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Del seguente articolo:

Settembre-Ottobre/2004 -
Il Viminale
Immigrazione clandestina e terrorismo - Il livello di attenzione del Ministero dell'Interno nel Rapporto sulla sicurezza in Italia

“Non sottovalutiamo certo alcun segnale di rischio, né rinunciamo ad ogni ragionevole misura di prevenzione e sappiamo bene che nessun luogo al mondo può oggi considerarsi al sicuro. Ma non per questo possiamo farci dominare dalla paura anche se negli ultimi tempi gli italiani sono sottoposti a una martellante campagna di annunci mediatici che vuole amplificare la minaccia del terrorismo islamico”, Con queste parole il Ministro dell’interno Giuseppe Pisanu ha presentato al Viminale il tradizionale “Rapporto sulla sicurezza in Italia” con il quale il massimo responsabile del dicastero ha fatto il punto della situazione a metà di Agosto.“Sappiamo di poter contare sulle nostre forze dell'ordine e sui servizi di sicurezza ha sottolineato - e per questa loro presenza, salda e rassicurante, professionale ed efficace, desidero ringraziare ancora un volta di vero cuore, certo di interpretare i sentimenti di tutti i cittadini onesti, la Polizia di Stato, l'Arma dei Carabinieri, la Guardia di Finanza, la Polizia Penitenziaria, il Corpo Forestale dello Stato ed il Corpo delle Capitanerie di Porto”.
“I dati del Rapporto sulla sicurezza ci autorizzano ad esprimere soddisfazione per il lavoro compiuto e ci incoraggiano a procedere lungo le linee programmatiche in atto. In questi tre anni, al dicastero degli Interni abbiamo prodotto più sicurezza, consolidando ad ogni livello il rapporto di fiducia e di reciproca collaborazione tra cittadini, forze dell'ordine ed istituzioni”.

L'immigrazione clandestina

Il Ministro Pisanu, toccando il tema della recrudescenza dell’immigrazione clandestina, alla presenza del Vice Ministro delle Infrastrutture e Trasporti Mario Tassone e dei vertici delle forze dell'ordine, ha consegnato all'Ammiraglio Eugenio Sicurezza, comandante generale del Corpo delle Capitanerie di porto, la medaglia d'oro al valor civile. “Essa vuole esprimere la riconoscenza del Paese - ha detto Pisanu - nei riguardi di un Corpo che ha saputo rinverdire la sua antica tradizione di servizio allo Stato ed alla collettività, misurandosi con ogni genere di emergenza in mare. Professionalità, senso del dovere, spirito di umana solidarietà: i tratti caratteristici dell'azione svolta dai marinai delle Capitanerie assumono oggi un significato del tutto particolare, perché rispecchiano bene l'atteggiamento dell'Italia di fronte agli innumerevoli drammi umani che segnano l'incessante movimento di masse di disperati da un continente all'altro”.
“Gravi preoccupazioni” ha quindi espresso il Ministro per i dati sull’immigrazione clandestina via mare: “non tanto per le dimensioni del fenomeno, che è in costante diminuzione, quanto per le tragedie che porta con se e per altre, gravi implicazioni sociali e politiche. In termini quantitativi si tratta soltanto del 10% dell'immigrazione clandestina complessiva che investe il nostro Paese. I numeri dei caduti in mare e nella traversata del deserto non si conoscono perchè questi traffici sono controllati da organizzazioni criminali che pensano solo a lucrare immensi guadagni.” Negli ultimi anni, e solo nelle acque territoriali italiane, si è ipotizzato che le persone che hanno perso la vita siano state oltre il migliaio. “II collasso economico e demografico del continente africano - ha sottolineato Pisanu - so-spinge verso il Mediter-raneo ondate crescenti di migranti che, in attesa di ripartire, si affollano nei Paesi del Maghreb e specialmente in Libia. Il Ministro degli Esteri di quel Paese, ha lanciato nei giorni scorsi un appello accorato all'Europa, sottolineando anche il rischio di infiltrazioni terroristiche tra i migranti dell'area sub sahariana. Con la Libia e con gli altri Paesi del Nord Africa l'Italia ha stabilito accordi bilaterali che stanno dando risultati largamente positivi. II nostro Paese, inoltre, è particolarmente attivo in tutti i fori internazionali che si occupano della materia, dalla Conferenza dei Ministri dell'Interno del Mediterraneo Occidentale (CIMO), al Dialogo 5 + 5 e al processo di Lisbona
Ma gli sforzi e le ingenti risorse umane e finanziarie che impegniamo, da soli non bastano. E tanto meno basteranno in futuro. con l'accentuarsi dei grandi squilibri economici, demografici e politici da cui derivano le forme più povere e tumultuose di emigrazione”.

