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Del seguente articolo:

Maggio-Giugno/2007 -
L'assistenza ai detenuti
Le carceri nel Lazio
Eleonora Fedeli

Allo scadere dei suoi primi diciotto mesi di attività il Garante per i Diritti dei Detenuti nel Lazio, Angiolo Marroni, ha presentato al Consiglio Regionale una relazione per avviare una discussione sulla situazione delle carceri nel territorio. L’Ufficio del Garante è stato istituito con Legge Regionale n°31 del 6 ottobre 2003
Alla data di presentazione della relazione erano stati effettuati più di duemila colloqui in carcere con i detenuti (a fronte di una popolazione ristretta di circa 6000 persone) per affrontare problematiche ad essi collegate quali, ad esempio i problemi dei trasferimenti, del sovraffollamento, la salute, formazione, studio, lavoro, cultura).
Il Garante e il suo staff rappresentano ormai un riferimento per le famiglie dei detenuti, le associazioni e le cooperative sociali. L’Ufficio riceve decine di segnalazioni di persone in misura penale esterna oltre a centinaia di lettere da detenuti ristretti, residenti anche in altre regioni. Il Garante si avvale della collaborazione di uno staff di avvocati ai quali vengono sottoposti problemi di varia natura giuridica e si chiedono pareri legali e approfondimenti normativi.

Nei diciotto mesi di attività sono stati sottoscritti protocolli di intesa con istituzioni pubbliche e private:
- Laziodisu
- Associazioni di Volontariato
- Sindacati Confederali di Polizia Penitenziaria
- Istituti Penitenziari
- Provincie
- Consorzio di Cooperative Sociali
- L'Ordine degli Avvocati del Foro di Roma
- Il Centro di Formazione delle Maestranze
Edili del Lazio
-Il V Municipio di Roma per la facilitazione di
servizi anagrafici quali cambi di residenza e
documenti di identità

Altri protocolli sono stati firmati con il PRAP, e l'Agenzia di Sanità Pubblica, per fornire protesi odontoiatriche ai detenuti ristretti presso Rebibbia Penale; con la Società Italiana di Medicina e Sanità Penitenziaria; con l'IRCSS San Gallicano per i detenuti stranieri e per le malattie da trasmissione. Ogni protocollo ha una sua specificità legata alla concretezza dei problemi che quotidianamente vivono i detenuti e, nel contempo, tutti i protocolli sono legati ad una progettualità strategica complessiva che punta ad un trattamento intramurale che sia formativo e riabilitativo cosi come prevede la Costituzione, ma anche preparatorio ad un reinserimento sociale, professionale e lavorativo.
Si è altresì dato l'avvio ad una intesa con il "Centro di Cultura Islamica" e la seconda Moschea di Roma, al fine di concordare interventi destinati alla popolazione musulmana. In ogni caso il numero delle presenze degli extracomunitari in carcere nel Lazio è stimato al 30-35% con punte di oltre il 50%. A Regina Coeli e addirittura, a Civitavecchia sono presenti 54 nazionalità diverse.


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