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Del seguente articolo:

maggio/2004 -
Il gas

Una subdola insidia che ci pedina giorno dopo giorno

Gli impianti, la Rete in città, le Bombole, le Fughe, le Esplosioni, gli Scoppi, le Esalazioni da bracieri

F ra le peggiori insidie che possono aggredire la nostra casa, quella del gas rappresenta senza dubbio la maggior fonte di pericolo d’incendio e di esplosione. Il gas che utilizziamo in famiglia - per i fornelli o per il riscaldamento autonomo - sia che provenga dalla rete di distribuzione in città, che dalle bombole - all’origine non ha alcun odore. Questo subdolo elemento di morte, impalpabile, invisibile, estremamente volatile, quando fuoriesce, comincia ad adagiarsi sul pavimento per diffondersi a poco nell’aria circostante. Raggiunta la concentrazione giusta, una volta che si è miscelato con l’ossigeno presente nell’aria, alla prima scintilla (o anche in prossimità di una fonte di calore) si incendia ed esplode come una bomba.
Ma quale è in realtà il vero odore del gas? In realtà nessuno, almeno per quanto riguarda i gas impiegati per usi domestici, che sono prevalentemente il METANO (93% del consumo nazionale) e il G.P.L. (Gas di Petrolio Liquefatto). Tutti i gas sono “inodore”, e proprio per questo
motivo, per ragioni di sicurezza, vengono
‘odorizzati’ al fine di segnalarne la presenza in modo da poterne avvertire eventuali fughe con immediatezza. Per raggiungere questo risultato, il gas viene ‘arricchito’ di un odore sgradevolissimo che potrebbe sembrare di cipolla. Ma ciò non sempre basta e, spesso, troppo spesso, le tragedie si compiono. Una volta diffuso nella casa per una fuga di cui non ce se ne rende conto se non a disastro avvenuto, una volta che il gas si è miscelato con l’ossigeno, in condizioni particolari può addirittura esplodere e causare gravi danni sia per le strutture della casa che di quelle circostanti, se non la loro completa distruzione.
Per ‘esplosione’ si intende un particolare tipo di combustione, caratterizzato dalla grandissima velocità di propagazione della combustione stessa all’interno di una massa di sostanza suscettibile di dar luogo a tale fenomeno.
Particolarmente note sono le esplosioni determinate dai materiali esplodenti (dinamite, tritolo, polvere da sparo, perossidi, etc.), caratterizzati dalla circostanza che, trattandosi di sostanze ricche di ossigeno, possono dar luogo a combustioni esplosive senza l’apporto dell’ossigeno dell’aria.
Le “esplosioni” da gas in ambito domestico sono abbastanza ricorrenti perchè è facilissimo che la miscela esplosiva gas-aria all’interno di un ambiente, superi i cosiddetti “limiti di infiammabilità”, specialmente se si genera in ambiente non adeguatamente ventilato.
La fuga di gas può essere provocata dalla rottura o usura di una tubazione in gomma, ma anche in ferro, dalla dimenticanza della manopola di un fornello in posizione di apertura totale o parziale, dal cattivo funzionamento delle valvole o dei dispositivi di tenuta dei rubinetti dei gas o del regolatore di una bombola, etc.
Le combustioni esplosive determinano la formazione quasi istantanea di ingenti volumi di prodotti gassosi, enormemente superiori ai volumi degli ambienti, con conseguente innalzamento della pressione negli ambienti stessi, non sopportabile dalle ordinarie strutture degli edifici che, pertanto, subiscono danni con cedimento degli elementi costruttivi più deboli (finestre, porte, tramezzature interne, muri perimetrali, tetti di copertura, etc.), anche fino al crollo completo della casa.
A tali effetti si accompagnano lo spostamento ed il ribaltamento di mobili e arredi, con proiezione violenta di elementi anche a distanze notevoli. I danni subiti dalle persone possono essere gravissimi.
Per ‘scoppio’ si intende, invece, il cedimento di un recipiente a seguito di innalzamento della pressione all’interno dello stesso. Anche lo scoppio può determinare gravissimi danni alle persone.
Per ‘implosione’ si intende infine il cedimento di un recipiente all’interno del quale la pressione è stata abbassata notevolmente al di sotto di quella esterna atmosferica.
Le funeste conseguenze che, purtroppo con crescente frequenza, le cronache continuano a registrare per esplosioni e scoppi nell’ambito domestico, impongono l’adozione di attente cautele.

Conosciamo meglio i gas
che utilizziamo normalmente

Il METANO è un gas naturale che viene estratto dal sottosuolo e distribuito tramite le condotte cittadine, passando per un contatore installato all’esterno dell’abitazione.
Il G.P.L. è composto prevalentemente da due gas: il butano e il propano, entrambi ottenuti dalla raffinazione del petrolio, ed è commercializzato in bombole mobili, di diverse dimensioni, o distribuito da serbatoi fissi. Questo gas è immesso in contenitori a forte pressione, nei quali raggiunge lo stato liquido, e li riempie fino ad un certo livello, oltre il quale rimane a uno stato gassoso che esce poi dal rubinetto per l’utilizzo. In questo modo grandi quantità di gas possono essere concentrate in piccoli volumi, ma è chiaro che anche una modesta fuga di gas può saturare un ambiente e renderlo esplosivo.
Il G.P.L. ha una densità superiore a quella dell’aria e per tale ragione tende a stratificare in basso, rendendone difficile la dispersione: in una situazione del genere basta anche una piccola scintilla, magari generata da una delle tante apparecchiature elettriche presenti in casa, per innescare un’esplosione di gravi proporzioni.
Viceversa il Metano è più leggero dell’aria, con la quale si miscela facilmente disperdendosi.
è bene ricordare l’opportunità che la bombola di G.P.L. sia dislocata all’esterno e collegata correttamente all’impianto di adduzione dei gas nell’appartamento.

