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Del seguente articolo:

Novembre-Dicembre/2009 -
Port-au-Prince
Dopo il terrore la vita quotidiana, le ricerche, l’assistenza umanitaria nella capitale haitiana
Ugo Rodorigo

Simon Shorno, portavoce del Comitato Internazionale di Croce Rossa (CICR) a Port-au-Prince, riferisce che la vita nei campi improvvisati che ospitano decine di migliaia di sopravvissuti al terremoto rimane molto difficile: Il problema è per l'igiene in generale, - ha spiegato alla stampa - anche se le persone e, in alcuni casi, le autorità locali, hanno già autonomamente iniziato a organizzarsi per la raccolta dell’acqua e per sistema organico per la raccolta dei rifiuti
Per quanto riguarda il denaro sono tante le persone che hanno finito i contanti o che stanno per finirli e che il prezzo delle verdure e del pane sta crescendo vertiginosamente. L'unico modo per sopravvivere per le persone, quindi, è quello di raggruppare le loro poche risorse economiche. Molti stanno cercando lavoro, come i giovani che si mettono in fila davanti alle porte delle organizzazione internazionali sperando di trovare un impiego giornaliero. A Place de Champs-de-Mars, venditori di carbone, apparentemente, fanno affari vendendo carbone alle famiglie nei campi improvvisati dove viene usato in piccoli barbecue di latta per cucinare. Uomini di affari offrono poi di ricaricare i cellulari o li affittano per una certa somma.
Gli aiuti sanitari del CICR nella capitale

A Port-au-Prince altri materiali sanitari sono stati recapitati all' ospedale De la Paix e al posto di Primo Soccorso della Croce Rossa di Haiti nella baraccopoli di Martissant. Acqua potabile per più di 12.000 persone L'igiene rimane una delle prime preoccupazioni a Port-au-Prince con molte persone ancora senza accesso a quantità sufficienti di acqua potabile. Il CICR sta fornendo acqua a più di 12.000 persone che vivono in tre campi improvvisati. "I nostri autotreni portano acqua più volte al giorno alle cisterne che abbiamo allestito in modo che le famiglie nei campi possono bere e lavarsi durante il giorno" ha spiegato Ikthiar Aslanov, ingegnere del CICR. "Dopo l'orrore e le difficoltà degli ultimi giorni è una gioia vedere bambini che bevono acqua pulita e si lavano" ha detto Ugo Mora, un altro ingegnere del CICR.

Assistenza sanitaria fuori città

Il CICR continua a lavorare in stretto contatto con tutti i suoi partner di Croce Rossa ad Haiti, specialmente con la Croce Rossa locale. Squadre sanitarie di questa organizzazione hanno raggiunto Petit-Goave, una cittadina sulla costa sud ovest, a circa 70 chilometri da Port-au-Prince dove hanno allestito due centri di pronto soccorso, adesso gestiti da volontari della Croce Rossa di Haiti. Qui sono stati distribuiti kit di primo soccorso fondamentali per le cure di almeno 500 pazienti. Una squadra del CICR si per la seconda volta è inoltre recata a Leogane, città sud-ovest della capitale . "Purtroppo c'è la stessa sofferenza a Leogane come a Port-au-Prince" ha detto Hassan Nasreddine, il chirurgo del CICR che ha guidato la squadra sanitaria. "Fino ad oggi, molti pazienti a Leogane non hanno ricevuto cure perché nell'ospedale principale manca tutto".

Ricongiungimenti familiari

Un Ufficio per il ricongiungimento delle famiglie allestito e operativo Il CICR sta lavorando in stretto contatto con la Croce Rossa di Haiti per aiutare le persone che vivono sia nell’isola che all’'estero a riprendere contatto con i loro cari. Appena avviato questo Ufficio, è stata data l’opportunità ad alcune persone delle zone di Port-au-Prince maggiormente colpite, incluso Croix-de-Prez e Canapé Vert, di fare chiamate internazionali ai familiari che vivono in altri paesi, specialmente negli Stati Uniti. Nei primi giorni sono state fatte più di un centinaio di chiamate.
"Il nostro ufficio a Port-au-Prince ci assisterà nel dare seguito a tutte le richieste di ricerca arrivate al nostro sito negli ultimi giorni" ha detto Pierre Barras che gestisce il servizio del CICR. Adesso possiamo aiutare i nostri cittadini che hanno perso tutto a rimettersi in contatto con i loro cari. I senza tetto che si trovano nei campi improvvisati spesso non hanno davvero soldi per poter fare una chiamata all'estero e molti dopo una settimana dal terremoto sono ancora senza notizie dei loro cari.
Le stazioni radio stanno pubblicizzando il servizio, incoraggiando coloro ancora senza notizie a mettersi in contatto con la Croce Rossa di Haiti o con il CICR. Fino ad ora più di 23.500 nomi sono stati registrati sul sito CICR allestito per aiutare le persone che hanno perso contatto con i membri della famiglia (www.icrc.org/familylinks ). Più di 1.600 registrazioni sono fatte da parte di persone che vogliono far sapere alle loro famiglie che sono sani e salvi. E infatti negli ultimi giorni diverse centinaia di nomi sono stati cancellati dagli elenchi perché i parenti si sono riuniti.

Trattare i morti con dignità

Anche la sistemazione della migliaia che hanno perso la vita sotto alle macerie è un problema molto pesante. Due esperti CICR di medicina legale sono arrivati a Port-au-Prince per consigliare le autorità Haitiane sulla corretta raccolta di informazioni sui morti e sul trattamento con dignità dei corpi. "Vogliamo aiutare a dissipare il mito, prevalente a Port-au-Prince che i morti diffondono malattie. Questa credenza porta a cremazioni o sepolture di massa" ha detto Morris Tidball-Binz, che gestisce l'assistenza medico legale CICR nella città. Il CICR inoltre sta distribuendo sacche per i corpi, targhette di identificazione, guanti, maschere e altri materiali essenziali alle camere mortuarie locali.

Aiuti umanitari in corso

Un volo charter del CICR con 36 tonnellate di acqua, unità di potabilizzazione, materiale sanitario è partito da Ginevra ieri per la Repubblica di Santo Domingo. Da lì il cargo sarà portato via terra a Port-au-Prince. Un secondo volo ha portato 2.500 Kit per famiglie con coperte, set per cucina e teli plastificati per i shelter temporanei dovrebbe partire per Santo Domingo da Panama nei prossimi giorni.
Per quanto riguarda gli aiuti umanitari inviati dall’Italia con la portaerei Cavour, sono state complessivamente imbarcate 135 tonnellate di materiale fornito dal World Food Programme, 77 tonnellate di materiale della Croce Rossa Italiana e materiale sanitario, oltre a generi di prima necessità da parte delle altre associazioni.
In particolare, il World Food Programme delle Nazioni Unite ha fornito 45 unità abitative; 40 unità per uso ufficio; 10 unità ad uso servizio igienico; quattro generatori di corrente e relativi accessori; 1.000 kilogrammi circa di biscotti e 14 tende, mentre dalla Croce Rossa Italiana sono giunti quattro container contenenti materiale sanitario e due motrici.
Altre associazioni e agenzie hanno fornito materiale farmaceutico vario, circa 15.000 kg di cibo in scatola, 50 rotoli di plastica antipioggia per rifugi di fortuna, cinque cisterne di acqua da 1.000 litri, 200 materassi, 700 reti antizanzare, 500 kg di saponette, un autoveicolo e circa 8.000 kg di riso, fagioli e latte.


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