratta di un olio raffinato ritenuto di basso livello e, quindi, potenzialmente dannoso per la salute. Inoltre, come se tutto ciò non bastasse, l’olio di colza proviene soprattutto dalle tanto discusse produzioni OGM, che pare stiano pericolosamente causando anche la morte delle api.
Nonostante l’olio di colza sia un alimento soggetto a delle restrizioni, occorre prestare molta attenzione per evitare di consumarlo senza volerlo: si può, infatti, trovare in margarine, zuppe, dolciumi vari, biscotti, torte, creme, brioche, grissini, prodotti surgelati, conserve di pesce e verdure e, più in generale, negli alimenti fritti, nei cibi confezionati e nei prodotti da forno di scarsa qualità. Infine, occhio alla spesa fatta nei discount e ai pasti in bar, ristoranti, pub e simili, che potrebbero utilizzarlo.


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