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Del seguente articolo:

Maggio-Giugno/2007 -
Carceri
Il Garante dei Diritti dei Detenuti nel Lazio
Saverio Lombardo

Un paio di anni fa, l’On.le Angiolo Marroni si dimise dal Consiglio Regionale del Lazio per assumere la carica di Garante Regionale dei Diritti dei detenuti. Marroni era stato Consigliere regionale per quattro legislature (circa vent’anni) ricoprendo anche incarichi prestigiosi, come quello di assessore al Bilancio. Al momento delle sue dimissioni Marroni spiegò con quale rammarico lasciava il Consiglio dopo anni di un impegno che svolti sia con ruoli di governo che stando all’opposizione. La sua ambizione in tutto quel periodo, ha aggiunto “è sempre stata quella di servire l'istituzione regionale e, attraverso di essa, la realtà che mi fa riferimento. Ovviamente continuerò il mio impegno civico con la nuova funzione di Garante regionale dei Diritti dei detenuti che mi è stata assegnata all'unanimità dal Consiglio, cui sono grato”.
Alla fine del febbraio 2004 Marroni era stato infatti nominato all’unanimità dal Consiglio regionale, Garante dei diritti dei detenuti e, in quell’occasione Marroni aveva sottolineato che il Lazio è la prima regione italiana a dotarsi di un Ufficio del genere
Prima fra le Regioni italiane, il Lazio, nel 1994 ha istituito la figura del “Garante dei Diritti dei Detenuti”. Era il 26 febbraio quando il Consiglio Regionale ha eletto Angiolo Marroni Garante dei Diritti dei Detenuti. Questa figura di garanzia, che assume in se connotazioni giuridiche, politiche, sociali e umanitarie è prevista dalla legge regionale n. 31 del 6 ottobre del 1994 che ha istituito un "ufficio del garante delle persone sottoposte a misure restrittive della libertà personale".
L’avvocato Marroni, personaggio storico della politica laziale, napoletano, settant’anni o più, giornalista, deputato regionale dal 1985, Pci prima, Ds "moderno" oggi, è stato anche assessore al Bilancio della Regione nelle due legislature che precedettero l’arrivo della destra.
Sposato con una staffetta partigiana di Reggio Emilia, Leda Colombini, deputata del Pci da quasi venti anni le è a fianco nel suo impegno in favore dei bambini che sono costretti a rimanere detenuti assieme alle madri in carcere. Marroni frequenta con meticolosa regolarità le carceri laziali, dove in qualità di "volontario" ha seguito la nascita di alcune importanti cooperative sociali.
Garantista equilibrato, esperto delle cose del mondo e della burocrazia, gli viene riconosciuto da più parti di aver aiutato detenuti di ogni colore e rango. Per ricoprire il nuovo incarico ha accettato le regole sul "conflitto di interessi" poste dalla legge, e ha preparato la lettera di dimissioni da consigliere regionale. Marroni è stato fra i pochi politici che, con questo gesto, si è dimezzato lo stipendio. “Io stesso, quando la legge è stata preparata - ha detto dopo il suo spesso dimenticata. Gli istituti penitenziari del nostro paese ospitano 56.000 detenuti, a fronte di una capacità massima di sole 42.076 unità. Anche nel Lazio - dove ci sono 14 istituti con una popolazione detenuta di oltre cinquemila unità - la situazione è pressoché insostenibile e va assolutamente affrontata: la figura del garante si farà carico delle istanze di chi vive direttamente la condizione di detenuto ma anche di quelle persone che di riflesso - e penso ai familiari - si vedono costretti a forti condizionamenti”.
L’Ufficio del Garante dei Diritti dei Detenuti del Lazio è stato istituito con Legge Regionale n°31 del 6 ottobre 2003. Il Garante stesso e i suoi operatori assicurano una presenza settimanale in tutti gli Istituti di pena del Lazio. L'apparato operativo e tecnico-amministrativo, è composto da 18 effettivi, più 3 volontari, e 2 addetti alla sicurezza.
Il Garante dei Diritti dei Detenuti della Regione Lazio, per le finalità di cui alla legge regionale all'articolo 1, comma 1, e nell'ambito delle iniziative di solidarietà sociale, intende svolgere, in collaborazione con le amministrazioni statali ogni iniziativa volta ad assicurare:
- il diritto alla salute
- il diritto all'istruzione
- il diritto alla formazione professionale
- Il diritto alla cultura
- il diritto allo sport
- il diritto alla socializzazione e ai rapporti
con le famiglie;
- ogni altra prestazione finalizzata al
recupero, alla reintegrazione sociale
e all'inserimento nel mondo del lavoro
Il Garante intende proporre all'Assessorato Regionale competente, iniziative concrete di informazione e promozione culturale sui temi dei diritti e delle garanzie delle persone sottoposte a misure restrittive della libertà personale.
Il Garante segnalerà, agli organi regionali, eventuali fattori di rischio o di danno per le persone sottoposte a misure restrittive della libertà personale e solleciterà gli stessi organi affinché assumano le necessarie iniziative volte ad assicurare le prestazioni dovute. Il Garante intende, inoltre, proporre agli organi regionali gli interventi amministrativi e legislativi da intraprendere, per contribuire ad assicurare il pieno rispetto dei diritti delle persone sottoposte a misure restrittive della libertà personale.
Il Garante, affinché possa realizzare le intenzioni sopraesposte, intende intrattenere rapporti, oltre che con l'Amministrazione regionale, con:
- le famiglie dei detenuti
- gli uffici dell'Amministrazione
Penitenziaria
- gli uffici degli Istituti Penitenziari
- gli uffici della Polizia Penitenziaria
- gli uffici del Tribunale di Sorveglianza
- gli uffici del Ministero di Giustizia
- gli uffici legali;
- gli uffici delle Aziende Sanitarie Locali
- le associazioni di Volontariato
- le Cooperative sociali integrate
- gli enti di formazione professionale
- gli enti culturali
Il Garante, per sviluppare questo tipo di relazioni, intende avvalersi di collaborazioni, anche esterne all'organico dell'ufficio.
In particolare ha intenzione di servirsi di forme di consulenze specializzate: esperti legali, operatori sociali e culturali, psicologi, consulenti del lavoro, etc. Il Garante, oltre a ciò, organizzerà eventi promozionali e di studio, nello specifico intraprendere iniziative, nazionali ed internazionali, atte alla conoscenza delle normative che regolano il diritto penitenziario europeo ed all'acquisizione delle regole metodologiche di reinserimento sociale.


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