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Del seguente articolo:

Ottobre - Dicembre/2013 -
Uno spiraglio e una speranza nel diritto al lavoro dei detenuti
Il Garante diritti detenuti del Lazio Angiolo Marroni per nuove imprese cooperative di lavoro in carcere e fuori
Paola Rodorigo

Favorire la nascita di imprese cooperative fra detenuti ed ex detenuti al fine di garantire un futuro lavorativo anche ai reclusi delle carceri del Lazio. È questo lo scopo del ciclo di incontri sull’impresa cooperativa nelle carceri, dal Garante dei detenuti del Lazio Angiolo Marroni insieme all’A.G.C.I. Lazio, l’Associazione Generale delle Cooperative Italiane.
“Lo scopo di questi incontri - ha detto il Garante Angiolo Marroni - è quello di informare e di formare i detenuti della nostra regione sulle possibilità occupazionali attraverso l’autoimprenditorialità e la creazione di micro, piccole e medie imprese, in particolare cooperative, che operano in un’ottica di sviluppo sostenibile del territorio regionale. La carenza di opportunità lavorative è, infatti, uno dei problemi del carcere, un grande ostacolo al reinserimento sociale dei detenuti. Istruzione, formazione cultura della legalità e del lavoro possono, invece, rappresentare un elemento decisivo per dare motivazioni e prospettive a persone che stanno scontando una pena detentiva”. Inizialmente pensate per gli istituti scolastici della Regione, tali conferenze sono state estese anche alle carceri. “Questo perché - hanno spiegato gli organizzatori di tali eventi - siamo consapevoli che spesso la criminalità affonda le proprie radici in situazioni di grave disagio, dove l’assenza di istruzione, di formazione professionale e le pressoché inesistenti prospettive lavorative, creano le premesse per una deriva comportamentale che trascina i soggetti al di fuori della legalità”. Per quanto riguarda le carceri, un primo ciclo di incontri è stato organizzato a Velletri: al fine di soddisfare tutte le richieste provenienti dai reclusi si terranno tre eventi in tre distinte giornate. Attraverso l’incontro nelle aule didattiche predisposte dalle direzioni delle carceri, tratteranno i rispettivi temi di competenza professionisti/imprenditori del settore. Con lo Sportello di Promozione di Impresa dell’A.G.C.I. Lazio, i detenuti avranno la possibilità di approfondire tematiche come il concetto di impresa e di imprenditore, le forme societarie previste dal Codice Civile, la stesura di un business plan, le possibilità di accesso ai finanziamenti pubblici e privati alle imprese, le norme sulla sicurezza sul lavoro.
Ai partecipanti verrà distribuito gratuitamente del materiale didattico, predisposto dall’Organizzazione sulle tematiche trattate durante gli incontri fra cui un “Manuale Multilingue per Immigrati sulla Promozione di Impresa” (oltre che in italiano, in inglese,francese, spagnolo, rumeno e cinese).
I detenuti interessati a creare operativamente un’impresa potranno, successivamente, avvalersi gratuitamente dello Sportello di Promozione di Impresa dell’A.G.C.I. Lazio, ed essere accompagnati e assistiti nella fase di costituzione e di avvio dell’impresa stessa. «L’iniziativa - ha detto il Presidente dell’A.G.C.I. Lazio Marino Ianni - è realizzata con il contributo della Regione e rientra in un più ampio complesso di attività messe in campo per contribuire allo sviluppo socio economico del territorio regionale attraverso gli sportelli di promozione di impresa, incontri con i detenuti, studenti delle scuole e, più in generale, attraverso l’assistenza rivolta soprattutto ai giovani e alle donne per promuovere la costituzione di nuove imprese e speranze concrete per il futuro.
Successivamente, è stato approvato all'unanimità nella Regione Lazio un'ordine del giorno presentato dal Vicepresidente del Consiglio, Massimiliano Valeriani, riguardante il lavoro in carcere. "Anche a seguito della mia visita nella casa circondariale di Frosinone alla fine dello scorso anno - ha spiegato Valeriani- ho chiesto al presidente della Regione Nicola Zingaretti, e alla Giunta un impegno concreto per assumere tutte le iniziative opportune e utili a favorire l'occupazione lavorativa dei detenuti all'interno degli istituti penitenziari regionali".
Nelle carceri - ha spiegato Valeriani - si devono infatti favorire la partecipazione dei detenuti a corsi di formazione professionale e il loro reinserimento nel mondo lavorativo, proprio come previsto dagli articoli 15 e 20 dell'ordinamento penitenziario (legge 354/1975)".
"Per questo le amministrazioni carcerarie hanno la possibilità di stipulare rapporti con aziende pubbliche o private convenzionate, oltre che con l'ente regione - ha concluso - le imprese e cooperative che li assumono possono usufruire di agevolazioni fiscali e contributive. E, non ultimo in questo modo ai reclusi viene concesso uno spiraglio e una speranza durante e dopo il periodo in cui scontano la pena".


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