Europa: serve un impegno massiccio

“So benissimo che la competenza sull'immigrazione appartiene ai singoli Stati - ha detto il Ministro - e tuttavia continuo a sostenere che, di fatto, il problema è interamente europeo. Lo è per almeno tre motivi: primo, perché i confini mediterranei dell'Italia sono, in base al trattato di Schengen, frontiera europea; secondo, perché almeno il 75% dei disperati che riescono a raggiungere le nostre coste puntano su altre destinazioni europee; terzo, perché l'Europa ha il dovere storico-politico di sostenere lo sviluppo e la stabilizzazione del continente africano, pena il suo declassamento a pallida comparsa sulla scena mondiale”.
“Questa consapevolezza - ha proseguito il Ministro - si è consolidata durante il semestre di presidenza italiana dell'Unione Europea e ha dato luogo a importanti decisioni. Mi limito qui a ricordare l'istituzione dell'Agenzia per le frontiere, il varo di programmi come Argo ed Eneas, riservati all'immigrazione e all'assistenza ai paesi terzi, l'approvazione della Carta Europea sul dialogo interreligioso quale strumento di integrazione sociale specialmente nei Paesi europei a forte immigrazione islamica. Esistono, dunque, tutti i presupposti per una buona politica europea dell'immigrazione: ora dobbiamo svilupparli. La mobilità umana è la prima e più forte caratteristica della globalizzazione e, perciò, il fenomeno delle migrazioni è destinato a segnare profondamente il secolo che è appena iniziato. Abbiamo il dovere di dominarlo con intelligenza, per poterlo governare con fermezza e umanità”.
Sul problema dell’immigrazione clandestina in Italia con provenienza dalla Libia, il 22 settembre scorso l’on. Pisanu ha avuto un incontro a Tripoli con il collega libico Nasser Mabruk. I due ministri hanno fatto il punto sul problema della lotta al terrorismo e alla criminalità organizzata e sullo stato di attuazione del programma italo-libico sull’immigrazione anche alla luce del nuovo scenario che si è creato con l’abolizione dell’emargo europeo e delle misure economiche contro la Libia. “I risultati raggiunti in questo incontro - ha detto l’on. Pisanu - sono stati decisamente soddisfacenti, come dimostra l’intensa attività di contrasto al traffico di esseri umani e di immigrati clandestini che si è svolta sulle coste della Libia, sia per l’autonoma iniziativa di quel governo, sia in collaborazione con l’Italia in virtù degli accordi già stabiliti. Ciò ha consentito - ha concluso il Ministro - il rimpatrio nei paesi d’origine di molte migliaia di clandestini, di cui circa 4.500 erano già in partenza per l’Italia”.

Il terrorismo

II Ministro ha quindi toccato un secondo argomento del "Rapporto”, quello del terrorismo e ha riassunto i risultati ottenuti “su questo difficile terreno, sia nei confronti delle organizzazioni terroristiche italiane, sia di quelle legate all'estremismo islamico”.
Per quanto riguarda le prime, il titolare del Viminale ha ricordato “lo smantellamento della colonna tosco-laziale delle Brigate Rosse per la costruzione del Partito Comunista Combattente: sono state arrestate undici persone, l'ultima delle quali esattamente un mese fa: la giustizia - ha detto - può ora compiere il suo corso per gli omicidi di Massimo D'Antona e Marco Biagi. mentre le indagini possono procedere nella ricerca delle aree di complicità e connivenza”.
“Altrettanto efficace - ha aggiunto Pisanu - si è rivelata la lotta all’anarco-insurrezionalismo. Questa formazione terroristica, responsabile di numerosi e vili attentati, era apparsa a lungo impenetrabile e inafferrabile a causa della sua peculiare configurazione organizzativa. Nel corso dell'ultimo anno, invece, è stata colpita duramente in centri nevralgici come quelli di Viterbo, Cagliari, Rovereto e Pisa”.
Passando all’azione di contrasto al terrorismo islamico il Ministro ha sottolineato quanto essa sia stata incisiva, soprattutto “sul piano quantitativo: in un anno sono state catturate quarantasei persone, per lo più accusate di appartenere a cellule terroristiche operanti in Italia con compiti di supporto logistico e di reclutamento di volontari da inviare nelle aree di conflitto. Tra questi arresti spiccano quelli di tre marocchini, accusati di esser coinvolti nella strage di Casablanca, e quello, operato nel mese di giugno, di un componente dell'organizzazione egiziana Al Jihad ritenuto uno dei pianificatori della strage di Madrid. Sempre nell'ultimo anno - ha ricordato - ho adottato provvedimenti di espulsione nei confronti di nove magrebini per grave turbamento dell'ordine pubblico e pericolo per la sicurezza dello Stato”.
“Anche per questo non escludiamo il rischio - ha sottolineato Pisanu - che gruppi terroristici dormienti o parzialmente attivi e perfino singoli individui possano mobilitarsi all'improvviso e colpire direttamente sul territorio nazionale, anche in assenza di impulsi diretti provenienti dall'esterno. Come ho detto altre volte, l'unica attività di contrasto veramente efficace nei confronti del terrorismo suicida e stragista è quella preventiva, fondata su una continua, ampia ed approfondita collaborazione tra gli apparati della sicurezza e quelli di intelligence”.

