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Del seguente articolo:

Gennaio-Marzo/2016 -
Il mondo dei radioamatori
Il Radioamatore
di I2MOV - Flaviano Moro e di Giulia Nemiz Gregory

L'attività di radioamatore, iniziata nel XX secolo, è una delle più antiche nel campo delle telecomunicazioni. La definizione del servizio di radioamatore è nel regolamento Internazionale delle Telecomunicazioni della International Telecommunication Union (I.T.U.), e stabilisce:
“Le trasmissioni del radioamatore devono essere di argomenti tecnici e personali; devono avere scarsa importanza da non giustificare l’uso dei servizi telefonici, telegrafici e postali”.
Le Amministrazioni di ogni paese stabiliscono le qualifiche tecniche per rilasciare le licenze di radio operatore e definiscono le condizioni operative delle stazioni di radioamatore.
Scopo dei regolamenti nazionali:
a) riconoscere il valore del servizio volontario non commerciale di telecomunicazione, parti colarmente nei casi di emergenze e calamità;
b) riconoscere l’abilità del radioamatore nel contribuire al progresso della radio;
c) incoraggiare il servizio di radioamatore con regolamenti che provvedano a migliorare l'abilità operativa e tecnica;
d) aumentare la qualità di operatori e tecnici esperti nel campo della radio;
e) dare al radioamatore la possibilità di migliorare l'amicizia e la collaborazione internazionale.
In conclusione, il radiantismo è l'unico mezzo che permette alle persone, distanti fra loro anche migliaia di chilometri, di incontrarsi e conoscersi. Questa è l'impostazione generale dell'attività radiantistica della I.T.U. e della I.A.R.U. (International Amateur Radio Union), l'ente costituito dall'unione di tutte le Associazioni di radioamatori del mondo.
Questa è quindi l'immagine che ogni radioamatore deve fornire di sé stesso, allo scopo di mantenere la sua qualifica di rappresentante di un importante servizio di telecomunicazioni.
Quando è nato il radiantismo
Il radiantismo inizia con i fenomeni fisici ed elettrici studiati da Maxwell ed Hertz. Successivamente Guglielmo Marconi mette in pratica applicazione ciò che era a conoscenza di tutti. Con le proprie intuizioni, Marconi sviluppa il primo sistema di telecomunicazione ad onde hertziane, trasmettendo e ricevendo messaggi via radio, inventa l’antenna. Era il 1895. Nel 1898 si collega fra Dover (Inghilterra) e Vimereux (Francia) attraverso il canale della Manica; nel 1901, la lettera “S”, sottoforma di tre punti dell'alfabeto Morse, attraversa l'Oceano Atlantico fra Cornovaglia (Poldhu) e San Giovanni di Terranova (Canada).
I primi amatori sperimentatori, ricevettero la notizia che i 3.400 km di oceano, contrariamente alle affermazioni della scienza ufficiale, erano stati superati dalle onde radio.
Nel decennio che seguì, centinaia di rudimentali trasmettitori e ricevitori furono costruiti in Europa ed in America; il movimento dei radioamatori cominciò ad affermarsi in tutti i paesi del vecchio e del nuovo mondo, fino ad arrivare al suo riconoscimento ufficiale.
Chi sono i radioamatori
Per la maggior parte sono persone che non lavorano nel campo della radio; ma ci sono anche tecnici professionali che lavorano nell'industria radio elettronica. Sono prevalentemente di sesso maschile, ma non mancano le radioamatrici.
Il numero di radioamatori nel mondo supera oggi 2 milioni, tre quarti sono in Giappone ed U.S.A. In Italia, il numero di licenze si aggira sulle 36.000. Una apposita licenza autorizza i radioamatori a comunicare per mezzo del codice Morse (telegrafia) o mediante il comune linguaggio parlato (telefonia).
I radioamatori usano anche telescrivente, televisione e trasmissione digitale, codificata secondo gli standard più comuni. Le trasmissioni sono su bande di frequenza assegnate al servizio di radioamatore secondo convenzioni internazionali. Per operare nelle bande di frequenza dei radioamatori bisogna ottenere la licenza dall'Ente governativo (in Italia, il Ministero delle Comunicazioni). La licenza di trasmissione, stabilisce le bande di frequenze e la potenza di trasmissione consentite ed assegna al radioamatore un nominativo personale.
Il prefisso (la prima parte del nominativo) è assegnato dai regolamenti I.T.U. La parte restante del nominativo è invece personale e risulta composta da tre lettere dell'alfabeto ed è assegnata dal Ministero delle Comunicazioni.
Per avere una licenza di trasmissione bisogna prima ottenere la patente di radio operatore; per avere la patente bisogna superare un esame al Ministero delle Comunicazioni. L’esame è teorico e pratico, bisogna trasmettere e ricevere in codice Morse.
Organizzazioni nazionali e internazionali
La I.T.U., Unione Internazionale delle Telecomunicazioni, fondata nel 1865, è un settore specializzato delle Nazioni Unite e la sua attività è suddivisa in tre Regioni del mondo.
La regione 1 comprende Europa, Africa, la ex U.R.S.S. ed alcune parti di Asia (l'Italia appartiene a questa regione); la Regione 2 comprende tutta l'America; la regione 3 comprende quasi tutta l'Asia ed il resto del mondo. I radioamatori di tutte le parti del mondo sono organizzati in Associazioni Nazionali.
Le Associazioni Nazionali fanno parte della I.A.R.U., Unione Internazionale dei Radioamatori, fondata nel 1925 per rappresentare e coordinare l'attività radiantistica in tutto il mondo, specialmente nei confronti dei rispettivi Governi.
