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Del seguente articolo:

Marzo-Aprile/2013 -
La prima uscita dal Vaticano del nuovo Papa
Papa Francesco, Jorge Mario Bergoglio, un gesto improvviso fra la gente di Borgo Pio: alla sua prima uscita a piedi tra la folla è stato protetto anche dal Nucleo di Protezione Civile “Roma 1”
Andrea Nemiz

Un battesimo del fuoco per gli uomini del Servizio di Protezione Civile della Associazione Nazione Carabinieri del “Nucleo Roma 1” alla prima uscita in città di Papa Francesco dopo la sua elezione alla Cattedra di San Pietro.
Alcuni uomini del “Nucleo” erano stati chiamati dal Comune di Roma per uno dei tanti servizi di assistenza nelle occasioni che attraggono la folla, una delle quali è stata appunto la prima uscita del Papa per una Messa nella piccola Chiesa di Sant'Anna nella Città del Vaticano.
La porta principale della Chiesa è adiacente alle antiche mura del Vaticano proprio nel cuore del popolare quartiere romano di Borgo Pio. Con un inaspettato fuori programma il Pontefice ha letteralmente messo alla prova i pochi uomini della squadra del “Nucleo Roma 1” che erano lì per un normale servizio di assistenza ma hanno dovuto garbatamente arginare il bagno di folla acclamante che si era riversata su Papa Francesco.

Papa Francesco: un ciclone. Negli atti, nei gesti, nelle parole. È il vento nuovo nella Chiesa. E nel mondo. Bontà, fiducia, speranza, carità. Amore e tenerezza. Sentimenti che sono valori. Esorta a coltivarli. A non avere pudore nel manifestarli. E lo dimostra di persona. E chiede a tutti di essere “custodi” del creato, così come San Giuseppe è stato custode di Gesù e San Francesco il cantore della natura, di cui ha voluto assumere il nome. “Non lasciamo che nel creato prevalgano distruzione e morte”.
Nella quinta Domenica di Quaresima, il Papa ha celebrato la sua prima Messa pubblica nella sua parrocchia, quella di Sant’Anna in Vaticano. Questa ‘fuga’ dagli schemi della Santa Sede è stata di nuovo un'altra ‘prima volta’ di Jorge Mario Bergoglio. A soli pochi giorni dalla sua elezione, infatti, aveva già avviato le sue scelte forti e controcorrente. Anche i paramenti che ha indossato per la Messa in Parrocchia non sono stati quelli classici papali, solenni e austeri, ma erano del tutto simili a quelli degli altri sacerdoti che lo hanno accompagnato nella funzione.
Il Papa ha chiamato accanto a se don Gonzalo, un prete che lavora in Perù per il recupero dei drogati e lo addita ad esempio. Al termine della Messa, fuori della Chiesa, saluta ad uno ad uno i fedeli, molti, uomini e donne, gli buttano le braccia al collo, bacia tanti bambini. Un centinaio i fedeli che hanno potuto assistere accanto a lui alla liturgia domenicale dentro la piccola Chiesa ma, sin da quando a Borgo Pio, il quartiere romano che costeggia le mura vaticane, si è sparsa la notizia della presenza del Papa, una grande folla eterogenea si era già adunata ad attenderlo all’uscita di quella chiesetta adiacente al piccolo borgo che si trova di fronte alla Città dei papi. Alla vista di quella piccola folla che si era assiepata attorno a Sant’Anna, il Papa non ci ha pensato su neanche un attimo: per non deludere chi lo aspettava, supera all’improvviso il servizio d’ordine, attraversa Porta Sant’Anna, guadagna la strada e stringe le mani dei tanti assiepati dietro le transenne. Un tripudio di gioia.
Con questa del tutto imprevista ‘uscita’ il Pontefice ha così messo a dura prova tutti i servizi di sicurezza per la sua persona e, fra questi, anche quel nutrito gruppo di uomini del Servizio di Protezione Civile della Associazione Nazionale Carabinieri, il “Nucleo Roma 1”, che erano stato chiamato dal Sindaco per uno di quei tanti servizi di sostegno che si fanno di routine. Tutto si aspettavano costoro, ma non davvero di dover fare proprio da scudo al Pontefice per contenere la folla acclamante. Compiendo quel gesto del tutto informale di andare a piedi incontro alla folla, il Papa ha nuovamente messo da parte tutte le regole sorprendendo gendarmi, guardie svizzere e servizi di sicurezza italiani. Varcando le mura Leonine è entrato in territorio italiano e si è avvicinato alla gente che lo attendeva acclamante.
Al termine, Papa Francesco è rientrato nel Palazzo Apostolico non con l’auto ufficiale, ma con un'automobile della Gendarmeria Vaticana.
Il Pontefice, quando aveva scelto di celebrare la sua prima messa quasi in privato (probabilmente per evitare la solennità della Basilica San Pietro), chissà se aveva già deciso di superare il rigoroso cerimoniale di rito e di varcare la porta della parrocchia per avvicinarsi ai fedeli che lo attendevano all’esterno. Oppure, la sua è stata una decisione immediata. Comunque, accostatosi ai fedeli, li ha salutati con calore, si è lasciato abbracciare, ha ascoltato chi gli si confidava e, quando si è trovato davanti ai bambini, li ha esortati a pregare per lui.
Quella Messa a Sant'Anna il Pontefice la aveva celebrata come un umile parroco, in un clima di grande raccoglimento. Nell’omelia ha letto parole semplici e immediate che sono arrivate nel profondo del cuori. Una chiarezza di grande efficacia: “non è facile affidarsi alla misericordia di Dio”, e ha sottolineato che quel messaggio di Gesù non era davvero semplice “perché lì l’abisso è incomprensibile: il Signore mai si stanca di perdonare ma siamo noi che ci stanchiamo nel chiedergli perdono”.
Sempre nel contesto di quello che ormai viene definito “Il Francesco style”, in altra occasione il Papa ha sorpreso tutti rivolgendosi “per favore, a tutti coloro che occupano ruoli di responsabilità in ambito economico, politico o sociale, a tutti gli uomini e le donne di buona volontà”. Li ha esortati con queste parole: “siamo "custodi" della creazione, del disegno di Dio iscritto nella natura, custodi dell’altro, dell’ambiente; non lasciamo che segni di distruzione e di morte accompagnino il cammino di questo nostro mondo! Ma per "custodire" dobbiamo anche avere cura di noi stessi! Ricordiamo che l’odio, l’invidia, la superbia sporcano la vita! Custodire vuol dire allora vigilare sui nostri sentimenti, sul nostro cuore, perché è proprio da lì che escono le intenzioni buone e cattive: quelle che costruiscono e quelle che distruggono! Non dobbiamo avere paura della bontà, anzi neanche della tenerezza!”. La tenerezza, ha detto “non è la virtù del debole, anzi, al contrario, denota fortezza d’animo e capacità di attenzione, di compassione, di vera apertura all’altro, capacità di amore. Non dobbiamo avere timore della bontà, della tenerezza!”.

FOTO: Papa Francesco saluta i fedeli dopo aver celebrato la Santa Messa nella sua Parrocchia di Sant'Anna


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