I diversi sistemi di sicurezza

Il ministro Pisanu ha concluso ponendo l’accento sulla necessità della collaborazione fra tutte le componenti del sistema sicurezza che è, ha detto, “alla base dei successi conseguiti, come pure del poderoso lavoro di vigilanza in atto da mesi ed ulteriormente calibrato nelle ultime settimane. Questa collaborazione è la condizione indispensabile per mettere a frutto le diverse attitudini professionali e capacità operative che caratterizzano ciascuna componente. Nell'ordinamento italiano lo strumento giuridico-istituzionale per realizzare ed orientare questa collaborazione è dato dai poteri di direzione unitaria e di coordinamento affidati al Ministro dell'Interno che, nella sua qualità di Autorità Nazionale di Pubblica Sicurezza, li esercita avvalendosi dell'apposito Dipartimento Centrale e delle Autorità provinciali rappresentate dai Prefetti e dai Questori. Cento anni di legislazione nazionale hanno determinato questo assetto organico che ci permette oggi di parlare di un ‘sistema della sicurezza’: e cioè, di un'organizzazione articolata e complessa, ma capace di operare all'unisono, ponendo lo spirito di appartenenza dei singoli Corpi al servizio della comune cultura del coordinamento. Per consolidare ed ampliare questo sistema stiamo oggi lavorando in più direzioni: dai nuovi modelli di controllo coordinato del territorio alle esperienze della polizia di prossimità: dal rafforzamento delle strutture interforze ai programmi di ammodernamento tecnologico. L'opera è difficile e delicata, ma i nostri nemici non aspettano: non aspetta il terrorismo interno ed internazionale, non aspettano la grande criminalità organizzata e tutte le altre forme di illegalità”.
Al termine della conferenza sul “Rapporto il Ministro dell’Interno ha effettuato le tradizionali visite estive alle forze dell'ordine in servizio nella capitale, accompagnato dal Capo di Gabinetto, prefetto Mosca, e dal Capo della Polizia, prefetto De Gennaro. Nella prima parte della mattinata aveva partecipato alla cerimonia di intitolazione del Centro Conferenze Internazionali dell'Istituto Superiore di Polizia alla memoria del grande statista Alcide De Gasperi, già Ministro dell'Interno e padre fondatore dell'Europa moderna. Alla cerimonia sono intervenuti anche il senatore a vita Giulio Andreotti ed il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Gianni Letta.
Al termine dell'incontro con la stampa, il responsabile del Viminale si è recato presso la Sala crisi del Dipartimento della Pubblica Sicurezza, ove si è collegato in video conferenza con l'Arma dei Carabinieri, la Guardia di Finanza, la Polizia Penitenziaria, il Corpo Forestale dello Stato, i Vigili del Fuoco ed il Dipartimento della Protezione Civile. La giornata del Ministro è poi proseguita presso il comando dei Vigili del Fuoco e la Questura di Roma in via Genova e presso il Comando del Corpo della Polizia Municipale.
Nel pomeriggio il Ministro Pisanu si è recato prima al Dipartimento dell'Amministrazione Penitenziaria ed al Comando generale dell'Arma dei Carabinieri e poi al Comando generale della Guardia di Finanza ed alla Direzione generale del Corpo Forestale dello Stato.


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