L'A.R.I. Associazione Radioamatori Italiani (già Associazione Radiotecnica Italiana), fondata nel 1927 ed eretta in Ente Morale nel 1950 è l'Associazione che rappresenta circa 20.000 radioamatori.
Le bande di frequenza
I radioamatori dimostrarono l’utilità delle onde corte per le grandi distanze, fino ad allora inutilizzate.
Sin dal 1923, nelle conferenze amministrative mondiali (WARC), i Governi cercarono di privare i radioamatori di qualche parte delle frequenze a loro assegnate (per riservarli a se stessi)
L’utilità sociale dimostrata dal Servizio di radioamatore ha evitato di subire tagli alle frequenze.
I radioamatori e il progresso tecnico
La sperimentazione dell'attività radiantistica ha dato un contributo considerevole allo sviluppo delle radiocomunicazioni.
Molti circuiti furono sviluppati e perfezionati dai radioamatori; nuove tecniche e l’uso di nuove frequenze sono merito dei radioamatori.
I radioamatori hanno partecipato alle ricerche spaziali, costituendo un'enorme organizzazione di radio ascolto. Dal lancio del primo Sputnik (novembre 1957); alla costruzione di stazioni ricetrasmittenti ripetitrici installate su satelliti e messi in orbita dagli appositi Enti spaziali.
Lo studio dei comportamenti delle onde elettromagnetiche si sviluppa con buoni risultati: anomalie, aurore boreali, sciami meteorici, ecc.. Anche per le zone inesplorate delle più alte gamme di frequenza, le microonde.
Le pubblicazioni tecnico-operative
Le associazioni radiantistiche hanno realizzato una importante letteratura tecnica sui più svariati aspetti della tecnica delle radiocomunicazioni.
Vengono pubblicate riviste mensili dove sono descritti gli aspetti tecnici, operativi ed associativi dell'attività radiantistica; sono pubblicati manuali e guide sulla teoria elementare e sugli aspetti più specialistici ed avanzati.
L'amicizia internazionale
II radiantismo rappresenta una occasione unica di fare amicizie « in aria ».
In ogni nazione esistono in tutto il periodo dell'anno varie possibilità di incontri in occasione di frequenti manifestazioni, mostre, ecc.
L'aspetto sociale
Da molti decenni i radioamatori sono disponibili anche per mettere a disposizione la loro particolare abilità operativa e preparazione tecnica per intervenire nelle località con problemi di emergenza.
Terremoti e inondazioni hanno visto arrivare per primi i radioamatori per organizzare i collegamenti radio.
Molte persone con handicap fisico trovano nell'attività radiantistica la possibilità di essere a contatto con degli amici.
Il futuro del radiantismo
Il Servizio d'Amatore continuerà a proseguire se le pubbliche amministrazioni continueranno a riconoscere l'insostituibile apporto dei radioamatori.
Un efficiente movimento di radioamatori nei paesi in via di sviluppo potrebbe costituire una importante riserva di tecnici per operare nei servizi governativi. Le Autorità responsabili hanno riconosciuto che il Servizio d'Amatore è un metodo efficace per fornire ad una persona una educazione tecnica ad un costo minimo.
Ciò è particolarmente importante nelle nazioni sottosviluppate, che non dispongono altrimenti delle possibilità per provvedere a tale istruzione.
I radioamatori in Italia
Guglielmo Marconi può essere considerato il primo radioamatore del mondo, non solo da un punto di vista scientifico, ma cronologico; un radioamatore che fu anche il primo Presidente, nel lontano 1927, dell'allora nascente Associazione che raggruppava i precursori del Radiantismo italiano.
In Italia questa attività venne guardata con sospetto dalle autorità, ed i radioamatori, tra divieti, sequestri ed angherie, mantennero in vita la loro passione in una atmosfera di clandestinità.
Nel 1946 le autorità alleate di occupazione, nei cui paesi il movimento Radiantistico si era nel frattempo sviluppato, emisero i primi permessi provvisori. Ma col trattato di pace ed il ritorno dei poteri alle autorità italiane, vennero nuovamente introdotte restrizioni alle attività dei radioamatori.
Queste restrizioni erano molto amare perché negli altri Stati venivano al contrario accordate ulteriori concessioni.
L'Associazione Radiotecnica Italiana, successivamente eretta in Ente Morale (1950), iniziò un lungo e spesso duro lavoro per sensibilizzare la pubblica amministrazione ai problemi del Radiantismo ed alla sua considerevole importanza nell'interesse nazionale.
Vennero le alluvioni, i terremoti: dal Polesine a Firenze, alla Sicilia, al Friuli, all'Irpinia. Per la prima volta la cronaca si occupò dei radioamatori, di questi oscuri privati cittadini che erano stati in grado di sostituire le reti ufficiali di telecomunicazione dove queste ultime erano state interrotte o distrutte.
Gli organi dello Stato cominciarono a rendersi conto dell'utilità del Servizio e dell'opera degli appassionati che, anche nelle condizioni più impensate e con mezzi di fortuna, realizzavano ciò che la potente, ma lenta macchina ufficiale, non era certo in grado di improvvisare. Per ben 48 ore le uniche comunicazioni con Firenze allagata, ad esempio, furono realizzate dai radioamatori, postisi a disposizione delle Organizzazioni di soccorso.


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