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Del seguente articolo:

Gennaio-Marzo/2018 -
Gli anni di piombo nelle parole del prefetto Tagliente

Il prefetto Francesco Tagliente, che negli anni passati è stato questore a Roma e prefetto a Pisa, in merito alla recente ricostruzione televisiva degli eventi del rapimento Moro, è stato intervistato nel corso della rassegna stampa mattutina della trasmissione televisiva “Dentro la notizia” di Italia7

Nel periodo del rapimento Tagliente dirigeva il Nucleo Volanti di Roma e, la notte precedente alla strage di via Fani, lui e i suoi uomini avevano appena concluso il turno notturno quindi era smontante. Raccontando quel terribile periodo che seguì dalla mattina successiva in poi, Tagliente ricorda che il suo reparto si mise immediatamente a disposizione.

Da quel periodo racconta, “erano momenti difficili, quando si usciva di casa non si sapeva se saremmo rientrati, qualcuno aveva mandato la famiglia nei paesi di provenienza, oppure aveva cambiato nome sul citofono di casa, molti si sentivano dei bersagli mobili ma poi, esorcizzando le paure, pensando ai valori fondanti della Costituzione, al dovere di servire, ad dovere di continuare, tutti abbiamo trasformato le paure in determinazione a contrastare quei momenti di violenza”.

“Oggi – prosegue l’allora capitano - preferisco pensare alle vittime, a tutti i familiari delle vittime della violenza in generale. Preferisco riflettere su chi ha gestito il terrore di quegli anni, piuttosto che sentire le voci di quei carnefici che oggi vediamo pontificare nella comunicazione. Questa cosa mi indigna, e questo loro atteggiamento, quasi di serenità, di autoassoluzione, mi dà grande sofferenza. Hanno distrutto intere famiglie di persone colpite e uccise in maniera vigliacca nel momento in cui stavano vivendo un loro momento privo di difese, magari stavano uscendo di casa, oppure stavano scendendo in un garage. Colpiti alla schiena”

“Oggi - conclude il prefetto - voglio ricordare ciò che queste famiglie hanno dato per la nostra Democrazia, i loro cari hanno pagato con il prezzo della vita, e non mi riferisco solamente alle vittime ma, con un inchino voglio rendere omaggio anche a tutti coloro che sono sopravvissuti agli attentati”


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