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Del seguente articolo:

Settembre-Ottobre/2009 -
Storia e politica
Lo Stato del Vaticano ha 80 anni, un piccolo territorio, una grande missione
Ugo Rodorigo

La semplice sigla SCV connota in campo ‘automobilistico’, uno Stto piccolissimo ma di valore mondiale. La targa numero “1” è da sempre applicata sull’automobile del Pontefice, un tempo anche “Papa Re”, oggi “sovrano”solamente spirituale, senza armi, se non quelle della preghiera, della parola, della diplomazia, delle encicliche.
Un piccolo Stato dotato della forza della fede, malgrado Stalin volesse sapere di quante divisioni disponesse il Vaticano. Conta solo un manipolo di Guardie svizzere, alabarda e divisa multicolore disegnata da Raffaello, un manipolo di “Gendarmi”.
Oggi questo Stato ha compiuto 80 anni. Si è così strutturato con i Patti Lateranensi sottoscritti l’11 febbraio 1929 “dall’on. Benito Mussolini, Capo del governo, e dal cardinale Pietro Gasparri”, allora segretario del nascente stato con “un piccolo territorio ma una grande missione”.
Ed è stato questo appunto il titolo delle iniziative varate per celebrare la ricorrenza che ha avuto mostre, convegni, concerti, nuovi programmi e progetti. Nell’esposizione il Vaticano com’era e com’è, incluso l’ex-Sant’Uffizio e la stupenda Aula Nervi o Paolo VI. Il “sogno” sarebbe un secondo ingresso ai Musei, che accolgono circa 4 milioni e mezzo di visitatori l’anno, costretti a lunghe file. . L’Acea, che ha illuminato la Basilica nel 1999 e due anni fa riqualificato le 18 lanterne sotto il Colonnato del Bernini, sta applicando nuove tecniche di illuminazione (“Light Emission Diode”) per la Piazza, le 284 colonne, le 640 statue, le mille balaustre. Contattori elettronici, fonti energetiche alternative, misure in caso di black-out hanno arricchito questo moderno intervento tecnologico.
La mostra nel braccio Carlo Magno è stata a ingresso gratuito. “Un eccezionale plastico tridimensionale in legno di betulla” svela una singolare città, gli edifici, gli incomparabili giardini. Com’era il Vatovano prima del ’29 ? La mostrano belle immagini a stampa dei secoli XVI e XVII, piante topografiche provenienti dalla Biblioteca Apostolica, dalla Fabbrica di San Pietro e dal Governatorato. Alla fine del percorso una “nuova pianta prospettica, incisa ad acquaforte e bulino su rame e stampata in soli 330 esemplari”: è l’immagine simbolica del Vaticano del XXI secolo, l’interfaccia della pianta del ’29. Tra i due punti c’è la storia di questi ottant’anni. Inizia da Achille Ratti, papa Pio XI, “anima di questo Stato”, colto, prefetto della Biblioteca ambrosiana e vaticana, costruttore di seminari e di splendidi edifici. Sono esposti “un piviale della raffinatissima manifattura di Como”, la mitria, un ritratto mai visto finora, numerosi documenti. Il “clou” è l’originale del Trattato, conservato nell’Archivio segreto vaticano, per la prima volta esposto al pubblico con tutti gli allegati. Per il nuovo Stato, Pio XI invocava “quel tanto di territorio che basti come supporto della sovranità “, così come è “universalmente riconosciuto” e senza del quale la stessa sovranità “non potrebbe sussistere, perché non avrebbe dove poggiare”.
Nascono così strutture e infrastrutture: poste, musei, ferrovia, tribunale, accademia delle scienze, governatorato, autoparco, servizi tecnici e annonari, la residenza estiva di Castel Gandolfo. La documentazione viene anche dall’Archivio di Stato di Torino (Fondo Giuseppe Momo). Dalla morte nel 1939 di Pio XI seguono sei pontefici, ognuno presente con un ritratto proveniente dai Musei vaticani: Pio XII, Giovanni XXIII, Paolo VI, Giovanni Paolo I, Giovanni Paolo II, Benedetto XVI.
Un convegno di studi di tre giorni sul “piccolo territorio grande missione” si aperto nell’Aula della Conciliazione al Palazzo del Laterano e poi a seguire nell’Aula del Sinodo dei Vescovi. Le relazioni di personalità di primo piano della cultura che hanno aderito al convegno, – hanno dipinto una specie di radiografia della storia dello Stato. Ha aperto il cardinal Tarcisio Bertone, oggi il successore di Gasparri. Si è chiuso con una tavola rotonda animata da grandi personaggi: il ministro degli esteri italiano, Franco Frattini, M. Abdou Diouf, segretario generale della “Francofonia”, già presidente del Senegal, M..Michel Camdessus, governatore onorario della banca di Francia, già presidente del Fondo monetario internazionale, l’autorevole giornalista Arrigo Levi.


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