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Del seguente articolo:

Ottobre - Febbraio/2015 -
La storia
La Croce Rossa Italiana dal Risorgimento fino alla vigilia della Grande Guerra
Riccardo Romeo Jasinski*

Nell’anno che ricorda il centenario dell’entrata in guerra dell’Italia
nel primo conflitto mondiale, il Comitato della Croce Rossa Italiana
di Firenze ha organizzato un Convegno di Storia
con il titolo “La C.R.I. dal Risorgimento alla vigilia della Grande Guerra,
l’impegno della Croce Rossa Italiana a partire dalle campagne militari,
attraverso quelle sanitarie per arrivare ai preparativi per la prima Guerra Mondiale” .
Il Convegno si è svolto nella sala Pietro Verri del Comitato in Lungarno Soderini


Le due giornate sono state rivolte a tutti coloro che si interessano alla storia della Croce Rossa: i “Cultori” della materia, gli studenti delle varie Facoltà Universitarie in cui è presente lo studio della storia del nostro Paese, oltreché i soci della CRI e tutti coloro che vorranno approfondire la storia con una serie di interventi e relazioni da parte di esponenti della CRI, della comunità universitaria e scientifica, di “Cultori della storia della CRI” e di “appassionati della materia”. Ci sono stati anche approfondimenti inerenti la storia della medicina, riferiti al periodo storico del convegno e collegati al tema.
Al convegno è stato concesso il patrocinio da parte della Regione Toscana, del Comune di Firenze, dell’Università degli Studi di Firenze e dei Cultori della Storia della CRI. L’Università degli Studi di Firenze, ha partecipato con propri relatori e Docenti dai vari Dipartimenti interessati al tema del Convegno ed inoltre erano rappresentate Istituzioni pubbliche e private di carattere storico-culturale.
Nella giornata inaugurale, il prof. Paolo Vanni ha tenuto la Lezione Magistrale, mentre i proff. Bertini e Cipriani dell’Università di Firenze sono stati i Moderatori nelle giornate di sabato pomeriggio e domenica mattina.
La maggior parte delle relazioni hanno approfondito l’aspetto della preparazione della Croce Rossa Italiana nei mesi che precedettero l’entrata in guerra.
Sappiamo come si svolsero i fatti che scatenarono quella “inutile strage” come è stata chiamata da diversi storici e scrittori: l’attentato di Sarajevo con la morte dell’Arciduca Francesco Ferdinando, erede al trono d’Austria-Ungheria, e della moglie òofia, porto all’ultimatum dell’Austria alla Serbia, alla dichiarazione di guerra dell’Austria e all’inizio delle ostilità: 29 luglio del 1914.
L’Italia, nonostante avesse firmato con l’Austria e la Germania l’accordo della Triplice Alleanza, il 2 agosto del 1914 dichiarò la sua neutralità.
Ma nel Paese cosa stava succedendo? Da una parte c’erano i neutralisti che ritenevano di dover rimanere fuori dal conflitto in cambio di concessioni austriache cioè Trento e Trieste, e dall’altra gli interventisti che consideravano invece necessario scendere in guerra per riprendersi le terre irredente considerando questa l’occasione per realizzare appieno l’ideale risorgimentale.
Questa è l’opinione pubblica di quel periodo, ma le strutture dell’apparato civile e militare dello Stato si preparavano ad una eventuale guerra, tra queste la C.R.I., nata appunto nell’anno della firma della prima Convenzione di Ginevra, 22 agosto 1864 e che era dedicata al “miglioramento della sorte dei feriti in campagna”, si rese conto che doveva fare la sua parte e pertanto incominciò a predisporre la preparazione del suo personale e la revisione dei mezzi e materiali.
L’Associazione si rese conto che per sostenere un impegno organizzativo di tale portata occorrevano mezzi finanziari ben superiori alle disponibilità presenti o accantonate nel tempo, anche alla luce di quello che si era verificato negli anni passati e che aveva visto la CRI impegnata sia in guerra (Libia, Balcani, ecc.) che nelle calamità che avevano colpito il Paese.
Pertanto iniziarono a svilupparsi dei progetti per il reperimento di fondi da destinare appunto all’acquisizione di nuove attrezzature e materiali nonché alle scorte di medicinali, generi di conforto e quant’altro utile e necessario per le unità in fase di mobilitazione. Si fece strada l’idea di acquisire questo materiale in una situazione ancora fluida, piuttosto che in quella complessa di una guerra dove i prezzi di questo materiale salivano e se ne rendeva difficile il reperimento.
Possiamo affermare senza ombra di dubbio che fu “una vera e propria offensiva psicologica”, stimolo alla sensibilità e non mancò la generosità della gente che al momento opportuno si concretizzò anche con l’offerta gratuita di locali e fabbricati vari per l’impianto di strutture sanitarie, come gli ospedali, convalescenziari e quant’altro necessario alla cura ed assistenza dei soldati feriti e malati.
Pertanto tutta l’Associazione Italiana della Croce Rossa si stava indirizzando verso la mobilitazione, organizzando e coordinando i servizi ed i nuovi uffici come quello della propaganda chiamato successivamente Commissione, al fine di raccogliere attorno all’Istituzione tutte le energie locali, secondo le direttive degli organi centrali della CRI. L’Ufficio Stampa, altra nuova realtà, si era costituito per facilitare ai vari livelli i rapporti con la stampa locale, coinvolgendo in prima persona i giornalisti, in questa fase in cui si voleva far conoscere sempre di più il lavoro di preparazione che si stava approntando.
E’ intenzione degli organizzatori del Convegno continuare questi studi, con la partecipazione dell’Italia, sulla Prima Guerra Mondiale e analizzare il ruolo della Croce Rossa Italiana negli anni del conflitto.

*Colonnello com. CRI (in cong) Responsabile dell’Ufficio Storico del Comitato Locale CRI Firenze


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