Esplosioni di gas

Bisogna inoltre tenere presente che l’innesco può essere determinato da dispositivi elettrici a funzionamento automatico ed intermittente, quali il motorino del frigorifero, il motore della lavastoviglie, la resistenza dello scaldabagno, qualunque dispositivo temporizzatore elettrico, nonché da apparecchi comandati a distanza, quali la suoneria dei telefono.
Deve essere evitata la detenzione, anche provvisoria, di bombole di G.P.L. nel vano scala dell’edificio.
Le bombole di G.P.L. non devono essere mai posizionate coricate, in quanto l’eventuale fuoriuscita di gas avverrebbe in fase liquida e, quindi, in quantitativo enormemente superiore rispetto a quella in fase gassosa, in posizione verticale ordinaria.
Impianti e riparazioni

L’impianto dei gas e qualunque intervento su di essi, devono essere realizzati da tecnici qualificati, in grado di garantire e certificare il rispetto delle norme di sicurezza. Le caldaie per riscaldamento a gas all’inizio dell’inverno debbono essere sottoposte a verifica da un tecnico abilitato, ogni due anni deve esserne controllato il rendimento di combustione. Tutti gli interventi del tecnico devono essere segnalati su un libretto che accompagna la caldaia. Per le apparecchiature meno nuove, a fiamma libera e non dotate di dispositivo antiriflusso, deve essere inoltre verificato l’eventuale riflusso dei fumi, controllando se si appanna uno specchietto accostato all’apertura, vicino alla fiamma.
Le operazioni di sostituzione delle bombole di G.P.L. devono essere effettuate da persone esperte, nel più rigoroso rispetto delle cautele e delle raccomandazioni fornite dalle Società distributrici.
Le bombole di G.P.L. non devono essere ubicate in prossimità di fonti di calore né esposte ai raggi solari.
Forno e Fornelli

Il tubo di gomma - che dovrebbe essere marchiato “UNI-CIG 7140 IMQ” e non superare la lunghezza di un metro e mezzo - deve essere sostituito entro la data di scadenza riportata sul tubo stesso (la vita massima di un tubo di gomma è di 5 anni). I fuochi devono essere ripuliti con spugnette metalliche (senza detergenti che potrebbero incrostarli) verificando che la fiamma esca da tutti i forellini e che i bruciatori tengano il minimo. Sopra i fornelli una cappa aspirante per espellere i fumi di cottura o che confluisca in una canna fumaria. Far pulire periodicamente le incrostazioni di grasso, che potrebbero incendiarsi, e sostituire ogni tre mesi i carboni attivi.

Scarico dei fumi

I gas prodotti dalla combustione, compresi quelli della cucina, vanno sempre evacuati all’esterno. È opportuno controllare almeno annualmente, lo stato delle canne fumarie metalliche, soprattutto nel punto di innesto del muro, verificando che non vi siano annerimenti. L’annerimento è conseguenza di un cattivo tiraggio che può anche ostruire l’uscita di fumi contenenti ossido di carbonio. Non si possono collegare a una medesima canna fumaria apparecchi di cottura e scaldabagno e tantomeno apparecchi che funzionano a gas con apparecchi che lavorano con altri combustibili (per esempio caminetti a legna). Se dalla cappa della cucina fuoriescono strani odori, è necessario controllare se vi siano scarichi abusivi di fumi di scaldabagno nella canna fumaria collettiva.

Canna fumaria

Anche questo elemento deve essere controllato annualmente per eliminare le eventuali ostruzioni dovute a polvere, fuliggine o a nidi di uccelli, se l'esterno non è protetto da una griglia.

Scaldabagno a gas

Deve essere verificato una volta all’anno, da tecnico abilitato. Se l’apparecchio è di vecchio modello, controllare l’eventuale riflusso di fumi, verificando se si appanna uno specchietto posto vicino all’apertura di ventilazione della fiamma

Se si avverte odore di gas

1. NON ACCENDERE alcun tipo di fiamma (fiammiferi, accendini), e non azionare nessun oggetto che possa produrre scintille come interruttori elettrici, campanelli o il telefono.
2. APRIRE subito porte e finestre in modo da far entrare l’aria per fare defluire il gas all’esterno.
3. CHIUDERE il rubinetto del gas del contatore o quello della bombola.
4. RIENTRARE in casa solo se si è sicuri di non avvertire più odore di gas

Per prevenire le fughe di gas

1. NON LASCIARE i fornelli accesi esposti a correnti d’aria

2. CHIUDERE il rubinetto, aprire le finestre e non attivare comandi elettrici, se c’è forte odore di gas

3. È CONSIGLIABILE installare sensori del gas

4. È PREFERIBILE collocare le caldaie a gas all’esterno

5. È PREFERIBILE che le caldaie all’interno siano “a fiamma protetta”, e debbono avere il marchio CE

5. CHIUDERE il rubinetto principale, se non si utilizzano per lungo tempo gli apparecchi a gas

6. ASSICURARSI che nell’ambiente, dov’è collocata la caldaia a gas, sia garantita un’apertura esterna di aerazione permanente


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